venerdì 22 ottobre 2010

KUALA LUMPUR > PHUKET

10-10-10
ore 21.   Da tre giorni siamo a GEORGTOWN capoluogo dell' isola di PINANG. Pinang, in lingua locale, e' la noce della pianta del Betel le cui foglie venivano tenute in bocca per il loro effetto anestetico e altro, da indonesiani, malesi, indiani, fino a qualche decennio fa.
Quest' isola e' stata un avamposto militare e commerciale dalla seconda meta del 1700, ai tempi della Compagnia delle Indie. Si nota infatti una marcata impronta anglosassone; di fronte al Marina si affaccia un campanile con orologio che scandisce le ore come il Big Ben di Londra e una cospicua parte della popolazione e' costituita da cinesi, manodopora preferita dagli inglesi dell' epoca. Seguono malesi e indonesiani.


Pinang e' collegata alla costa malese da un lungo ponte al centro del quale si apre un' alta campata per consentire il passaggio alle navi e ad Andromeda, con il suo albero a due ordini di crocette.
Da Port Klang c' e' voluta una giornata di navigazione, sempre a motore e vento contro,che si e' conclusa al buio dando fondo a sud dell' isoletta di Rimau dopo lunga tribolazione per aggirare chilometri di reti galleggianti tese dai Pirati della Malesia. Pirati lo erano qualche tempo fa, come dice il Portolano, ora sono pescatori, inaspettatamente gentili e disponibili a volerci guidare fuori dalle loro reti in acque sicure. Diciamo anche direttamente interessati.
Entrati al Marina dello yacht club il giorno seguente, sorpresa ! C' e' Gino del Carpe diem - un Privilege 42 - conosciuto a Portoferraio 10 anni fa e poi durante il primo giro con il Samadhi ai Caraibi, Venezuela, S. Blas, Tahiti e comunque sempre nei vari collegamenti SSB.
C' e'anche Guy, il francese che mi diede un traino con il suo monoscafo quando stavo a Papeete con problemi ai motori.
Il mondo e' piccolo.


15-10
ore 12,30  Dove siamo ? A LANGKAWI in viaggio verso PHUKET.
E' andata cosi: da Pinang, nel corso di una notte abbiamo raggiunto Langkawi dove abbiamo ormeggiato al RYC. Sono seguiti poi giorni da turisti in visita all' interno dell' isola, salita alle cascate, l' Oriental Village, il Geopark etc. Un giro nella foresta pluviale lo avevamo gia fatto a Pinang, con tanto traballanti ponti tibeteni tesi tra gli alberi.
Poi, dato che qui non ho trovato modo di tirare in secca la barca, si e' deciso di cambiare nazione. Dalla Malesia alla Tailandia, Cosi ieri, timbro sui passaporti, e questa mattina via col vento.  Ma tutte le nostre belle speranze si sono infrante dopo 4 ore contro muri di pioggia, sbarramenti di vento contrario e fastidiose onde da maldimare.
Ok, siamo in viaqggio verso Phuket ma al momento ci facciamo una spaghettata ancorati in una tranquilla baietta in vista della cabinovia del monte Cincang.
A domani.

20-10
ore 20  Oggi e' mercoledi 20. Quanti domani sono passati dall' ultimo scritto ! Pero' ora siamo s PHUKET. Arrivati ieri sera mettendo finalmente la parola fine all' ostica risalita della penisola Malese.
Qui Andromeda - gloriosa barca che ne ha viste di tutti i colori e ha sempre retto egregiamente - si riposera' per qualche tempo in vista dell' ultimo Oceano. L' Indiano.
Phuket, capitale del sesso. Beh, non c' e' che dire, e' proprio cosi'. Ma in modo spensierato, naturale, alla luce del sole e sotto l' occhio vigile di un gigantesco Budda seduto nella posizione del loto sulla montagna che sovrasta la baia di Ao Chalong.

 E proprio nell' abitato di Ao Chalong si trova una notevole concentrazione di sale di massaggi Thai, come a Bali ma in proporzioni industriali.
Nelle vie principali stazionano giorno e notte gruppi di belle ragazze sorridenti che, dai tanti bar e localini, chiamano, invitano, cercano di attaccare discorso con passanti e turisti. Questa,l' impressione rilevata ad un primo colpo d' occhio. Poi, indagando un pochino si scopre l' acqua calda: e' vero, il mestiere rende bene, ma attenzione alle malattie veneree, ai trans, ai sorrisi che nascondono situazioni di miseria e degrado, non e' tutto oro quel che luccica.
Comunque i tailandesi in generale sembrano un popolo tranquillo, pacato, gentile, il traffico e' sostenuto ma, come a Bali, nessuno grida o si agita. Dico "sembrano" perche anche in Tailandia scoppiano ogni tanto disordini, mezzi colpi di Stato, contenziosi di confine con Birmania e Laos. Sono umani pure loro.

sabato 9 ottobre 2010

SINGAPORE - KUALA LUMPUR

27-9 ore 15
Cinque giorni dall' ultimo scritto. Si, abbiamo avuto molto da fare e da vedere.
Gia' la mattina del 23, dopo aver preso posto in banchina a RAFFLES MARINA,  ci siamo fiondati fuori a visitare la metropoli. E ancora il giorno successivo fino a sera.
Devo dire che si e' alquanto ingrandita da quando ero passato nel '90. Qui le torri spuntano e crescono in breve tempo, come i funghi.
 Ora siamo nell' era dell' acciaio e del cristallo: fantastici e faraonici parallelepipedi azzurri si innalzano verso il cielo, ognuno a significare la potenza di una multinazionale, come nel Rinascimento le famiglie facoltose di una citta' facevano a gara nel costruirsi la torre piu alta. Le motivazioni sono pressoche' le stesse oltre al fatto di sfruttare lo spazio in verticale.
Ma di Singapore cio che colpisce di piu e' quello che sta attorno alla city, specie venendo dal mare. Centinaia di navi, petroliere, portacontiner all' ancora e in moto. E le coste, sature ormai di cantieri, ciminiere, cisterne, altiforni, centrali termoelettriche. Si capisce sopratutto da qui come quest' isola sia un nodo nevralgico di industrie e commerci per questa parte dell' Asia, molto piu di quanto possano dire le grosse firme del centro - Gucci, Armani, Rolex etc - e il Gran Prix di Formula Uno, che e' stato disputato proprio ieri.
 Primo arrivato, Fernando Alonso su Ferrari. Viva l' Italia !
Anche il giorno successivo l' abbiamo passato da turisti.
 Oggi invece  abbiamo ripreso il mare cercando di risalire la costa Malese.
Ma Murphy non dorme mai e appena fuori dal marina ci ha spedito una serie di nuvoloni piovosi e rafficosi che ci hanno costretto a ridossarci all' ancora a est di punta Piai.
Aspettiamo.

30-9 ore 20
PORT DICKSON. 137 miglia da Singapore centellinate in quattro giorni di navigazione diurna e tre notti all' ancora lungo la costa, dovunque fosse, a fine giornata. Questo perche', tra il traffico di grosse navi nel canale dello Stretto di Malacca e le chilometriche reti da pesca tese perpendicolarmente alla costa, di notte sarebbe stato come trovarsi tra Scilla e Cariddi. Data la stagione avanzata e nel periodo di cambio dei monsoni, ci siamo fatti parecchio motore. Domani, scartoffie per l' ingresso ufficiale in Malesia, poi vedremo se corrisponde alle fantasie di Emilio Salgari che scriveva di pirati, tigri e impenetrabili giungle. Firmato: Sandokan

5-10 ore 22
Mah... anche la Malesia di Salgari e' stata fagocitata dalla globalizzazione. Poi ti dico.
Ci siamo spostati da Port Dickson a Port Klang, piu vicini a KUALA LUMPUR,  Se Port Dickson e' una piccola cittadina dove convivono apparentemente daccordo islamici, indu e cinesi, divisi per quartieri, Port Klang da' l' accesso alla metropoli Kuala Lumpur. Primo biglietto da visita le TWIN TOWERS, che si chiamano anche Petronas ma la gente di qui preferisce la denominazione Torri Gemelle, quasi a rimarcare un' eredita' acquisita dopo la caduta di quelle di New York. Effettivamente l' effetto e' notevole: due missili di 459 metri puntano verso il cielo irradiando attorno i bagliori sinistri dell' acciaio di cui sono costituite. Le torri piu alte del mondo dopo l' antenna di 800 metri di Dubai. Stanno a significare anche la nuova potenza economica della Malesia acquisita in pochi anni con il lavoro indotto e a basso costo proveniente dall' estero. La si nota anche nella magnificenza degli altri grattacieli, i nuovi treni, parchi,santuari tipo BATU COVES, musei, quasi una nuova Singapore, ai margini della quale ristagnano pero' sacche di poverta' nelle gente che vive su scarne palafitte tra fanghi e rifiuti lungo le rive dei fiumi. E' tutto ancora in via di divenire ma dai cambiamenti rapidi. Dei vecchi quartieri di Kuala Lumpur rimane solo in zona cinese qualche cadente palazzotto. Dai giorni contati. Carte della Malesia alla mano, si puo vedere che al di fuori delle regioni piu antropizzate il territorio rimane alquanto vergine e selvaggio. Poche strade, molti fiumu, laghi, acquitrini. Qui forse potremmo ritrovare la Malesia del nostro Emilio, con tanto di tigri e adoratori della dea Kali', armati di kriss. Cerchiamo una jeep 4 x 4.