venerdì 22 ottobre 2010

KUALA LUMPUR > PHUKET

10-10-10
ore 21.   Da tre giorni siamo a GEORGTOWN capoluogo dell' isola di PINANG. Pinang, in lingua locale, e' la noce della pianta del Betel le cui foglie venivano tenute in bocca per il loro effetto anestetico e altro, da indonesiani, malesi, indiani, fino a qualche decennio fa.
Quest' isola e' stata un avamposto militare e commerciale dalla seconda meta del 1700, ai tempi della Compagnia delle Indie. Si nota infatti una marcata impronta anglosassone; di fronte al Marina si affaccia un campanile con orologio che scandisce le ore come il Big Ben di Londra e una cospicua parte della popolazione e' costituita da cinesi, manodopora preferita dagli inglesi dell' epoca. Seguono malesi e indonesiani.


Pinang e' collegata alla costa malese da un lungo ponte al centro del quale si apre un' alta campata per consentire il passaggio alle navi e ad Andromeda, con il suo albero a due ordini di crocette.
Da Port Klang c' e' voluta una giornata di navigazione, sempre a motore e vento contro,che si e' conclusa al buio dando fondo a sud dell' isoletta di Rimau dopo lunga tribolazione per aggirare chilometri di reti galleggianti tese dai Pirati della Malesia. Pirati lo erano qualche tempo fa, come dice il Portolano, ora sono pescatori, inaspettatamente gentili e disponibili a volerci guidare fuori dalle loro reti in acque sicure. Diciamo anche direttamente interessati.
Entrati al Marina dello yacht club il giorno seguente, sorpresa ! C' e' Gino del Carpe diem - un Privilege 42 - conosciuto a Portoferraio 10 anni fa e poi durante il primo giro con il Samadhi ai Caraibi, Venezuela, S. Blas, Tahiti e comunque sempre nei vari collegamenti SSB.
C' e'anche Guy, il francese che mi diede un traino con il suo monoscafo quando stavo a Papeete con problemi ai motori.
Il mondo e' piccolo.


15-10
ore 12,30  Dove siamo ? A LANGKAWI in viaggio verso PHUKET.
E' andata cosi: da Pinang, nel corso di una notte abbiamo raggiunto Langkawi dove abbiamo ormeggiato al RYC. Sono seguiti poi giorni da turisti in visita all' interno dell' isola, salita alle cascate, l' Oriental Village, il Geopark etc. Un giro nella foresta pluviale lo avevamo gia fatto a Pinang, con tanto traballanti ponti tibeteni tesi tra gli alberi.
Poi, dato che qui non ho trovato modo di tirare in secca la barca, si e' deciso di cambiare nazione. Dalla Malesia alla Tailandia, Cosi ieri, timbro sui passaporti, e questa mattina via col vento.  Ma tutte le nostre belle speranze si sono infrante dopo 4 ore contro muri di pioggia, sbarramenti di vento contrario e fastidiose onde da maldimare.
Ok, siamo in viaqggio verso Phuket ma al momento ci facciamo una spaghettata ancorati in una tranquilla baietta in vista della cabinovia del monte Cincang.
A domani.

20-10
ore 20  Oggi e' mercoledi 20. Quanti domani sono passati dall' ultimo scritto ! Pero' ora siamo s PHUKET. Arrivati ieri sera mettendo finalmente la parola fine all' ostica risalita della penisola Malese.
Qui Andromeda - gloriosa barca che ne ha viste di tutti i colori e ha sempre retto egregiamente - si riposera' per qualche tempo in vista dell' ultimo Oceano. L' Indiano.
Phuket, capitale del sesso. Beh, non c' e' che dire, e' proprio cosi'. Ma in modo spensierato, naturale, alla luce del sole e sotto l' occhio vigile di un gigantesco Budda seduto nella posizione del loto sulla montagna che sovrasta la baia di Ao Chalong.

 E proprio nell' abitato di Ao Chalong si trova una notevole concentrazione di sale di massaggi Thai, come a Bali ma in proporzioni industriali.
Nelle vie principali stazionano giorno e notte gruppi di belle ragazze sorridenti che, dai tanti bar e localini, chiamano, invitano, cercano di attaccare discorso con passanti e turisti. Questa,l' impressione rilevata ad un primo colpo d' occhio. Poi, indagando un pochino si scopre l' acqua calda: e' vero, il mestiere rende bene, ma attenzione alle malattie veneree, ai trans, ai sorrisi che nascondono situazioni di miseria e degrado, non e' tutto oro quel che luccica.
Comunque i tailandesi in generale sembrano un popolo tranquillo, pacato, gentile, il traffico e' sostenuto ma, come a Bali, nessuno grida o si agita. Dico "sembrano" perche anche in Tailandia scoppiano ogni tanto disordini, mezzi colpi di Stato, contenziosi di confine con Birmania e Laos. Sono umani pure loro.

sabato 9 ottobre 2010

SINGAPORE - KUALA LUMPUR

27-9 ore 15
Cinque giorni dall' ultimo scritto. Si, abbiamo avuto molto da fare e da vedere.
Gia' la mattina del 23, dopo aver preso posto in banchina a RAFFLES MARINA,  ci siamo fiondati fuori a visitare la metropoli. E ancora il giorno successivo fino a sera.
Devo dire che si e' alquanto ingrandita da quando ero passato nel '90. Qui le torri spuntano e crescono in breve tempo, come i funghi.
 Ora siamo nell' era dell' acciaio e del cristallo: fantastici e faraonici parallelepipedi azzurri si innalzano verso il cielo, ognuno a significare la potenza di una multinazionale, come nel Rinascimento le famiglie facoltose di una citta' facevano a gara nel costruirsi la torre piu alta. Le motivazioni sono pressoche' le stesse oltre al fatto di sfruttare lo spazio in verticale.
Ma di Singapore cio che colpisce di piu e' quello che sta attorno alla city, specie venendo dal mare. Centinaia di navi, petroliere, portacontiner all' ancora e in moto. E le coste, sature ormai di cantieri, ciminiere, cisterne, altiforni, centrali termoelettriche. Si capisce sopratutto da qui come quest' isola sia un nodo nevralgico di industrie e commerci per questa parte dell' Asia, molto piu di quanto possano dire le grosse firme del centro - Gucci, Armani, Rolex etc - e il Gran Prix di Formula Uno, che e' stato disputato proprio ieri.
 Primo arrivato, Fernando Alonso su Ferrari. Viva l' Italia !
Anche il giorno successivo l' abbiamo passato da turisti.
 Oggi invece  abbiamo ripreso il mare cercando di risalire la costa Malese.
Ma Murphy non dorme mai e appena fuori dal marina ci ha spedito una serie di nuvoloni piovosi e rafficosi che ci hanno costretto a ridossarci all' ancora a est di punta Piai.
Aspettiamo.

30-9 ore 20
PORT DICKSON. 137 miglia da Singapore centellinate in quattro giorni di navigazione diurna e tre notti all' ancora lungo la costa, dovunque fosse, a fine giornata. Questo perche', tra il traffico di grosse navi nel canale dello Stretto di Malacca e le chilometriche reti da pesca tese perpendicolarmente alla costa, di notte sarebbe stato come trovarsi tra Scilla e Cariddi. Data la stagione avanzata e nel periodo di cambio dei monsoni, ci siamo fatti parecchio motore. Domani, scartoffie per l' ingresso ufficiale in Malesia, poi vedremo se corrisponde alle fantasie di Emilio Salgari che scriveva di pirati, tigri e impenetrabili giungle. Firmato: Sandokan

5-10 ore 22
Mah... anche la Malesia di Salgari e' stata fagocitata dalla globalizzazione. Poi ti dico.
Ci siamo spostati da Port Dickson a Port Klang, piu vicini a KUALA LUMPUR,  Se Port Dickson e' una piccola cittadina dove convivono apparentemente daccordo islamici, indu e cinesi, divisi per quartieri, Port Klang da' l' accesso alla metropoli Kuala Lumpur. Primo biglietto da visita le TWIN TOWERS, che si chiamano anche Petronas ma la gente di qui preferisce la denominazione Torri Gemelle, quasi a rimarcare un' eredita' acquisita dopo la caduta di quelle di New York. Effettivamente l' effetto e' notevole: due missili di 459 metri puntano verso il cielo irradiando attorno i bagliori sinistri dell' acciaio di cui sono costituite. Le torri piu alte del mondo dopo l' antenna di 800 metri di Dubai. Stanno a significare anche la nuova potenza economica della Malesia acquisita in pochi anni con il lavoro indotto e a basso costo proveniente dall' estero. La si nota anche nella magnificenza degli altri grattacieli, i nuovi treni, parchi,santuari tipo BATU COVES, musei, quasi una nuova Singapore, ai margini della quale ristagnano pero' sacche di poverta' nelle gente che vive su scarne palafitte tra fanghi e rifiuti lungo le rive dei fiumi. E' tutto ancora in via di divenire ma dai cambiamenti rapidi. Dei vecchi quartieri di Kuala Lumpur rimane solo in zona cinese qualche cadente palazzotto. Dai giorni contati. Carte della Malesia alla mano, si puo vedere che al di fuori delle regioni piu antropizzate il territorio rimane alquanto vergine e selvaggio. Poche strade, molti fiumu, laghi, acquitrini. Qui forse potremmo ritrovare la Malesia del nostro Emilio, con tanto di tigri e adoratori della dea Kali', armati di kriss. Cerchiamo una jeep 4 x 4.

venerdì 24 settembre 2010

BALI - SINGAPORE

5-9-2010

ore 20.  Salve gente, siamo ripartiti. Ieri mattina da Bali Marina verso le 12 insieme a Renato e Matteo del monoscafo KATMANDU. Renato e' capitato a sorpresa pochi giorni fa e va di fretta. Comunque ora siamo ancorati vicini a NW dell' isola di KANGEAN a 100 e rotte miglia da Bali, in mezzo al Mar di Giava.
Questa e' una sosta tattica per dormire una notte da cristiani e recuperare il sonno perso causa forte vento e turni pesanti.  Su Andromeda siamo rimasti in 2, io e Massimo.  Alberto e Riccardo sono sbarcati, come da programma, per altri destini.
8-9

0re 12   Da Kangean a BAWEAN, 170 miglia verso W-NW.  Ci sono voluti 2 giorni e 2 notti causa vento e corrente contro, poi assenza di vento, alternando i motori e tenendo un' andatura sui 4  -5 nodi.  Ma come facevano 200 anni fa quando i motori non esistevano? Aspettavano pregando. Meglio allora 2200 anni fa dove sulle barche a vele quadre del tempo c' erano due lunghe file di rematori a volte incatenati, il battitore a prua che dava il ritmo e l' aguzzino con la frusta alle spalle di quei poveri cristi.
Un altro Cristo nasceva in quell' epoca in Palestina e percorrendo tale regione dalla Galilea alla Samaria andava predicando in giro che siamo tutti uguali, tutti fratelli, non fare agli altri quello che...etc.  E' durato poco ed e' stato tolto dalla circolazione ancora giovane. Pero' ha fatto scuola e le cose sono andate in modo tale nei secoli successivi, che tra le altre novita' ci siamo inventati i motori. Ok.
Siamo ancorati davanti all' abitato di TAMBAK e anche qui si sentono le litanie del muezzin. In effetti, nella sortita al paese questa mattina, si vedevano molte donne con il velo ma non tutte. Tutte pero'ci lanciavano occhiate incuriosite e infuocate, per via della primordiale legge della variabilita' genetica. Tambak e' stata una vera sorpresa: scesi con il gommone e percorsi alcuni vicoli bui e stretti ci siamo trovati all' improvviso nel caos vociante da souk arabo della via principale. Stipata all' inverosimile di moto, pullmini, pedoni, riscio' a pedali - il taxi locale - tutti compressi tra due ali di ogni sorta di mercanzie su banchetti, sgabelli, per terra.  Ma la novita' non era tanto questo mercatone - ne abbiamo visti altri - quanto noi per loro. Due bianchi barbuti e baffuti, cosi' diversi, arrivati con quella strana astronave che galleggia la fuori tra i loro prahos...-who are you from ?-  Italia. Cos' e' ? Dov' e' ?   Alieni.

11-9
ore 21  Due giorni fa, in un alba calda e nebbiosa, passavamo a motore tra due pali, uno verde e uno rosso, che segnavano l' ingresso allo specchio d' acqua antistante il paesino di Tambak a Bawean. Ed era come uscire da un incubo dopo una notte insonne. Perche ? Tutto era cominciato la sera prima verso le 17 quando dagli altoparlanti di un minareto uscivano a tutto volume i belati - linguaggio onomatopeico di antichi allevatori di ovini -  del muezzin per la preghiera serale. Aspettavamo che finisse, ma ecco che a lui si aggiungono altri due muezzin di appoggio dislocati in altre posizioni ai lati del paese. Noi, ancorati un po al largo, li sentivamo tutti e tre. Aspettavamo che finissero ma ecco che si aggiungono i botti spaccatimpani dei fuochi artificiali per il fine Ramadan. Aspettavamo quindi che finisse il tutto, invece finivano solo i botti per mancanza di munizioni mentre i belati dei tre credenti proseguivano imperterriti. Stavano recitando il Corano, sura per sura, tutto intero e la cosa e' andata avanti senza remissione fino alle 5 del mattino dopo. Un castigo di Allah anche per gli abitanti del paesello, che non sono tutti massulmani, vi sono in buona percentuale anche degli indu'. Sia gli uni che gli altri devono subire ormai questo continuo lavaggio del cervello a senso unico; scarse e forse controllate le notizie dal mondo, che pur c'e' da qualche parte oltre le acque che contornano l' isola. Ne e' la prova l' arrivo di Andromeda che per tutto il pomeriggio e' stata presa d' assalto da decine di ragazzini che arrivavano pagaiando sulle loro strette canoe monossile stabilizzate da due tronchetti di bambu protesi in acqua ai due lati parallelamente allo scafo.   Inconsapevoli di essere in peccato dando confidenza agli infedeli, si aggrappavano a grappoli sulle scalette di poppa - non li lasciavamo passare oltre, erano troppi - incantati dalle meraviglie di cui era costituito il Catana 42; cose dell' altro mondo. Poveracci ! Legittime curiosita', desiderio di conoscenza, soffocati sul nascere nelle Scuole Coraniche e per tutta la vita. Allah Achbar e Mohammed e' il suo Profeta. Profeta che ricevette le direttive - trascritte poi giorno dopo giorno sul Libro Sacro dal suo scrivano - in una grotta nei pressi della Mecca nientemeno che dall' Arcangelo Gabriele, dopo la lotta con lo stesso, come il biblico Giacobbe secoli prima. Ma tutto questo e' successo nel 600 dopo Cristo e Mohammed aveva tutta una serie di ragioni per seguire la sua linea, essendo anche braccato dalle fazioni opposte e a rischio della propria vita. Che senso ha tenere in piedi queste storie nel mondo odierno?  Deve essere una questione di Potere anzi, nei sogni bagnati di molti Imam e finanzieri che li sostengono, di controllo del Pianeta, forti del fatto che Allah ha elargito loro varie fonti di oro nero grazie al quale possono manovrare in modo rilevante nell' economia mondiale.
Ok. Torniamo a bomba. Usciti dall' atmosfera allucinante di una notte di preghiere ci siamo messi in rotta per Kalimantan, una volta Borneo. Due giorni e due notti nell' immutabile silenzio del mare (senza vento ) fino ad imboccare il KUMAI RIVER dove siamo ancorati ora presso una punta di sabbia. Anche qui festa. Tutta la gente del paesino piu a monte si e' trasferita con decine di imbarcazioni e natanti su queste spiagge, allestendo gazebo, banchetti, cucine da campo. Una specie di grande pic nic collettivo. Allegria!

12-9

ore 20  Raggiunto KUMAI city verso mezzogiorno, dopo aver arrancato a motore contro vento e correnti tra i bassi fondali di questo fiume gia visto in Apocalipse Now.
Il deja' vu mi si e' ripresentato durante il giro a piedi fatto nel pomeriggio: pareva di essere nelle periferie di Bombay come l' ho vista nel 1990. Con alcune differenze: niente vacche sacre, ben tre moschee nuove nuove con tanto di cupole a cipolla dipinte a scacchi azzurri e bianchi e diversi grossi fabbricati tipo silos o magazzini di stoccaggio, alti fino a 4- 5 piani, grigi, a forma di parallelepipedo e senza finestre. Solo alcune file di buchi non piu grandi di una mano. Ci siamo sprecati in centomila congetture poi finalmente l' unico indonesiano che masticava un po di inglese ci ha spiegato che sono case degli uccelli. Enormi voliere dove gli uccelli vanno a dormire. Ma che brava gente questa di Kumai che si preoccupa del benessere di passerotti e pappagallini!
Ma non e' cosi. Vengono mangiati. Raggruppati in gran numero, acchiappati, incartati ed esportati in vari luoghi dell' Indonesia a 1.000.000 ( un milione ) di rupie al Kg!   Uhm...questa spiegazione non e' molto convincente. Penso piuttosto che si tratti di una forma di raccolta dei famosi Nidi di Rondine, specialita' cinese. Proseguono le ricerche.
Kumai non e' una citta turistica, e' un paesotto dove la gente si arrabatta come puo, arrangiati in numero esagerato con piccoli spaccetti di ogni cosa, ma sempre vuoti o dai minimi ricavi a livello di sopravvivenza. Eventuali ricavi eccedenti finiscono nell' acquisto di motociclette - quasi un comandamento o uno status simbol - e televisori; emittenti e programmi forse gestiti e controllati da Jakarta.
Bene, siamo ancorati insieme al altri 4 velisti nel posto concesso sull' altra sponda del fiume. Le rive di Kumai sono ingombre e stipate di sampan e barche locali ormeggiate in terza e quarta fila. Abbiamo ritrovato il nostro vicino di banchina a Bali, Hans e consorte, austriaci, del catamarano September. Domani e' lunedi e dovremo provvedere ai vari rifornimenti , oltre alle pratiche di arrivo e successiva partenza. Da stabilire.

17 -9

ore 6,00  Finiti i turni della notte, c' e' gia'  luce da un' ora.
Siamo in navigazione verso l' isola di BATAM, ancora a 400 miglia da noi; poco vento, alterniamo i motori piu randa e fiocco. Ieri notte pero' ci siamo beccati un temporale coi fiocchi, roba da mettere il GPS nel forno, staccare le batterie e immergere le piastre di rame del parafulmine in acqua. E ancora ieri, per qualche ora siamo rimasti alla cappa secca causa raffiche e onda in prua. Cose da Zona di Convergenza Intertropicale, siamo a 2 gradi e 50' sud ormai sull' equatore.
Non si vede ne' si sente piu Hans del cat. September che era partito insieme a noi la mattina del 15. Con lui e signora avevamo passatola giornata del 14 - il mio compleanno - nella giungla tra gli orangutang. Nonostante fosse un giro organizzato per turisti, trovarsi circondati da questi nostri lontani cugini dallo sguardo cosi dolce ed espressivo, e' stata un' emozione fortissima.

Gli orangutang - uomo della foresta - cominciano ad essere a rischio di estinzione, sparsi ormai a macchia di leopardo in una decina di zone del Borneo senza piu collegamento tra i vari gruppi. Si calcola che siano 350.000 in tutto compresi quelli di Sumatra. Colpa della caccia, in tempi andati, ma sopratutto della selvaggia deforestazione di legni pregiati. Quindi piantatela di volervi fare i pavimenti in mogano e iroko e le barche rivestite di teck !  Usate i legni di casa vostra seguendo politiche di rimboschimento. Oltre al resto, una femmina di orangutang puo avere al massimo tre figli nei suoi 50 anni di vita, la loro giornata si svolge al rallentatore, una questione di risparmio energetico dovendosi nutrire solo di vegetali. Tuttavia un maschio adulto si dice abbia la forza di otto uomini, non so come si sia stabilita questa misura; forse un tiro alla fune, un orango di qua, otto uomini di la' i talloni puntati a terra. Beh, l' orango in questo caso gode della presa dei suoi piedi prensili dalle lunghe dita. Bisogna vedere con che facilita' si muovono tra gli alberi della foresta e per me che sono - ero - uno scalatore la loro agilita' lassu a 30 m e' una cosa da farmi verde dall' invidia.


Bene, auguroni per i nostri cugini, che possano campare ancora mille e mille anni.
Ultima nota extra: le case degli uccelli di Kumai sono proprio centri di raccolta di Nidi di Rondine, cose cinesi. Una bella pensata: le rondini durante le loro lunghe migrazioni, volando sopra queste sterminate pianure verdi e umide, si trovano ad un certo punto davanti a strane formazioni rocciose a forma di cubo, grigie e piene di cavita'. Gli alimenti attorno non mancano - insetti - quidi e' logico fermarsi e nidificare. No comment.

21-9

ore 01,30  Rondini.Da alcuni giorni abbiamo le visite di tre o quattro rondini che si posano un po dappertutto per riposare. Addirittura entrano in dinette dove fa meno caldo e lasciano dei ricordini che bisogna pulire finche sono freschi. Oggi poi abbiamo avuto il piacere di conoscere una coppia di senzapaura.




Si posano sulle draglie e se metti loro la mano davanti vi salgono insieme senza problemi perche capiscono la mossa e non vogliono dispiacere a chi li ospita.

Incredibile. Neanche fossero ammaestrate. - vedi foto - Ora sono in dinette appollaiate sul dorso dello schienale dei cuscini e dormono vicine vicine. Ogni tanto si svegliano, fanno cip, si baciano con il beccuccio e si spiumano vicendevolmente. Si vogliono molto bene. Forse si sono conosciute da poco e sono in luna di miele, oppure sono una vecchia coppia collaudata e stabile.
E' vero del resto che le rondini tornano spesso allo stesso nido e quando lo ritrovano rovinato lo reimpastano con fango e saliva - saliva che per i cinesi ha forti proprieta' curative -
Come altri tipi di uccelli sociali, oche , cigni, pinguini, hanno sviluppato nel tempo comportamenti strettamente monogamici - quello che stanno cercando di fare gli umani - perche evidentemente e' la forma piu producente ai fini della conservazione della specie. C' e' voluto molto tempo. Gli uccelli - vedi lo scheletro - discendono dai dinosauri, rettili della prima ora. Non e' vero che i dinosauri si sono estinti. Solo i piu grossi, per via dei violenti cambiamenti climatici dovuti all' impatto del famoso meteorite nel golfo del Messico - si dice -.Ma gli altri hanno continuato nei loro processi evolutivi ed hanno preso il volo, letteralmente. Hanno conquistato la terza dimensione, l' aria, muovendosi come si muovevano nell'  acqua quando erano pesci, prima di essere rettili.
Torniamo alle rondini che tornano allo stesso nido. Credo che lungo il percorso delle loro migrazioni ne abbiano piu di uno. Mi viene in mente la migrazione dei Lapponi come li ho conosciuti negli anni ''70. Pure loro, seguendo le mandrie di renne, usano le stesse tende montate lungo la via e agli incroci delle piste. Sono tende coniche, i tepee dei pellerossa d' America, per intenderci, i quali a loro volta migrando al seguito di mandrie di caribu si sono trovati a passare lo stretto di Bering in periodi favorevoli, colonizzando l' America. Ma ora sto divagando, torniamo in rotta.
Siamo in rotta per 300 gradi ormai da giorni, sempre a motore, a parte qualche sventolata sotto i piovaschi. Mancano 20 migli allo stretto di RIAU poi ne avremo un' altra trentina fino alla punta nord di BATAM. Occhio a fari e segnalamenti. La luna sta tramontando.

22-9

ore 20,30  Qui SINGAPORE. Ormeggiati di fianco ad una bettolina di lavoratori indonesiani, per loro gentile concessione.
Che e' successo ? Saro' breve. Arrivati ieri pomeriggio a Batam e preso posto in banchina a Nongsa Marina. Gia erano arrivati Renato di Katmandu e Hans di September.
Ma appena prodotte le scartoffie per l'ufficio del Marina, risultava che eravamo in multa per aver protratto la nostra permanenza in Indonesia di 8 giorni. Malinteso e disguido che non sto a spiegare. Risultato: pagare - salato - e uscire con il cler out al piu presto, vale a dire l' indomani, cioe' questa mattina.
Cosi' e' stato. Poco o niente vento, motori, ma benche' le due isole, Batam e Singapore siano relativamente vicine, zigzagando tra reef e canali ci siamo insaccati in una nuova zona di ancoraggio per navi delimitata da un chilometrico terrapieno non riportato dalla carta nautica e abbiamo fatto sera. Meglio quindi aspettare la luce di domani.
Buona notte.

venerdì 3 settembre 2010

BALI

Vi racconto di BALI. Isola di grossi contrasti, come esci dal Marina e dirigi verso Kuta o Denpasar, due dei centri maggiori, ti ritrovi nel flusso senza scampo di un traffico caotico, smog alle stelle, tra centinaia di moto, auto, furgoni che ti sorpassano a destra a sinistra, sui marciapiedi, senza regole. Sembra di stare in un film di fantascienza visto anni fa - i Sopravissuti, si chiamava, con Charlton Heston - atmosfere da Blade Runner. La cosa straordinaria e' che in un tale caos non si vedono incidenti di sorta, le auto perlopiu sono integre e senza ammaccature. Ognuno guida il proprio mezzo con la stessa espressione assorta e apatica del vicino, non si sentono grida, recriminazioni, solo qualche colpetto di clacson ogni tanto. Sara' per il caldo micidiale, non vale la pena scaldarsi ulteriormente per un sorpasso pericoloso o una frenata brusca. Poi si arriva in centro, tra un ingorgo e l' altro. Non si vedono isole pedonali ma dappertutto ai lati delle vie e'un brulichió di microattivita' di ogni genere: bancarelle, mercatini,baretti, ristoranti alla buona da un tavolo o due. Spuntano pero qua e la anche locali piu scic con tanto di aria condizionata lindi e lustri che sembra di nuovo Australia. Per fare quattro passi fuori dal traffico rimane la spiaggia. Rinomata quella di Kuta a sud dell' isola centro e raduno di surfisti e non; si noleggia una tavola per 3 euro e ci si butta sulle prime onde che qui arrivano morbide al rallentatore e tanto il fondo e' di sabbia. Ogni sera Kuta esplode in fase parossistica: discoteche a tutto volume, luminarie, il traffico invece di scemare aumenta senza rimedio, inbonitori ad ogni angolo e volantini di massaggi proposti ogni tre metri. Ma e' cosi scassata questa gente che ha bisogno di tutti questi massaggi? E cosa succedera' mai poi dietro le tende in fondo alla stanza? Bali per le sue dimensioni e' un' isola sovrapopolata. Conta quattro milioni di abitanti e sicuramente circolano quattro milioni di veicoli perlopiu moto, naturalmente giapponesi, che sfrecciano a ondate compatte ( 600 x metroquadro) tra un semaforo e l' altro. Tra le diverse isole dell' Indonesia Bali conserva peculiarita' proprie che non si riscontrano altrove. Per esempio le danze balinesi come la danza Barong, Legong,Kamek etc. Piu che danze sono rappresentazioni di antichi miti del Pantheon Indu. Direi , con i dovuti distinguo, il corrispettivo delle nostre opere teatrali. L e coreografie, i costumi e le maschere sono un profluvio di colori, dorature, lustrini. Il tutto accompagnato da incessanti musiche e suoni di cimbali, flauti, gong e xilofoni. Interessante la danza Legong  eseguita da due graziose danzatrici che si muovono insieme molto sinuosamente, una di fianco all' altra in modo speculare, con movenze accuratamente controllate, roteando spesso gli occhi e con giochi di mani e dita che sembra vogliano dire chissa' cosa.
La mitologia Indu e' quanto mai varia e articolata. Presente in ogni luogo sotto forma di altarini dove non mancano mai offerte composte da bastoncini di incenso, caramelle, fiori, a volte monetine. Tutto questo per ingraziarsi la buona sorte, almeno per la giornata in corso. E chi si dimentica dell' offerta quotidiana? Sicuramente vive male in uno stato di fastidiosa tensione aspettandosi il peggio in ogni momento della sua vita precaria. Gli altarini piu grandi riportano dipinte scene di personaggi come Visnu, Krisna etc. come i vasi greci riportavano scene di vita dell' Olimpo. Ogni casa che se lo puo permettere ha un altarino o piu nel proprio cortile e ogni famiglia fa capo a uno dei diversi grandi templi costruiti secoli fa in vari punti dell' isola. I templi. Sono luoghi di pace, oasi di silenzio in mezzo al casino generale, con fontane, laghetti, prati verdi di erbetta rasata all' inglese. Vi si accede attraverso enigmatici portali che devono avere un significato importante. Immagina una costruzione di una certa altezza in pietra lavorata e scolpita con scene di personaggi in bassorilievo e statuette incastonate nelle nicchie. Il tutto di forma triangolare con il vertice in alto. Immagina ora che da tale vertice una grande spada pratichi un taglio netto in verticale verso il centro della base e separi quindi le due parti di un paio di metri. Ecco, questo e' l' ingresso tipico di tutti i templi e anche l'accesso a strade o proprieta' private. Viaggiando all' interno dell' isola il paesaggio si fa quanto mai dolce e accattivante. Tra un paesino e l' altro si attraversano lunghi tratti di lussureggiante foresta tropicale, coltivazioni a terrazze di riso, bananeti, palme da cocco e tutta una varieta di piante e frutti a noi sconosciuti. oltre i mille metri si passa nel regno delle fragole e dei laghi. La montagna piu alta di Bali e' un vulcano di 3000 metri. Munirsi di scarponi, giacca e maglione. Magari anche qualcosina per una offerta a Visnu. Ma la marea montante islamica avanza anche qui. Gia' l' Indonesia e' uno stato a maggioranza islamica e sebbene a Bali indu e mussulmani convivano da una cinquantina di anni, gli adepti del Profeta non riescono a sopportare un tale bordello e in pieno centro a Kuta compare una lapide che riporta i nomi delle vittime di un grave attentato, a matrice islamica, in una discoteca. Anche a Bali per cinque volte al giorno si sente il muezzin che invita i fedeli alla preghiera, perfino nei supermarket, e sempre piu nei centri di potere vengono assunte persone fedeli al Corano. Quindi un Nuovo Ordine avanza, l' ordine intransigente e coercitivo di Allah !
Diceva De Andre " Gli uomini della sabbia hanno profili di assassini, richiusi nei silenzi di una prigione senza confini "
 Sic transit gloria mundi.

lunedì 16 agosto 2010

DARWIN - BALI

DARWIN. Qui approdo' l' illustre omonimo CHARLES, da cui prese il nome la citta', durante il periplo del mondo della durata di tre anni, sul veliero BEAGLE. Viaggio che ispiro' poi nel corso della sua vita la dirompente teoria sulle origini e i processi evolutivi dei viventi del pianeta. Vista dal largo Darwin assomiglia a Manhattan, ma con qualche grattacielo in meno ( oltre alle Twin Towers). Possiamo azzardare, una piccola NY di frontiera, per il marcato stile anglosassone e la buona organizzazione del privato e del sociale. - Anche troppo - dicono gli australiani, per il fatto che si sentono oberati ultimamente da troppe regole e ordinamenti. I territori al di fuori della citta' sono in gran parte grandi riserve e parchi naturali ai quali si accede con vari mezzi; camper, auto, bus, piccoli aerei. Per me, la mountauin bike; una lunga pedalata in giornata per vedere i coccodrilli al CROC. PARK , praticamente una grossa Farm di allevamento e riproduzione di questi rettili dalla pelle molto redditizia una volta lavorata in vari manufatti. Massimo e Stefano invece si sono concessi una settimana in camper fino a ALICE SPRING e ULURU. Beati loro. Io, grossi lavori in barca tra cui la pulizia di un tank del gasolio dalle morchie accumulate in una vita.

5-8- 2010 ore 20
Passata la festa....si naviga! dalle 13,15 sbrigate le formalita' del Custom, fatto il pieno di acqua e gasolio, abbiamo ripreso il mare. siamo sempre in 4 ma, via Stefano e Lars, sono subentrati Riccardo, arrivato fresco dall' Italia il 29 e Alberto due giorni fa da Brisbane, con cui ero in contatto gia dallo scorso anno, essendo egli in Australia gia da tempo per lavoro e svago; leggi, convinto surfista. Rotta per 280 gradi, direzione BALI da cui distiamo 948 miglia.

6-8 13,15.
110 miglia nelle 24 ore. Poche. Causa correnti e vento contro. Ora abbiamo un 25- 30 nodi da E da questa mattina. Ammainata la randa proseguiamo solo fiocco. Bella giornata di sole. Mettiamo a seccare il pane.

7-8 13,15.
115 miglia > 24 h. Solo fiocco e poco vento di notte. Andatura soft per far passare il maldimare a uno della troupe. Secchiamo altro pane prima che faccia la muffa.

8-8 13,15.
Posizione: 11gr. 21' sud, 125 gr. 34' est. Calato il vento. Fortunatamente sempre dai settori est; proseguiamo lentamente sotto spinnaker. Preso un tonno di passaggio. Cioe', lui passava per i fatti suoi quando l' amo del nostro rappala l' ha arpionato sulla pinna dorsale ed e' cosi che l' abbiamo issato a bordo, di traverso, in modo tale che fino all' ultimo pensavamo di aver pescato una sula. (gabbiano)

9-8 13,15.
Cielo pulito, poco vento. Tutta randa e fiocco. 102 M >24 h. Ieri dopo il primo tonno ne abbiamo pescato un altro piu grosso. Ci stiamo strafogando di tonno in padella, in umido, nella pasta, etc. P.S.: era una tonna, la bottarga sotto sale.

10-8  13,15.
Altre 115 M > 24 h. Giornata no. Poco vento, troppo sole. Issando lo spinnaker, una prima volta andava a caramellarsi, la seconda si impigliava nell' ancora strappandosi alla base, la terza finalmente saliva a riva ma tutto incerottato. All' orizzonte si profila l' isola di PU PU SAWU. In acqua sfilano alcuni tronchi alla deriva. Cuidado ! Avanziamo lentamente a 3-4 nodi.


11-8 13,15.
Alé ! 147 M >24 h. Cominciamo a rimontare. Ormai superate a dritta le isole di TIMOR, ROTI, PU PU SAWU, DANA e stiamo costeggiando SUMBA molto al largo. Giornate di sole rovente e notti di stelle fiammeggianti. Tuttok, a parte un problemino questa notte alla timoneria di sinistra. Diciamo che ero rimasto senza lavoro...

12-8 13,15.
Sotto spi, sospinti dal respiro regolare dell' aliseo di SE. 102 M >24 h. Siamo sui 9 gradi di latitudine sud, come alle Marchesi. Stesso caldo tropicale che stemperiamo a secchiate di acqua di mare dalla scaletta di poppa.
13-8 13,15.
Mancano 75 M a BALI. 120 M percorse da ieri. Compaiono sempre piu spesso barconi da pesca indonesiani dalla prua bassa e slanciata e la poppa alta grossa e quadrata, tipica delle giunche cinesi. Filano centinaia di metri di palamiti con grosse esche che forse scendono in profondita', in questo mare dai fondali di 2000 metri.

14-8 20,00.
Ciao. Qui BALI MARINA, ormaggiati in banchina tra altri giramondo. Ci siamo arrivati al terzo tentativo : al primo abbiamo dato fondo in rada a BENOA, come da regolamento, chiamando ripetutamente via radio e telefono le autorita' locali. Alle 10 di mattina, sabato. Nada! Al secondo tentativo ci siamo accostati ad un peschereccio cinese in porto, chiedendo informazioni; ma qui ferveva una frenetica attivita di carico e scarico tra il fracasso dei motori accesi e un vociare assordante. Tutto molto folcroristico: uno dei cinesi ha preso un cesto e - wont you snake ? - ne ha estratto un paio di cobra tra le decine di altri che si agitavano nel fondo. Finalmente una buonanima del gruppo ci ha segnalato questo marina , nei pressi, e ha chiamato con il suo cell. per avvertire del nostro arrivo. Ok. Qui Balimarina. Il resto della giornata, trascorso con Alberto (gold man) a piedi tra un ufficio e l' altro nell' abitato di Benoa per vedere di metterci in regola. Finche pero' non becchiamo l' uff. immigrazione aperto, siamo confinati in barca. Amen.

sabato 24 luglio 2010

TORRES STRAIT - DARWIN

...eccoci. THURSDAY ISLAND e' un ' isola proprio curiosa. Ci si chiede subito come si sia potuto sviluppare un centro abitato cosi ben organizzato in un' isoletta di un miglio e mezzo, tra le altre che la circondano, piu grandi e quasi deserte, in mezzo allo Stretto di Torres. Da informazioni apprese sul luogo, risulta che questa isola si prestava inizialmente come sosta per il rifornimento di carbone per le navi che risalivano il Queensland e imboccavano l' Albany Passage. Vi sostavano inoltre in permanenza diversi evasi dalle carceri australiane, insieme a gruppi di pescatori di ostriche perlifere. Cosicche il governo decise di mettere ordine anche qui, come nel resto dell' Australia, con i suoi collaudati metodi anglosassoni. Ora, pare che l' isola sia appetibile, seppur fuori mano, come ultima frontiera dove investire in una seconda casa da usare nel tempo libero. Operazione questa per gente eccentrica, che si vuole diversificare - vacanze nello Stretto di Torres - E perche no? Il clima e' tropicale, quello che ci vuole per fuggire i reumatismi degli inverni di Sydney o Camberra. Pero', occhio ai coccodrilli.

11-7domenica ore 10,30
Ripartiti. Imboccato il Mar di Arafura a ovest di Thursday island. 20- 30 nodi da SE fino a martedi. Randa con 3 mani di terzaroli più fiocco. 720 miglia a Darwin.

12-7 10,30
538 M a Darwin. Preso alla traina altro makarel più grosso della volta scorsa. Procediamo con trinchette gemelle.

13-7 10,30.
436 M a Darwin. Vento forte da SE come sempre in questa stagione. Brutte onde esplodono sotto gli scafi. Ma il battellino e' al sicuro sulla rete di prua sgonfiato e legato.

14-7 10,30
Questa notte si e' aperto un anello della catena che sta alla base dello stralletto della trinchetta. Incredibile ! Acciaio inox da 6 mm, probabilmente ha ceduto la saldatura sulla chiusura dell' anello. Proverbio: ogni catena non e' piu forte del suo anello piu debole. Quindi tutto l' equipaggio in coperta a ripristinare l' assetto originario, anche perché stavamo troppo vicini al faro di Capo Wessel che e' stato una tribolazione da doppiare a causa di una corrente contraria. 329 M a Darwin.

15-7 10,30
216 M a Darwin. Continua il vento forte unito a piovaschi. Poco sole, i pannelli piangono. Solo fiocco ridotto e bisogna stringere l'andatura fino quasi al traverso per non allontanarci troppo dalla costa. Lars ha chiesto un termometro per la febbre. Grosse onde frangenti massacrano di uppercut Andromeda sotto il pianale tra gli scafi. Vediamo se resiste per le prossime due ultime riprese.

16-7 10,30
97 M a Darwin. Imboccato lo Stretto di Dundas, largo 15 miglia come Gibilterra, eppure con una tale corrente in uscita dalla baia di Van Diemme che siamo costretti a dare anche di motori. Cielo limpido, vento moderato, sempre da SE.

17-7 21,00
E' fatta ! Qui Darwin. Sette giorni daThursday Island con un'unica sosta questa notte a ridosso del faro di Capo Hotham a sud della baia di Van Diemme. Quest'oggi ancora motori, sopratutto per superare la forte corrente tra due zone di reef dove, pur andando a 8 nodi sul log, ne facevamo solo 1,5 reali sul GPS. Ancoraggio a Fanny Bay. Conosciuti tra le tante barche in rada Anna e Pierpaolo di Talismano che finora avevamo sentito solo via radio.

sabato 10 luglio 2010

CAIRNS > TORRES STRAIT

22-6 ore 21.
Che si puo dire di Cairns ? Tutto il bene possibile, per quel poco che abbiamo visto. Una citta' impeccabile, ariosa, allegra, funzionante. Un Marina dai prezzi piu bassi di un terzo rispetto ad altri dove abbiamo ormeggiato, a partire da Sydney. Gente ospitale e disponibile piu che altrove. Eppure dopo soli tre giorni di sosta riprendiamo il mare. Dobbiamo voltare l' angolo, su al nord, a capo York nello stretto di Torres per continuare il giro verso Ovest. Vento forte oggi. Fino a 33 nodi da SE, piovaschi e onde nonostante la protezione, lontana, della Grande Barriera Corallina. Solo fiocco, anche terzarolato, abbiamo comunque raggiunto PORT DOUGLAS, cittadina di lusso che a Stefano ricorda Forte dei Marmi. Facciamoci una birra.

24-6 ore 21.
Grossa novita' : e' arrivato in volo dalle Fiji MAX. Altro precedente ospite di Andromeda in Atlantico e in Pacifico. Precisamente da Santo Domingo a Panama via arcipelago San Blas e da Panama alle Galapagos ai tempi di Eliseo, con il quale ho proseguito poi, solo in due, verso le Marchesi, le Tuamotu e Tahiti. Ora siamo in cinque. Forse domani sciogliamo gli ormeggi e salutiamo Port Douglas, dove in fondo ci siamo trovati bene e a parte qualche lavoro, si e' potuto fare un po di turismo stanziale, da spiaggia. Tutto bello e funzionante dunque, ma il mare rimane tuttavia a rischio : rischio squali, si nuota tra reti di protezione; rischio meduse, anche se fuori stagione sono pronti qua e la lungo le spiagge flaconi di aceto, pare unico ma blando rimedio. Rischio coccodrilli, compaiono cartelli di avviso di non bazzicare estuari, zone di mangrovie e si sentono storie di coccodrilli trovati a 50 km dalla costa lungo la barriera corallina! Occhio ai gommoni gonfiati ad aria. Bel posto il nord del QSL.

25-6 ore 17,30
Siamo ancorati ad una lunga mezzaluna di spiaggia a Capo TRIBULATION. Nel nome un destino : infatti una fastidiosissima onda che aggira il promontorio ci colpisce al traverso ed e' un rollio continuo e snervante. Tanto che ho preferito rimanere di guardia mentre i quattro marines prendevano terra dopo una lunga pagaiata controvento. Sulla spiaggia c' erano diversi gruppi di persone arrivate in auto a passare una giornata in questa baia selvaggia sotto tutela Parco Nazionale. Si stava meglio questa mattina quando abbiamo fatto sosta a LOW ISLAND. Niente onda, sole a picco, bagnetti. Saverio e' partito con muta e pinne a esplorare il reef; poco dopo e' scomparso dietro l' isoletta del faro e non ricompariva più...Ingoiato da uno squalo ? Subito sono scattati i soccorsi mentre Max rimaneva di riserva in barca. Pagaiando verso il faro, finalmente lo rivediamo spuntare dalle profondita marine ed e' seguita poi sulla spiaggia una piccola predica. L' isoletta del faro si contorna a piedi in pochi minuti. Qui abita Rich, boss del posto che gentilmente ci ragguaglia sulle meraviglie del suo regno. Nel frattempo sono arrivati i catamarani day charter di Port Douglas che sbarcano alcune decine di turisti. Questi vengono accompagnati poi da una assistente chioccia, a nuoto con il salvagente in gruppo compatto, a vedere il passaggio delle testuggini.

26-6
Brutta notte a Cap Tribulation. Rollio selvaggio senza soste, vento forte e scrosci di pioggia. Appena spunta l'alba, niente collegamento radio, colazione veloce e via, via ! 40 miglia con SE sostenuto ed eccoci a COOKTOWN. Alla traina hanno abboccato un tonno e una sula. Il tonno si e' sganciato al momento di issarlo a bordo ed ora gira per i mari con un piercing-amo sul labbro. La sula e' stata rimessa in acqua frastornata e sanguinante. Le facciamo tanti auguri. A Cooktown sbarca Saverio, come da programma e rimaniamo in quattrro. Cooktown a differenza dal lusso volutamente esibito da Port Douglas e' quasi un paese fantasma del Far West americano. Ha avuto una storia travagliata : dai 30.000 residenti ai tempi della corsa all' oro e agli opali si e' ridotta a 300 persone qualche decennio fa. Ora si e' un pochino ripresa, qualche bar, ristoranti, servizi primari e ovunque monumenti e richiami a JAMES COOK che nel 1770 qui porto' l' Endevour per le riparazioni necessarie dopo essere finito sul reef e aver rischiato di affondare. La sosta forzata consenti' allora per la prima volta un certo numero di contatti e conoscenza reciproca tra bianchi e aborigeni. E canguri.

29-6 ore 21.
Tre giorni a Cooktown. Un po' di turismo, di lavori meccanici al motore e scorte alimentari prima del grande nulla, inteso come assenza di zone antropizzate fino a capo York. Solo natura selvaggia dove i predatori sono i coccodrilli di mare, almeno finche i predatori umani non necessitano di borsette e cinture. Ci siamo spostati dunque a ridosso di capo FLATTERY dove gia' stanno ancorati due pescherecci. Serata in barca tra filmati e fotografie dei bei tempi andati.

30-6 ore 20,30
Volata mattutina di 20 miglia fino a LIZARD ISLAND. Tre mani alla randa e piccolo fiocchetto. Alle 11 siamo gia sottovento all' isola quando da una laguna interna escono quattro barche a motore, tutte uguali, gialle. Militari ? Si avvicinano a tiro di binocolo e...no! Donne! Quattro barche di donne! Che si sbracciano, salutano ma tirano dritto nonostante i nostri inviti. -L' isola di Lesbo- dice Max. Ancoriamo quindi su tre metri poco dopo il Resort davanti ad una spiaggia da cartolina: l' acqua e' limpida e trasparente come non ne vedevo da tempo e alcuni grossi pesci gia vengono a prendersi l' ombra del catamarano. Ai lati della spiaggia si innalzano lisce pareti di granito che mi fanno prudere i polpastrelli. A 30 m sulla dritta alcune boe delimitano una zona di rocce coralline. Ed e' cosi che dopo pranzo passiamo un piacevole pomeriggio tra: immersioni nel mondo dei coralli insieme a una miriade di pesci variopinti, razze della sabbia e tridacnae gigans dalle labbra di un blu intenso che ci divertiamo a far chiudere di scatto al solo tocco. Scalate in aderenza delle pareti granitiche come scorciatoia alla spiaggia del resort, dove pero non c'e' traccia delle bimbe delle barche gialle. Passeggiate su sentieri naturalistici che si dipartono dalla pista del piccolo aereoporto, sentieri lungo i quali compaiono qua e la cartelli informativi su piante e animali del luogo. Intanto attorno all' isola il vento continua a soffiare a 30 nodi.

2-7 ore 17
Il meteo di questa mattina dava i soliti 20-30 nodi da SE. Ma 20 o 30? Facendo finta che sarebbero stati 20, salpate 2 ancore, ci siamo messi in rotta per HOWIK ISLAND, tre mani alla randa e fiocchetto. 30 miglia e alle 13, dato fondo a NW dell' isola, siamo passati alle operazioni gastronomiche per onorare un bel Mackarel di 70 cm preso alla traina. Ci strafogheremo di mackarel per due giorni di seguito. 3-7 ore 16,30.
Sempre con 30 nodi e oltre, doppiato capo MELVILLE e dato fondo a FLINDERS ISLAND davanti ad una lingua di sabbia. Il portolano avvisa che spesso c'e' affollamento di barche e non si trova posto. Questo quando in zona c' era una certa attivita di raccolta "bec de mer" e ostriche perlifere, tanto che qui stazionava una chiatta adibita a rifornimento acqua e carburante. Ora siamo solo noi.

4-7 ore17.
Con una botta da 60 miglia siamo arrivati all' isola delle barzellette: piccola piccola, con una sola palma che si innalza sopra un prato di agavi fioriti; sabbia tutto attorno. La classica isoletta del naufrago. Intanto ci tocchiamo nelle parti basse secondo noti rituali scaramantici. Isola MORRIS si chiama. Cercatela nel web. 13 gradi e 30'sud; 143 gr.45'est.

5-7 ore19.
Questa mattina siamo scesi per un breve giro esplorativo dell'isoletta. Sotto la palma c é una tomba decorata da decine di conchiglie di nautilus e con tanto di croce in legno. No comment ! 45 miglia di navigazione seguendo il canale tra reef e costa ed ora siamo a LLOYD BAY di fronte a una lunga foresta di mangrovie ed eucalipti. No spiaggia. Zona di coccodrilli e riserva di Aborigeni, tre dei quali al nostro arrivo erano intenti a pescare da una barchetta in alluminio munita di fuoribordo esagerato.

Piove. 6-7 ore 20.
Sempre piu a nord e sempre con WARNING strong wind. E pensare che lungo tutta la costa australiana che abbiamo percorso nei mesi passati, durante i periodi di warning ce ne stavamo rintanati in attesa di tempo migliore. Ma qui se ci vogliamo muovere non ci sono altre soluzioni; si va e si incrociano le dita. Non ho mai fatto un periodo cosi lungo con tre mani di terzaroli alla randa. E meno male che facciamo solo tappe diurne, perche ogni notte il vento soffia e ulula ancora piu forte. Come alle Kerguelen. Ora siamo a capo Greenville, 60 miglia anche oggi, sotto raffiche e piovaschi. In rada oltre a noi, altre tre barche a motore; molto illuminate.

7-7 ore 20.
Mentre oggi ci macinavamo le nostre ormai consuete 60 miglia giornaliere, si diceva: - A fine giornata ancoriamo a TURTLE HEAD presso la compagnia di coltivazione ostriche perlifere e domani ci concediamo un giorno di sosta. Bagnetti, scendiamo a terra a comperare perle direttamente alla fonte, scorta di noci di cocco, magari c'e' segnale per cell. e computer, passeggiatine e relax.- Illusi ! Qualcuno ci punta dall' alto e fa i dispetti. Appena arrivati in rada c'e' mancato poco che finissimo in secca su un fondale che le carte davano di 7 m. Nel tentativo di ormeggiare ad una boa quasi ci rimettevo le dita della mano destra. Una gaffa finita in acqua e affondata. Il vaffanculo incazzatissimo in inglese di un tale sulla riva perché la boa non era da ormeggio barche, ma teneva le file delle sue ostriche. Il buio della sera e l' abbaiare continuo dei cani del tipo che ci lanciavano chissa' quali parolacce nel loro dialetto canino ! Ora siamo ancorati su 6 m con 30 di catena tesa dalle raffiche. Ha da passare a' nuttata. Ma domani, appena chiaro, via!

8-7 Giovedi ore 20.
Ragazzi, siamo arrivati in cima all' Australia. THURSDAY ISLAND oltre CAPO YORK nello STRETTO DI TORRES. Qui passeremo qualche giorno di sosta prima di affrontare il MAR DI ARAFURA verso Darwin. Poi vi racconto...

sabato 19 giugno 2010

MACKAY > CAIRNS

Dal diario di bordo, che e'gia sintetico di suo :

10-6 ore 20.
Qui isola BRAMPTON, a 30 miglia da Mackay che abbiamo lasciato in mattinata con il "veterano"Lars a cui si sono aggiunti SAVERIO lunedi e STEFANO oggi. Siamo dunque in 4, ridossati da un forte SE per il quale e' bastato il fiocco, all' ancora di fronte ad un Resort sulla spiaggia dove si aggirano annoiati alcuni turisti fuori stagione. Davanti al Resort si allineano una dozzina di palme da cocco, ma non una noce dimenticata o sperduta per noi. L' aria e' ancora piuttosto freddina nonostante ci si sia portati a 21 gradi sud. Domani cambiamo isola. Ormai siamo nel gruppo delle Whitsundey e tutte si allungano a vista verso nord.

11-6 ore 18.
Ola' ! Da mezzogiorno siamo a THOMAS, altre 17 miglia a nord, ridossati di fronte a una delle tre spiaggette della zona, insieme ad altre 4 barche. Vento sempre dal settore sud 15- 20 nodi. Pressione stabilizzata a 1015 mb; vediamo fino a quando. Pomeriggio trascorso un po a terra un po in barca cominciando a mettere a punto il sistema Winmore per trasmettere dati via radio HF, con l' aiuto di Stefano Feroci esperto radioamatore e precedente compagno su Andromeda in Atlantico e in Andalusia nel 2006-2007. A volte ritornano...

12-6 ore 18,30.
Whitsunday Island, all' ancora in un ridosso di NW tra decine di barche uscite per il week end. Verso mezzogiorno, con ardita azione da commandos, siamo penetrati nel superfigo Marina di Hamilton Is. dove sono sbarcati al volo due dei marines di Andromeda, Stefano e Lars. Quindi con Saverio subito via in mare fuori dal porto, ma prima che dalla torre di controllo si capacitassero di cosa stesse succedendo, dentro di nuovo con altra fulminea azione, per prelevare sempre al volo i due marines carichi di refurtiva alimentare. Gnam !

13-6 ore 18.
Volata con solo fiocco terzarolato fino ad Airlie Beach, centro molto turistico gia vissuto lo scorso luglio di ritorno dal raid automobilistico nelle regioni interne del QSL. Per domani il forecast prevede warning da SE. Domani sosta con asciugamani sull' erbetta attorno alla piscina. 


16-6 ore 11.
OK ragazzi. La prossima notte di navigazione la faremo solo con luna piena, previsione di soli 5-10 nodi al giardinetto e autopilota inserito. Basta soffrire. Pero' intanto abbiamo acchiappato MAGNETIC IS., snobbando TOWNSVILLE, calamitati appunto da quanto bene se ne parla in diverse pubblicazioni. Mo' vedemo.
17-6 ore 20.
Un buon ancoraggio a Magnetic Is. si trova sulla costa NE. Grande spiaggia contornata da un microabitato a forte vocazione turistica, bar , ristoranti, shop, etc. Esiste un collegamento autobus tra alcuni resort e un grande Marina sulla costa sud dell' isola. Alle spalle dell' abitato si dipartono alcuni sentieri che salgono sulle colline circostanti dove si possono fotografare i koala nel loro abitat. Finalmente abbiamo trovato delle noci di cocco. Siamo ai tropici. Date buone condizioni meteo questa mattina abbiamo salpato l' ancora e trascorso quasi tutta la giornata in navigazione trainati dallo spinnaker.10 - 15 nodi di vento in poppa, cielo terso, temperatura gradevole. Ora siamo ormeggiati ad una banchina galleggiante a SW dell' isola ORFEO. Un lungo pontile da qui arriva alla spiaggia. Tutta l' isola e' parco naturale, vegetazione molto fitta da cui emergono qua e la caratteristici gruppi di grossi massi rotondeggianti. Ricorda un po la Costa Smeralda.


19-6 ore 20.
E' stato ieri mattina: esco in pozzetto dopo una notte di vento e onde che massacravano il fianco sinistro di Andromeda schiacciandolo sul pontile galleggiante, e non vedo piu Elena! Sempre lei. In qualche modo si e' slegata dalla base del candeliere ed ora chissa' dov'e'! Tutte le altre, Rosa, Paola, Silvia ect., cioe' i parabordi a cui sono stati dati i nomi della squadra di ragazze con le quali Andromeda ha percorso parte del QSL lo scorso luglio, sono al loro posto. A meta' mattinata dopo gia diverse miglia sotto spinnaker, l' occhio di falco di Saverio nota una cosa bianca che galleggia parallela alla nostra rotta a circa duecento metri. Elena! Caspita che nuotata  Acquatica vagabonda. Giù lo spy e la recuperiamo a motore. Ok. Famiglia al completo. E avanti col vento in poppa fino a mezzogiorno;
e poi ancora per tutto il pomeriggio e parte della sera. C'e' uno spicchio di luna che ci accompagna fino a mezzanotte lasciando il campo poi ad una smagliante Via Lattea per tutto il resto della nottata. Maciniamo miglio dopo miglio, sistemeticamente, se pur con vento scarso. Ma siamo gia cosi avanti che ci concediamo una sosta meridiana a TURTLE BAY subito a nord di Fitzroy Is. E infine eccoci qui: CAIRNS. L' ultimo grosso centro del QSL, ancorati tra tante altre barche di fronte al Marina.

martedì 8 giugno 2010

BRISBANE - MACKAY


17-5-2010
ore 20 Tornato in barca. Da solo. Ma la giostra continua. Al lavoro dunque.

24-5
Ventiquattro maggio.
" Il piave mormorava calmo e placido al passaggio
dei primi fanti il 24 maggio."
Siamo ai tempi della prima guerra mondiale in zona Friuli Venezia Giulia con i soldati italiani attestati in trincea "per far contro il nemico una barriera".
Poi, si sa, Rommel dell' esercito austroungarico con una geniale manovra delle sue riusci' ad aprire un varco nelle linee italiane presso Caporetto per dilagare poi nella pianura fino a Vittorio Veneto.
Gli Alpini, corpo speciale di montagna, barricati a presidiare i valichi in quota e le cime stesse su tutta la linea del fronte, ricevettero l' ordine di ritirata insieme al resto dell' esercito.
Una tragedia nella tragedia ! COME ?!! Dopo quattro anni di guerra su' in alto, un inverno piu gelido dell' altro, sopportando indicibili fatiche, sacrifici inumani, non cedendo di un palmo anzi guadagnando cima dopo cima, pagate con la morte di amici e fratelli....RITIRARSI !?! MAI !
Ci fu chi giuro' di non muoversi di un passo, di sparare fino all' ultima cartuccia e passare poi alla baionetta !
Si videro Alpini grandi e grossi dallo sguardo feroce piangere disperatamente come bambini... Destino infame !
Ecco. Scusate questa rimembranza, m' e' uscita cosi.
Qualcuno mi chiedera', ma quanti anni hai ? Calma, sono cose che si leggono nei resoconti dell' epoca. Io non c' ero.
Per questo sono ancora qui. A Brisbane. La barca e' andata in acqua l'altro ieri e sto su due ancore davanti al cantiere aspettando che il vento giri a sud per andare a nord.

27-5
ore 21. Qui MOOLOOLOBA. Guadagnate 50 miglia a nord. Partito da solo all' alba. Giornataccia di pioggia e nebbie ma con vento buono, 15 - 20 nodi da SE. Solo fiocco e un po di motore tra i WPT nella baia di Moreton.
Imbarcato in serata un giovanotto di 28 anni , LARS, tedesco di Hannover, backpacker per vocazione. Zero esperienze veliche. Vedremo come se la cava.

31-5
ore 17. Siamo a LADY ELLIOT ISLAND. Una strepitosa tirata da ieri mattina a turni continui di giorno e di notte.
Lars ha patito un po di mal di mare ma ha tenuto fino in fondo. Vento forte da ovest, girato poi a sudovest non ci ha consentito di raggiungere la costa a nord dopo Fraser Island percorsa sul lato oceano.
Ora siamo a ridosso di questa isoletta da turisti, pista di atterraggio resort spiaggia, ormeggiati ad una boa salvacoralli mentre il sole se ne va a nanna.
Bagnetto in mare alla faccia di squali e jellyfish. Poi a nanna pure noi. Con allarmi sveglia. Occhio ai giri di vento e alla tenuta della boa.

1-6
ore 21. Finalmente il vento si e' deciso a girare lentamente da sud. Sempre tirando di bolina abbiamo cosi acchiappato il fiordo di 1770 Town. Dove James Cook approdo', primo bianco in Australia, appunto in quell' anno. Per gli aborigeni che qui stavano da 40 mila anni, fu l'inizio di una tragica fine.

3-6
ore 20. Dopo una giornata di sosta e rifornimenti, via di nuovo alle prima luci verso il caldo dei Tropici.
54 miglia macinate in giornata tra alti e bassi di vento. Preso un bel tonno, ma abbiamo finito il gas. Cosi' ce lo stiamo spolpando crudo, marinato a cubetti, qui all'ancora sotto il faro di Cap CAPRICORN. Domani sulla spiaggia provvederemo a cucinare il resto, ed e' ancora molto, su un fuoco di legna. Una parte a tranci fritti in padella e una perte bollito e messo in vasetti sott'olio. Guten appetit.



4-6
ore 21. ROSSLYN BAY MARINA. 32 M di vaghe ariette, anche contro. Sosta tattica, dove faremo il punto della situazione

5-6
ore 20. Nel fiordo di CORIO. Buio pesto. Solo due piccole luci a 100 m, una rossa e una verde installate su due casette galleggianti. Forse segnano la via verso un vecchio pontile che si intravede dietro. Qui comincia la zona militare del QSL. Purche non siano cominciate anche le manovre. Saremmo un bel bersaglio. Bum !

7-6
ore 20. Altro Marina. Dentro il grande Harbour di MACKAY. Ci e' costato due giorni e una notte, senza luna, di vento forte tra isolotti che comparivano nel buio e tra zone di reef non carteggiate. Il meteo dava 15- 20 nodi di S- SW ma ne abbiamo beccati anche 40 ! Con il solo fiocchetto terzarolato per tre quarti facevamo ancora 10 nodi.
Alla fine tuttok a parte il sonno e la fatica. Ma era una cosa che si poteva fare e si e' fatta. Buona notte.

domenica 23 maggio 2010

Beccatevi questa:

Se ami il mare e, al soffio del vento,
volare sull'acqua col cuore contento,
lascia che il sogno ti prenda la mano
e fatti portare da un catamarano.

E' un mondo speciale quel che si cela
su un camper che viaggia sospinto da vela.
Non e' una vacanza o una semplice gita,
ma un'esperienza che cambia la vita.

Ci vuole passione, piu' che coraggio
per entrar a far parte dell'equipaggio.
Ti do un consiglio, se ne hai bisogno:
sali su Andromeda, realizza il tuo sogno.

Non serve esperienza e gia' puo' bastare
che tu non soffra di mal di mare.
E' vita semplice, se vuoi, spartana,
bella, appagante, e' vita sana.

Fai un pezzettino di giro del mondo
insieme allo skipper che e' gia' al suo secondo.
Se non porti amici li trovi qui a bordo,
e la citta' sara' solo un ricordo.

C'e' un rischio grave, non  serve negare,
ed e' che farai, poi, fatica a sbarcare!

Da Acquatica Vagabonda

domenica 28 marzo 2010

COFFS HARBOUR - BRISBANE


20-2
ore 20. PLUFF ! ...e diamo fondo su 4 metri subito all' interno dei due muraglioni d' ingresso del CLARENCE RIVER. Pochi minuti fa il pluff poteva riguardare la scuffia di Andromeda che entrando forzatamente nonostante la forte corrente di marea uscente, si e' trovata inclinata di 45 gradi su un ripido cavallone preso al traverso. Lo schiaffone del frangente annesso ha fatto schizzare libri e cose giu dai ripiani e gli spruzzi sono passati sopra il boma. OK. Giuro che per i prossimi ingressi di questa ostica East coast australiana calcoleremo meglio i tempi. Le uscite non sono un problema, si vedono e si valuta se partire o no. La partenza di oggi da Coffs Harbour infatti e' stata da manuale nonostante la pioggia e un po' di onda residua. Poi dipende dall' evolvere delle condizioni durante la giornata, che possono determinare il proseguimento della navigazione in notturna o no.
Bueno, ora qui il posto e' tranquillo e carino, con una invitante spiaggetta a portata di remi. Ai lati del fiume abbiamo due paesi, Yamba e Iluka da visitare nei prossimi giorni di vento contrario. Ma se risultano interessanti ci possiamo trattenere per tempi anche piu lunghi.




27-2
ore 16. Ecco, come prospettato all' inizio, a Yamba e Iluka ci siamo fermati per quasi una settimana. Ancorando in tre posti diversi abbiamo avuto modo di esplorare e conoscere una buona parte della zona. Abbiamo conosciuto MARTIN, aitante giovanotto che vive su un catamarano Wharram con tre figli piccoli ( ma la mamma dov' e' ) e la coppia del catamarano Wishker, buona miniera di informazioni.
I due paesini sono una via di mezzo tra centro vacanze alla moda, boutique, surf, diving e ritiro spirituale per vecchietti all' ultimo stadio prima del Paradiso, allineati come sono nelle loro villette tra i viali nel verde.
 Bel terreno di caccia per i Testimoni di Genova che hanno fermato anche me, bianco di pelo e di canuto aspetto. Ma gli e' andata buca: di Genova ho gia una buona considerazione ma solo come ex Repubblica Marinara nel periodo in cui era chiamata "La Superba".
Orbene, dopo questa settimana da terraioli, dato vento da E-SE, ieri mattina siamo usciti con l' alta marea. Navigando navigando, randa due mani piu fiocco, al traverso e di bolina, tra scrosci di pioggia battente e sprazzi di sole e poi ancora di notte a turni di un' ora a testa, la luna, i delfini, le raffiche, due tre nodi di corrente contro, le onde cattive che martellavano il pianale e i fianchi di Andromeda, siamo infine entrati fortunosamente nella pass di TWEED HEADS non senza la solita dose di adrenalina e batticuore. Voila', all' ancora su due metri tra altri due catamarani in un canale dove la corrente cambia direzione ogni sei ore. Piove.




1-3-2010
ore 23,30. Di notte. E' aumentato il vento e ripiove. Ma siamo abbastanza tranquilli all' ancora a ridosso dell' isola di WAVE BREAK di fronte alla pass di GOLD COAST SEAWAY dove siamo entrati alle 10 di questa mattina dopo 15 miglia tirate a motore. Da qui la navigazione proseguira' all' interno della baia di Brisbane seguendo diligentemente le segnalazioni dei canali. Sotto l' acqua perche' sono previsti altri due giorni di pioggia. L' ultimo sole l' abbiamo quindi visto ieri durante la giornata passata a terra visitando la cittadina di Tweed Heads e Coolangatta, linea di frontiera tra NSW e Queensland, sul promontorio di DANGER POINT. Costa di lunghe spiagge, onde e surfisti. Ve ne erano a decine a cimentaresi con l' oceano, ripresi dalle TV locali, nonostante l' avviso Warning di possibile TSUNAMI a causa di un violento terremoto nel Pacifico al largo del Cile.
Male che vada saranno famosi.





28-3
ore17. E' passato quasi tutto il mese dall' ultimo scritto. Tre settimane di black out. Che e' successo ? Dove siamo finiti ? Come sta Andromeda ?
Ok,ok. Gia' avevo anticipato che la navigazione sarebbe proseguita all' interno di Moreton Bay, ma non per questo ci siamo seduti e rilassati. Se ne sono viste di tutti i colori. Esempio, colori grigi: la grossa boa del cantiere Monti's nel Cabooltour River che se ne va a spasso per decine di metri trascinando Andromeda ad impigliarsi tra i rami degli alberi sulla riva e poi a sbattere addosso alle altre barche.
I patemi per il ciclone ULUI su nel Queensland, scende, risale, lo becchiamo ?
Le zanzare.
L' attesa di una mattinata dell' alta marea in seguito ad un insabbiamento nei canali. Eccetera.
Colori luminosi: i bei tramonti e le albe dorate. Le camminate su spiagge e dune solitarie e selvagge. Gli incontri con Alessandro di Adaro e la sua famiglia in rapido incremento. E infine il colpo gobbo, la fortuna di aver trovato un cantiere sul Brisbane River dove tenere Andromeda in secca nei due mesi di rientro in Italia.
Partenza domani. Ciao.
IMPORTANTE !  VAI SU " ACQUATICA VAGABONDA"  E "A COME ANDROMEDA" .
QUESTO PERIODO,SIDNEY BRISBANE, VIENE DESCRITTO COSI BENE CHE TI SEMBRERA' DI ESSERCI STATO DI PERSONA.


venerdì 19 febbraio 2010

SYDNEY - COFFS HARBOUR

1 -1 -2010  CAPODANNO.

Ore 0.30 Ecco,come dicevamo, 18 minuti di fuochi, scoppi e girandole tra le campate del Ponte.
Buon Anno.
ore 22.50 Giornata tranquilla. Ci siamo riportati a Blackwattle Bay a ripulire la barca da tutti i cascami fuligginosi dei petardi.
Nel pomeriggio durante un giretto in battellino con Phil. vediamo al pontile di fronte un catamarano con l'albero divelto e messo di traverso sulla tuga. Lo skipper e' un americano che ha avuto la sventura di vedersi cadere l'albero addosso cercando di passare sotto il ponte di DARLING HARBUOR che pero' era troppo basso. Scarsa attenzione? Troppe libagioni? Comunque sia non la potra' considerare una giornata tranquilla.

4 -1
ore 20.00 Riaprono le attivita' dopo le feste. Cosi' ci siamo mossi , motore e fiocco, per fare acqua, benzina e gas a Rushcutter Bay. Quindi, motori e fiocco, ripassiamo per la settima volta sotto il famoso Ponte e andiamo ad ormeggiare ad una boa a sudest dell'abitato di DRUMMOYNE. Scendiamo a terra tutti e, nell'ordine:
Velaio. Chiuso fino al 18.Shipchandler. Pittura, redancie e life line.
Pub irlandese per giro di birre. Questa del Pub e' nata per caso; incuriositi e attirati (come Pinocchio dalla musica delle giostre di Mangiafuoco mentre andava a scuola) da un edificio dove sventolava una bandiera italiana, ci siamo trovati invece all'ombra e al fresco della vecchia Irlanda. Non male.
Verso il tramonto mentre sono alle prese con lo smontaggio del pulpito di poppa, arriva un barchino con un tale che ci invita a sloggiare dalla sua boa. Bloody English! Motori. Ci tocca tornare dalle parti del Fish Market.

24 - 1
Siamo ancora a Sydney. Praticamente da un mese, essendo arrivati la mattina di Natale 2009.
 A Syd. si sta bene. Per quanto si giri per la citta' c'e' sempre qualcosa di nuovo da scoprire.
 Ma le novita' in questo frattempo sono state altre. Grossi lavori sul sistema idraulico della timoneria, che peraltro ci ha fatto conoscere la cittadina di CHATSWOOD dove ci siamo recati in treno io e Eugen per portare un pistone a olio a cambiare le guarnizioni. Sempre con Eugen e' seguito poi un tour in pullmann alle BLUE MOUNTAINS con discesa speleologica nelle grotte della zona. Almeno si stava al fresco, data la calura all'esterno.
La ricerca di un genoa piu grande ha portato alla fine ad un risultato positivo; salvo imprevisti, domani il velaio FRED dovrebbe ricevere un genoa della giusta misura riscontrata da lui stesso qualche giorno fa qui a Blackwattle Bay. Fred mi era stato segnalato da Josie (Josephine) amica e compaesana di Umberto de Luca aspirante acquirente di questo catamarano.
Altra novita' di rilievo, il 14 e' arrivata ELENA.
Navigatrice ormai scafata (2 scafi) , come altri amigos che su Andromeda si sono trovati bene, vedi Phil, e' tornata a vivere altre esperienze nautiche. Le e' toccata cosi' la messa a terra del catamarano in una spiaggetta isolata in un fiordo ad ovest di MANLY. Con tutti gli inconvenienti e gli imprevisti che la cosa ha comportato, tipo marea insufficiente, scavi di fosse nella sabbia e fatiche varie.
 Ma anche questa e' fatta; un' incombenza inderogabile per fissare uno zinco al piede dell'elica e cambiare l'olio degli ingranaggi interni. 



Dopo tutto cio', e' recente di ieri, per poco la barca non e' finita a scogli !
Ce ne stavamo tutti in giro per la city in cerca di ombra e di fresco quando nel primo pomeriggio sono partite una serie di raffiche micidiali di vento da sud ! Primo pensiero: terra' l'ancora ? Di corsa verso il Fish Market ! Andromeda non e' piu al suo posto e non si vede in giro...Il battellino in banchina non c'e' piu , segno che Phil e' arrivato prima di noi. Corri a fare il giro della baia ! Andromeda se ne sta proprio in mezzo e pare sia in movimento. Phil a bordo corre qua e la trafficando con le ancore. Insomma per farla breve e' successo questo: alle prime raffiche l'ancora ha cominciato ad arare; per grazia del cielo due velisti del monoscafo vicino l'hanno raggiunta con il loro dingy e hanno dato fondo ad una seconda grossa ancora della loro barca con tanto di catena e cima. E' chiaro che devo avere dei Santi in Paradiso che in questi casi disperati mobilitano squadre di angeli salvatori. Angeli che vivono di birra. Ora scendiamo e gliene prendiamo due casse.
 Invece i Santi non so come ringraziarli; mi hanno aiutato anche l'altro giorno quando eravamo ormeggiati ad una boa di Manly. Ce ne stavamo tutti sulla spiaggia dei surfisti quando mi arriva un sms in inglese che dice che stanno portando via Andromeda dalla boa per chissa' quali motivi ! Altra corsa a perdifiato ed ecco l'Andromeda con accostato un motoscafo della Capitaneria. Telefonate concitate, pagaiata furiosa per raggiungerli, motori e ancoraggio nei pressi. La boa e' privata e chissa' chi li ha chiamati per rimuovere la nostra casetta galleggiante. OK. Domani, presentarsi in capitaneria da Steve Brown per il conto !
L'indomani mi presento, ma con Elena che parla l'inglese come l'italiano e quando Steve Brown la vede e le parla, si scioglie come un ghiacciolo al sole e ci lascia andare liberi e belli senza nessunn addebito. ALLELUJA !.

28 - 1
ore 20 Lasciata la baia di Sydney. Alle 8 di questa mattina, abbiamo cominciato a risalire la costa verso nord. Gia' qualche miglio l'abbiamo guadagnato ieri fino a Manly con una veloce veleggiata di bolina larga, timoniere Phil. Motori invece per le 15 miglia che ci separano dall'ingrasso di BROKEN BAY. Per il pomeriggio e' prevista pioggia.
Andiamo quindi ad ormeggiare ad una boa pubblica da 24 ore di HALLETS BEACH, ben dentro un fiordo protetto da ogni vento. Sulla spiaggia antistante e' in corso una partita di cricket tra due squadre che non si capisce da dove siano spuntate dato che oltre a noi si vedono ormeggiati un monoscafo e una house boat. Forse via terra. Vedremo domani. Intanto mi faccio un giretto esplorativo in kayak e al ritorno mi becco un acquazzone in piena regola. No problem. L'aria e' calda, l'acqua tiepida e i goccioloni che tempestano la superficie del mare fanno nascere una miriade di fiori bianchi, luminescenti nel grigiore diffuso del temporale. Inzuppato e felicemente sorpreso da questa novita', mi metto a cantare a squarciagola !

9-2-2010
ore 22. Siamo a LAKE  MACQUIRE  ENTRANCE, ormeggiati ad una boa prima del ponte apribile. Dopo piu di 10 g. passati a Broken Bay da una baietta all''altra, ci siamo mossi all' alba approfittando di un calo di vento che per giorni ha imperversato cattivo e bagnato da NE. Oggi, motori e vele per 35 M sotto un bel sole amico.
Per il periodo trascorso a broken Bay, che e'stato una felice vacanza, scriveremo a parte. Merita.

10-2
ore 22. Dopo attenta valutazione, niente lago, solo mare. Quindi in mattinata ci siamo fatti le 12 M rimanenti per arrivare a NEWCASTLE, grossa citta' industriale, centro carbonifero per il quale decine di cargo stazionano al largo ancorati su 30 m aspettando il rimorchiatore di turno per fare il loro carico. Sosta meridiana ad una boa presso Stockton Bridge e ci spostiamo ad un Marina piu vicini al centro. Segue pedalata pomeridiana attraverso i punti salienti della city e chiudiamo in serata con gran finale a Fish&cips in un pub tipicamente english.

11-2
ore 20. Cotti come pere! Che e' successo? Un pomeriggio intero arrancando tra le sabbie del deserto del Sahara! Beh, veramente si tratta di una vasta zona di dune lungo Stockton Beach ma la suggestione e' notevole! Una bella sgambata affondando ad ogni passo nella sabbia morbida, anche seguendo le tracce dei fuoristrada a trazione integrale che vengono a godersi questo insolito ambiente. Noi idem. A piedi. Siamo cotti ma ne valeva la pena. Vedi foto.




12-2
ore 20. Ale' ! Altre 26 M vela e motori e siamo a PORT STEPHENS. Grande insenatura contornata da diverse baiette fornite di moorings e di buoni fondali per gli ancoraggi. Becchiamo una boa pubblica da 3 g. a NELSON BAY presso un Marina attorniato da un grazioso centro vacanze. Bagnetti, giri in bici e kayak.




15-2
ore 20. STRONG WIND WARNING ! Siamo confinati ad una boa - troppo vicina ad una sinistra scogliera - a PROVIDENCE BAY nell' isola deserta di BROUGHTON a 10 miglia da Port Stephens. 10 miglia guadagnate oggi nell' intento di riprendere la risalita della costa. Ora rimaniamo in attesa di vedere cosa combina la bassa pressione a sud che sta creando GALE WARNING-BURRASCHE lungo tutta la costa. Intanto esploriamo l' isola percorrendo un sentierino tracciato tra campi di felci e radi cespugli. Molto primordiale. Sarebbe anche da cartolina se non fosse che i patemi sul vento forte incipiente vanno creando questa grigia atmosfera da naufraghi.




17-2
ore 19. Qui Port Hawke. Vecchia conoscenza, ci eravamo fermati io e Jeanphilippe per 2 g. durante il viaggio tutto a' la voile et tres vite verso Sydney. Anche oggi tutto vela dall' isola deserta all' imboccatura del porto. Cessato il Warning, abbiamo preso un po di pioggia, qualche frangente al traverso ma ha soffiato un buon SW da 15 n che ci ha consentito di arrivare gia nel primo pomeriggio per fare qualche acquisto in paese e una passeggiatina nei paraggi.




19-2
ore 20. Eravamo partiti ieri all' alba per raggiungere il porticciolo di CROWDY che distava 28 miglia. Date le buone condizioni meteo, sud 20 nodi, verso mezzogiorno ce lo trovavamo gia al traverso e si decideva di proseguire verso CAMDEN HEAD. Anche questo buon ridosso venive pero snobbato per arrivare ad entrare a PORT MACQUARIE.
Ma si fa presto a dire "entrare"! Tra i due muraglioni d' ingresso c' era un tale marasma di onde e frangenti che non me la sono sentita. Sara' rincoglionimento senile o la saggezza della vecchiaia ma basta rischi azzardati ! Proseguivamo cosi ancora lungo la costa verso nord per tutta la notte. Notte magica: fantasmi di delfini fluorescenti giocavano attorno a noi lasciando sott' acqua lunghe scie di stelline tremolanti.
Ed eccoci qui a COFFS HARBOUR in banchina da questa mattina, ancora bagnati per i recenti piovaschi e cotti dal sonno. Anche perche tutta la mattinata l' abbiamo passata dal medico del computer e in varie incombenze. Ok. A nanna.