venerdì 24 settembre 2010

BALI - SINGAPORE

5-9-2010

ore 20.  Salve gente, siamo ripartiti. Ieri mattina da Bali Marina verso le 12 insieme a Renato e Matteo del monoscafo KATMANDU. Renato e' capitato a sorpresa pochi giorni fa e va di fretta. Comunque ora siamo ancorati vicini a NW dell' isola di KANGEAN a 100 e rotte miglia da Bali, in mezzo al Mar di Giava.
Questa e' una sosta tattica per dormire una notte da cristiani e recuperare il sonno perso causa forte vento e turni pesanti.  Su Andromeda siamo rimasti in 2, io e Massimo.  Alberto e Riccardo sono sbarcati, come da programma, per altri destini.
8-9

0re 12   Da Kangean a BAWEAN, 170 miglia verso W-NW.  Ci sono voluti 2 giorni e 2 notti causa vento e corrente contro, poi assenza di vento, alternando i motori e tenendo un' andatura sui 4  -5 nodi.  Ma come facevano 200 anni fa quando i motori non esistevano? Aspettavano pregando. Meglio allora 2200 anni fa dove sulle barche a vele quadre del tempo c' erano due lunghe file di rematori a volte incatenati, il battitore a prua che dava il ritmo e l' aguzzino con la frusta alle spalle di quei poveri cristi.
Un altro Cristo nasceva in quell' epoca in Palestina e percorrendo tale regione dalla Galilea alla Samaria andava predicando in giro che siamo tutti uguali, tutti fratelli, non fare agli altri quello che...etc.  E' durato poco ed e' stato tolto dalla circolazione ancora giovane. Pero' ha fatto scuola e le cose sono andate in modo tale nei secoli successivi, che tra le altre novita' ci siamo inventati i motori. Ok.
Siamo ancorati davanti all' abitato di TAMBAK e anche qui si sentono le litanie del muezzin. In effetti, nella sortita al paese questa mattina, si vedevano molte donne con il velo ma non tutte. Tutte pero'ci lanciavano occhiate incuriosite e infuocate, per via della primordiale legge della variabilita' genetica. Tambak e' stata una vera sorpresa: scesi con il gommone e percorsi alcuni vicoli bui e stretti ci siamo trovati all' improvviso nel caos vociante da souk arabo della via principale. Stipata all' inverosimile di moto, pullmini, pedoni, riscio' a pedali - il taxi locale - tutti compressi tra due ali di ogni sorta di mercanzie su banchetti, sgabelli, per terra.  Ma la novita' non era tanto questo mercatone - ne abbiamo visti altri - quanto noi per loro. Due bianchi barbuti e baffuti, cosi' diversi, arrivati con quella strana astronave che galleggia la fuori tra i loro prahos...-who are you from ?-  Italia. Cos' e' ? Dov' e' ?   Alieni.

11-9
ore 21  Due giorni fa, in un alba calda e nebbiosa, passavamo a motore tra due pali, uno verde e uno rosso, che segnavano l' ingresso allo specchio d' acqua antistante il paesino di Tambak a Bawean. Ed era come uscire da un incubo dopo una notte insonne. Perche ? Tutto era cominciato la sera prima verso le 17 quando dagli altoparlanti di un minareto uscivano a tutto volume i belati - linguaggio onomatopeico di antichi allevatori di ovini -  del muezzin per la preghiera serale. Aspettavamo che finisse, ma ecco che a lui si aggiungono altri due muezzin di appoggio dislocati in altre posizioni ai lati del paese. Noi, ancorati un po al largo, li sentivamo tutti e tre. Aspettavamo che finissero ma ecco che si aggiungono i botti spaccatimpani dei fuochi artificiali per il fine Ramadan. Aspettavamo quindi che finisse il tutto, invece finivano solo i botti per mancanza di munizioni mentre i belati dei tre credenti proseguivano imperterriti. Stavano recitando il Corano, sura per sura, tutto intero e la cosa e' andata avanti senza remissione fino alle 5 del mattino dopo. Un castigo di Allah anche per gli abitanti del paesello, che non sono tutti massulmani, vi sono in buona percentuale anche degli indu'. Sia gli uni che gli altri devono subire ormai questo continuo lavaggio del cervello a senso unico; scarse e forse controllate le notizie dal mondo, che pur c'e' da qualche parte oltre le acque che contornano l' isola. Ne e' la prova l' arrivo di Andromeda che per tutto il pomeriggio e' stata presa d' assalto da decine di ragazzini che arrivavano pagaiando sulle loro strette canoe monossile stabilizzate da due tronchetti di bambu protesi in acqua ai due lati parallelamente allo scafo.   Inconsapevoli di essere in peccato dando confidenza agli infedeli, si aggrappavano a grappoli sulle scalette di poppa - non li lasciavamo passare oltre, erano troppi - incantati dalle meraviglie di cui era costituito il Catana 42; cose dell' altro mondo. Poveracci ! Legittime curiosita', desiderio di conoscenza, soffocati sul nascere nelle Scuole Coraniche e per tutta la vita. Allah Achbar e Mohammed e' il suo Profeta. Profeta che ricevette le direttive - trascritte poi giorno dopo giorno sul Libro Sacro dal suo scrivano - in una grotta nei pressi della Mecca nientemeno che dall' Arcangelo Gabriele, dopo la lotta con lo stesso, come il biblico Giacobbe secoli prima. Ma tutto questo e' successo nel 600 dopo Cristo e Mohammed aveva tutta una serie di ragioni per seguire la sua linea, essendo anche braccato dalle fazioni opposte e a rischio della propria vita. Che senso ha tenere in piedi queste storie nel mondo odierno?  Deve essere una questione di Potere anzi, nei sogni bagnati di molti Imam e finanzieri che li sostengono, di controllo del Pianeta, forti del fatto che Allah ha elargito loro varie fonti di oro nero grazie al quale possono manovrare in modo rilevante nell' economia mondiale.
Ok. Torniamo a bomba. Usciti dall' atmosfera allucinante di una notte di preghiere ci siamo messi in rotta per Kalimantan, una volta Borneo. Due giorni e due notti nell' immutabile silenzio del mare (senza vento ) fino ad imboccare il KUMAI RIVER dove siamo ancorati ora presso una punta di sabbia. Anche qui festa. Tutta la gente del paesino piu a monte si e' trasferita con decine di imbarcazioni e natanti su queste spiagge, allestendo gazebo, banchetti, cucine da campo. Una specie di grande pic nic collettivo. Allegria!

12-9

ore 20  Raggiunto KUMAI city verso mezzogiorno, dopo aver arrancato a motore contro vento e correnti tra i bassi fondali di questo fiume gia visto in Apocalipse Now.
Il deja' vu mi si e' ripresentato durante il giro a piedi fatto nel pomeriggio: pareva di essere nelle periferie di Bombay come l' ho vista nel 1990. Con alcune differenze: niente vacche sacre, ben tre moschee nuove nuove con tanto di cupole a cipolla dipinte a scacchi azzurri e bianchi e diversi grossi fabbricati tipo silos o magazzini di stoccaggio, alti fino a 4- 5 piani, grigi, a forma di parallelepipedo e senza finestre. Solo alcune file di buchi non piu grandi di una mano. Ci siamo sprecati in centomila congetture poi finalmente l' unico indonesiano che masticava un po di inglese ci ha spiegato che sono case degli uccelli. Enormi voliere dove gli uccelli vanno a dormire. Ma che brava gente questa di Kumai che si preoccupa del benessere di passerotti e pappagallini!
Ma non e' cosi. Vengono mangiati. Raggruppati in gran numero, acchiappati, incartati ed esportati in vari luoghi dell' Indonesia a 1.000.000 ( un milione ) di rupie al Kg!   Uhm...questa spiegazione non e' molto convincente. Penso piuttosto che si tratti di una forma di raccolta dei famosi Nidi di Rondine, specialita' cinese. Proseguono le ricerche.
Kumai non e' una citta turistica, e' un paesotto dove la gente si arrabatta come puo, arrangiati in numero esagerato con piccoli spaccetti di ogni cosa, ma sempre vuoti o dai minimi ricavi a livello di sopravvivenza. Eventuali ricavi eccedenti finiscono nell' acquisto di motociclette - quasi un comandamento o uno status simbol - e televisori; emittenti e programmi forse gestiti e controllati da Jakarta.
Bene, siamo ancorati insieme al altri 4 velisti nel posto concesso sull' altra sponda del fiume. Le rive di Kumai sono ingombre e stipate di sampan e barche locali ormeggiate in terza e quarta fila. Abbiamo ritrovato il nostro vicino di banchina a Bali, Hans e consorte, austriaci, del catamarano September. Domani e' lunedi e dovremo provvedere ai vari rifornimenti , oltre alle pratiche di arrivo e successiva partenza. Da stabilire.

17 -9

ore 6,00  Finiti i turni della notte, c' e' gia'  luce da un' ora.
Siamo in navigazione verso l' isola di BATAM, ancora a 400 miglia da noi; poco vento, alterniamo i motori piu randa e fiocco. Ieri notte pero' ci siamo beccati un temporale coi fiocchi, roba da mettere il GPS nel forno, staccare le batterie e immergere le piastre di rame del parafulmine in acqua. E ancora ieri, per qualche ora siamo rimasti alla cappa secca causa raffiche e onda in prua. Cose da Zona di Convergenza Intertropicale, siamo a 2 gradi e 50' sud ormai sull' equatore.
Non si vede ne' si sente piu Hans del cat. September che era partito insieme a noi la mattina del 15. Con lui e signora avevamo passatola giornata del 14 - il mio compleanno - nella giungla tra gli orangutang. Nonostante fosse un giro organizzato per turisti, trovarsi circondati da questi nostri lontani cugini dallo sguardo cosi dolce ed espressivo, e' stata un' emozione fortissima.

Gli orangutang - uomo della foresta - cominciano ad essere a rischio di estinzione, sparsi ormai a macchia di leopardo in una decina di zone del Borneo senza piu collegamento tra i vari gruppi. Si calcola che siano 350.000 in tutto compresi quelli di Sumatra. Colpa della caccia, in tempi andati, ma sopratutto della selvaggia deforestazione di legni pregiati. Quindi piantatela di volervi fare i pavimenti in mogano e iroko e le barche rivestite di teck !  Usate i legni di casa vostra seguendo politiche di rimboschimento. Oltre al resto, una femmina di orangutang puo avere al massimo tre figli nei suoi 50 anni di vita, la loro giornata si svolge al rallentatore, una questione di risparmio energetico dovendosi nutrire solo di vegetali. Tuttavia un maschio adulto si dice abbia la forza di otto uomini, non so come si sia stabilita questa misura; forse un tiro alla fune, un orango di qua, otto uomini di la' i talloni puntati a terra. Beh, l' orango in questo caso gode della presa dei suoi piedi prensili dalle lunghe dita. Bisogna vedere con che facilita' si muovono tra gli alberi della foresta e per me che sono - ero - uno scalatore la loro agilita' lassu a 30 m e' una cosa da farmi verde dall' invidia.


Bene, auguroni per i nostri cugini, che possano campare ancora mille e mille anni.
Ultima nota extra: le case degli uccelli di Kumai sono proprio centri di raccolta di Nidi di Rondine, cose cinesi. Una bella pensata: le rondini durante le loro lunghe migrazioni, volando sopra queste sterminate pianure verdi e umide, si trovano ad un certo punto davanti a strane formazioni rocciose a forma di cubo, grigie e piene di cavita'. Gli alimenti attorno non mancano - insetti - quidi e' logico fermarsi e nidificare. No comment.

21-9

ore 01,30  Rondini.Da alcuni giorni abbiamo le visite di tre o quattro rondini che si posano un po dappertutto per riposare. Addirittura entrano in dinette dove fa meno caldo e lasciano dei ricordini che bisogna pulire finche sono freschi. Oggi poi abbiamo avuto il piacere di conoscere una coppia di senzapaura.




Si posano sulle draglie e se metti loro la mano davanti vi salgono insieme senza problemi perche capiscono la mossa e non vogliono dispiacere a chi li ospita.

Incredibile. Neanche fossero ammaestrate. - vedi foto - Ora sono in dinette appollaiate sul dorso dello schienale dei cuscini e dormono vicine vicine. Ogni tanto si svegliano, fanno cip, si baciano con il beccuccio e si spiumano vicendevolmente. Si vogliono molto bene. Forse si sono conosciute da poco e sono in luna di miele, oppure sono una vecchia coppia collaudata e stabile.
E' vero del resto che le rondini tornano spesso allo stesso nido e quando lo ritrovano rovinato lo reimpastano con fango e saliva - saliva che per i cinesi ha forti proprieta' curative -
Come altri tipi di uccelli sociali, oche , cigni, pinguini, hanno sviluppato nel tempo comportamenti strettamente monogamici - quello che stanno cercando di fare gli umani - perche evidentemente e' la forma piu producente ai fini della conservazione della specie. C' e' voluto molto tempo. Gli uccelli - vedi lo scheletro - discendono dai dinosauri, rettili della prima ora. Non e' vero che i dinosauri si sono estinti. Solo i piu grossi, per via dei violenti cambiamenti climatici dovuti all' impatto del famoso meteorite nel golfo del Messico - si dice -.Ma gli altri hanno continuato nei loro processi evolutivi ed hanno preso il volo, letteralmente. Hanno conquistato la terza dimensione, l' aria, muovendosi come si muovevano nell'  acqua quando erano pesci, prima di essere rettili.
Torniamo alle rondini che tornano allo stesso nido. Credo che lungo il percorso delle loro migrazioni ne abbiano piu di uno. Mi viene in mente la migrazione dei Lapponi come li ho conosciuti negli anni ''70. Pure loro, seguendo le mandrie di renne, usano le stesse tende montate lungo la via e agli incroci delle piste. Sono tende coniche, i tepee dei pellerossa d' America, per intenderci, i quali a loro volta migrando al seguito di mandrie di caribu si sono trovati a passare lo stretto di Bering in periodi favorevoli, colonizzando l' America. Ma ora sto divagando, torniamo in rotta.
Siamo in rotta per 300 gradi ormai da giorni, sempre a motore, a parte qualche sventolata sotto i piovaschi. Mancano 20 migli allo stretto di RIAU poi ne avremo un' altra trentina fino alla punta nord di BATAM. Occhio a fari e segnalamenti. La luna sta tramontando.

22-9

ore 20,30  Qui SINGAPORE. Ormeggiati di fianco ad una bettolina di lavoratori indonesiani, per loro gentile concessione.
Che e' successo ? Saro' breve. Arrivati ieri pomeriggio a Batam e preso posto in banchina a Nongsa Marina. Gia erano arrivati Renato di Katmandu e Hans di September.
Ma appena prodotte le scartoffie per l'ufficio del Marina, risultava che eravamo in multa per aver protratto la nostra permanenza in Indonesia di 8 giorni. Malinteso e disguido che non sto a spiegare. Risultato: pagare - salato - e uscire con il cler out al piu presto, vale a dire l' indomani, cioe' questa mattina.
Cosi' e' stato. Poco o niente vento, motori, ma benche' le due isole, Batam e Singapore siano relativamente vicine, zigzagando tra reef e canali ci siamo insaccati in una nuova zona di ancoraggio per navi delimitata da un chilometrico terrapieno non riportato dalla carta nautica e abbiamo fatto sera. Meglio quindi aspettare la luce di domani.
Buona notte.

venerdì 3 settembre 2010

BALI

Vi racconto di BALI. Isola di grossi contrasti, come esci dal Marina e dirigi verso Kuta o Denpasar, due dei centri maggiori, ti ritrovi nel flusso senza scampo di un traffico caotico, smog alle stelle, tra centinaia di moto, auto, furgoni che ti sorpassano a destra a sinistra, sui marciapiedi, senza regole. Sembra di stare in un film di fantascienza visto anni fa - i Sopravissuti, si chiamava, con Charlton Heston - atmosfere da Blade Runner. La cosa straordinaria e' che in un tale caos non si vedono incidenti di sorta, le auto perlopiu sono integre e senza ammaccature. Ognuno guida il proprio mezzo con la stessa espressione assorta e apatica del vicino, non si sentono grida, recriminazioni, solo qualche colpetto di clacson ogni tanto. Sara' per il caldo micidiale, non vale la pena scaldarsi ulteriormente per un sorpasso pericoloso o una frenata brusca. Poi si arriva in centro, tra un ingorgo e l' altro. Non si vedono isole pedonali ma dappertutto ai lati delle vie e'un brulichió di microattivita' di ogni genere: bancarelle, mercatini,baretti, ristoranti alla buona da un tavolo o due. Spuntano pero qua e la anche locali piu scic con tanto di aria condizionata lindi e lustri che sembra di nuovo Australia. Per fare quattro passi fuori dal traffico rimane la spiaggia. Rinomata quella di Kuta a sud dell' isola centro e raduno di surfisti e non; si noleggia una tavola per 3 euro e ci si butta sulle prime onde che qui arrivano morbide al rallentatore e tanto il fondo e' di sabbia. Ogni sera Kuta esplode in fase parossistica: discoteche a tutto volume, luminarie, il traffico invece di scemare aumenta senza rimedio, inbonitori ad ogni angolo e volantini di massaggi proposti ogni tre metri. Ma e' cosi scassata questa gente che ha bisogno di tutti questi massaggi? E cosa succedera' mai poi dietro le tende in fondo alla stanza? Bali per le sue dimensioni e' un' isola sovrapopolata. Conta quattro milioni di abitanti e sicuramente circolano quattro milioni di veicoli perlopiu moto, naturalmente giapponesi, che sfrecciano a ondate compatte ( 600 x metroquadro) tra un semaforo e l' altro. Tra le diverse isole dell' Indonesia Bali conserva peculiarita' proprie che non si riscontrano altrove. Per esempio le danze balinesi come la danza Barong, Legong,Kamek etc. Piu che danze sono rappresentazioni di antichi miti del Pantheon Indu. Direi , con i dovuti distinguo, il corrispettivo delle nostre opere teatrali. L e coreografie, i costumi e le maschere sono un profluvio di colori, dorature, lustrini. Il tutto accompagnato da incessanti musiche e suoni di cimbali, flauti, gong e xilofoni. Interessante la danza Legong  eseguita da due graziose danzatrici che si muovono insieme molto sinuosamente, una di fianco all' altra in modo speculare, con movenze accuratamente controllate, roteando spesso gli occhi e con giochi di mani e dita che sembra vogliano dire chissa' cosa.
La mitologia Indu e' quanto mai varia e articolata. Presente in ogni luogo sotto forma di altarini dove non mancano mai offerte composte da bastoncini di incenso, caramelle, fiori, a volte monetine. Tutto questo per ingraziarsi la buona sorte, almeno per la giornata in corso. E chi si dimentica dell' offerta quotidiana? Sicuramente vive male in uno stato di fastidiosa tensione aspettandosi il peggio in ogni momento della sua vita precaria. Gli altarini piu grandi riportano dipinte scene di personaggi come Visnu, Krisna etc. come i vasi greci riportavano scene di vita dell' Olimpo. Ogni casa che se lo puo permettere ha un altarino o piu nel proprio cortile e ogni famiglia fa capo a uno dei diversi grandi templi costruiti secoli fa in vari punti dell' isola. I templi. Sono luoghi di pace, oasi di silenzio in mezzo al casino generale, con fontane, laghetti, prati verdi di erbetta rasata all' inglese. Vi si accede attraverso enigmatici portali che devono avere un significato importante. Immagina una costruzione di una certa altezza in pietra lavorata e scolpita con scene di personaggi in bassorilievo e statuette incastonate nelle nicchie. Il tutto di forma triangolare con il vertice in alto. Immagina ora che da tale vertice una grande spada pratichi un taglio netto in verticale verso il centro della base e separi quindi le due parti di un paio di metri. Ecco, questo e' l' ingresso tipico di tutti i templi e anche l'accesso a strade o proprieta' private. Viaggiando all' interno dell' isola il paesaggio si fa quanto mai dolce e accattivante. Tra un paesino e l' altro si attraversano lunghi tratti di lussureggiante foresta tropicale, coltivazioni a terrazze di riso, bananeti, palme da cocco e tutta una varieta di piante e frutti a noi sconosciuti. oltre i mille metri si passa nel regno delle fragole e dei laghi. La montagna piu alta di Bali e' un vulcano di 3000 metri. Munirsi di scarponi, giacca e maglione. Magari anche qualcosina per una offerta a Visnu. Ma la marea montante islamica avanza anche qui. Gia' l' Indonesia e' uno stato a maggioranza islamica e sebbene a Bali indu e mussulmani convivano da una cinquantina di anni, gli adepti del Profeta non riescono a sopportare un tale bordello e in pieno centro a Kuta compare una lapide che riporta i nomi delle vittime di un grave attentato, a matrice islamica, in una discoteca. Anche a Bali per cinque volte al giorno si sente il muezzin che invita i fedeli alla preghiera, perfino nei supermarket, e sempre piu nei centri di potere vengono assunte persone fedeli al Corano. Quindi un Nuovo Ordine avanza, l' ordine intransigente e coercitivo di Allah !
Diceva De Andre " Gli uomini della sabbia hanno profili di assassini, richiusi nei silenzi di una prigione senza confini "
 Sic transit gloria mundi.