lunedì 3 ottobre 2011

EPILOGO

13-9
In motorino sulle strade di Itaca.
 Doverosa tappa agli scavi di Schliemann che pensava di aver trovato la reggia di Ulisse.
Effettivamente l' Acropoli spazia su diversi ettari di una collina praticamente vis a vis con l' Acropoli di Sami nell' isola di fronte. Contornata da mura poligonali alte in qualche tratto anche quattro metri, presenta un portale costituito da pietre che possiamo definire di dimensioni ciclopiche. Altro di notevole non si vede.
A questo punto vorrei fare alcune considerazioni: mura poligonali grezze; grossi blocchi appena sbozzati per farli aderire meglio tra i loro lati. Buoni per terrazzamenti, piattaforme e recinti per animali. Se a scopo difensivo , facilmente scalabili o smontabili. Di qui, la necessita di aumentare la dimensione delle pietre e affinare le tecniche di accostamento dei vari blocchi fino a impedire qualsiasi presa tra le fughe, neppure usando lame metalliche.
 Ma, come ogni catena non e' piu forte del suo anello piu debole, una muraglia si puo penetrare con l' astuzia, con un Cavallo di Legno, con la psicologia, sfruttando le debolezze di chi sta asseragliato dentro.
Certamente continua a stupire l' enormita' di certe costruzioni, si direbbero senza senso, pura megalomania. Pensiamo alla piattaforma di Baalbeck dove il peso medio dei blocchi perfettamente accostati e' sulle 300 tonnellate. Tre di questi blocchi ne pesano 800 - 1000 ! E un' altro messo di traverso ancora nella sua cava, arriva a 2000 ! A tutt' oggi non esiste una gru in grado di sollevarlo.
Naturalmente qui esoteristi e ufologi ci vanno a nozze e hanno escogitato tutta una serie di congetture.
 Ma finche una ipotesi non e' definitivamente dimostrabile rimane nel cassetto in attesa di altri dati certi.
Intanto molto si e' scoperto in questo campo. Per esempio Thor Heyerdhal ha dimostrato che i Moai dell' isola di Pasqua possono essere ricavati e scolpiti usando asce di pietra piu dura e poi rizzati nelle loro sedi con giochi di leve e riporti.
L' obelisco piu grande del mondo sta ancora nella sua cava in Egitto, pronto ad esserne estratto, prova certa di un duro e paziente lavorio di uomini - formiche.
Infine, la megalomania degli uomini odierni non e' dissimile a quella degli antichi, basti pensare alla gara in corso per le torri piu alte, da Kuala Lumpur a Dubai etc. Sicuramente oggi disponiamo di ben altri mezzi e tecnologie.
E' che non ci si sofferma mai abbastanza su quanto una volta, l' unione facesse la forza.
14-9
Sorpresa al mattino! Tanti auguri di buon compleanno, a me da parte dell' equipaggio. Neanche me ne ricordavo piu, anzi tanti compleanni passati li ho glissati con la massima indifferenza. Secondo me i compleanni vanno festeggiati fino ai 18 anni e basta. Poi ogni anno di piu e' un anno di meno da vivere. Si resta ai 18 anni tutta la vita anche se cadono i denti e i capelli. No problem.
Comunque, supercolazione, torta di albicocche, bottiglia di nettare locale e, udite udite, il regalo del Disco di Festo !
Copia esatta dell' originale, diametro 17 cm, in terracotta conservato al museo di Hyraclion - Creta. Per chi non lo conoscesse, si tratta dell' invenzione dei caratteri di stampa molto prima di Gutenberg, nel 1500 ante Cristum natum. Un disco di terracotta dove sono stati impressi nelle due facce una serie di simboli a spirale inframezzati da barre divisorie. Chiaramente un testo di un qualche significato, un' invocazione a una Divinita' , una legge, una dichiarazione d' amore. Non si sa.
Pare che i caratteri siano stati impressi nell' argilla tenera con punzoni d' oro. Qualcuno ravvisa nei simboli delle somiglianze con gli scritti delle tavolette Rongo-Rongo trovate all' isola di Pasqua in mezzo al Pacifico.
Il disco e' stato rinvenuto durante gli scavi a Festo in una nicchia sotto un palazzo crollato, presumibilmente in seguito ai terremoti concomitanti con l' esplosione dell' isola di Santorino appunto verso il 1500 a.C. che mise fine alla civilta Minoica, la civilta' delle citta' aperte senza mura, ciclopiche o non.
Un ciclopico GRAZIE all' equipaggio !
Veleggiata breve fino alla baia di Kioni. Poi nuoto, kayak e mountain bike.
 Al tramonto, il consueto teatro comico dei tanti ormeggi in banchina. C' e' stato un tale che, presa la mira sulla banchina da accostare di poppa, retromarcia, gas, fondo all' ancora e... BANG ! L' ancora caduta sul pianale del battellino trascinato a prua !
Da rifare.
15-9
Da Kioni a Sivota, isola di Levkas. 10 M a velamotore.
A Sivota si arriva entrando in un fiordo e svoltando a sinistra. Barche dappertutto. C' e' una regata in corso, sponsorizzata Jagermeister, amaro tedesco, ma i regatanti sono per il 98 % inglesi.
Snobbando pontili e banchine ancora libere ci mettiamo alla ruota su fondo 1,7 m al centro della bagarre. Questa scoppia in modo virulento a fine giornata-regata : tutti vogliono ormeggiare in banchina per poter scendere comodamente e tornare ubriachi senza problemi. In breve le barche, piu di 200, si dispongono in seconda e terza fila. Tutti contenti. Musica a palla da un palco con musicanti veri, chitarre , batteria e pezzi d' annata che la dicono lunga sull' eta' del popolo regatante. Allegria !
16-9
Poche miglia e siamo a Nidri, la localita' piu-piu turistica di Levkas. Siamo qui solo per cercare un prossimo rimessaggio per Andromeda. Ci sono tre piazzali con barche alate in secca. Solo monoscafi. Niente catamarani. Ok. Cercheremo altrove.
17-9
Giornata a Skorpios, l' isola di Onassis, Jackie Kennedy, Maria Callas e bella gente simile. Bella anche l' isola, acque cristalline, molto verde e curata. Potere della grana.

18-9
Levkas Town. Ci siamo arrivati da sud imboccando il Canale e contro una lunga processione di barche da charter che iniziano la settimana. Camminata pomeridiana alla spiaggiaq dei kitesurf e passeggiata serale tra le animatissime vie di Levkas che nel pomeriggio erano assolutamente deserte. Troppo caldo.
19-9
Lasciata Levkas all' apertura del ponte mobile alle ore 9. Sei miglia e percorriamo il canale di ingresso di Preveza. Qui Bruno e Loredana sbarcano per tornare in Italia.
Visita al cantiere Cleopatra e concordato alaggio di Andromeda per i primi di ottobre. Arriva una telefonata.
 E' Bruno. Dice che oggi non c' e' autobus per Igumenizza. No problem. Altro pomeriggio e altra notte in barca. Prolungamento vacanza.
20-9
Altro che vacanza ! Schiacciati brutalmente con la fiancata sinistra in banchina, teniamo botta aggiungendo ai parabordi i copertoni provvidenzialmente trovati da Elena. Tuoni, fulmini, acqua e  grandine !
 Ora stiamo freschi ! Finalmente.
21-9
Notte tranquilla. Ma all' alba il vento si dispone a schiacciarci per un' altra giornata sulla banchina.
 Allora, finche non e' troppo forte, si fa cosi': ci si lega corti a prua tenendo un parabordo tra lo scafo e la banchina. Si da marcia avanti con tutto il timone a sinistra, barra a dritta. La poppa lentamente si allontana controvento dalla banchina e raggiunto un angolo adeguato, marcia indietro, molla a prua e via.
Via verso un fiordo un miglio a NW di Vonitza nel mare interno di Preveza. Giornata di riparazioni varie, tavolino pozzetto, toilettes etc.
23-9
Elena ammalata. Torniamo a Preveza e passiamo al marina Cleopatra per vedere se possono anticipare l' alaggio di Andromeda.
Un' occhiata al brogliaccio e... - Simera ! - oggi !
Anzi tra poco, appena alato quel monoscafo perche il successivo ha disdetto. Colpo di culo !

Riposo a Preveza


Ciao gente. Se Andromeda non viene venduto ci ritroviamo nel 2012.
Cla.

VERSO ITACA

1-9
Tuttomotore per 20 miglia. A mezzogiorno sono a Trizonia, un' isoletta a 1 miglio dalla costa nord.

Sul lato NE dell' isola si apre una insenatura circolare, quasi un laghetto, dove e' stato costruito un marina con il solito sistema dei contributi CE. E come altre iniziative di questo genere, chi ha avuto e chi ha dato, i lavori sono rimasti in sospeso e il marina e' in stato di abbandono.
Una pacchia ! Non si paga, si ormeggia dove si vuole, nei pressi c' e' un microabitato con caffe', bar e ristoranti.

 Mi dicono pure uno spaccetto di alimentari; altrimenti basta prendere il trghetto e in 10 minuti si e' gia al supermarket di Glyfada.
Ma la grossa sorpresa, accostato in banchina senza nessuno a bordo, e' "Spirit of Gaia" il catamarano personale di James Wharram.
Chi era costui ? Fermi, e' ancora vivo, ha 90 anni e al momento sta in Inghilterra con problemi al cuore.
Ai velisti dei monoscafi non dira' molto ma per gli amanti dei pluriscafi Wharram e' una specie di nume tutelare.
Disegnatore di professione, negli anni '60 attraversa l' Atlantico su un catamarano di 7 m costruito in legno, Tangaroa. A bordo lui e due ragazze di cui una incinta.
A Trinidad incontra Bernard Moitessier che gli da una mano a costruire Rongo, altro catamarano di 11,5 m con il quale tornera' in Europa.
Qui mettera' a punto diversi progetti di catamarani da autocostruire con poca spesa e in poco tempo. Questi si rivelano subito molto validi, inaffondabili, veloci, pratici e in breve si forma un' associazione di costruttori Wharram con affiliati in ogni parte del mondo, che si scambiano dati e nuove idee. A suo tempo c' ero dentro anch' io, innamorato perso.
Lunga vita a James !

Spirit of Gaia
5-9
A Trizonia si stava proprio bene. Posticino tranquillo, silenzioso, zero stress. Ma mi dovevo schiodare. Domani arriva gente col traghetto da Ancona.
Per questo mi sono trasferito qui al Marina di Patrasso approfittando di una sventolata da NE. Suggestivo e a rischio il passaggio sotto il ponte di Rion dove mi sono trovato quasi schiacciato tra un cargo da poppa e una nave da prua.
6-9
A fine pomeriggio arrivano Bruno, cugino di Trento e Loredana, sua gentile consorte. Insieme a loro pure Elena, nello stesso traghetto. Un caso del destino.

7-9
E via verso nuove avventure. Issata tutta la randa in previsione di una mattinata di calme, poco dopo dobbiamo prendere concitatamente due mani di terzaroli per una forte sventolata da N. A pomeriggio inoltrato diamo fondo a nord dell' isoletta di Oxia. Altre quattro barche alla fonda. Siamo sull' estuario di un fiume e abbiamo il curioso fenomeno di uno strato di acqua dolce e fredda in superficie, sopra quella calda e salata.
8-9
Una smotorata nella calma del mattino e raggiungiamo Itaca, l' isola dei racconti Omerici.
Ci piazziamo a sud dell' isola nella baietta di S. Andrea con le solite cime sulle rocce, tra altre due barche.
 Tutto bene, bagnetti, giochetti con le meduse cavolfiore, tentativi di pesca alla lenza.
Ma anche il Paradiso non e' perfetto. Oltre all' invasione delle vespe, verso sera un rafficoso NE scende da una valletta. Fa spedare l' ancora ad un piccolo monoscafo sulla nostra sinistra. Questi, nelle sue manovre per rifare l' ancoraggio ci smuove la catena e poco dopo anche Andromeda viene spinto dal vento laterale contro le rocce. Bruno si puntella con la gaffa e tiene la distanza. Motori e verricello .Nel buio della sera ridiamo fondo per due volte nella stretta rada cercando di far mordere l' ancora. Infine istituiamo i turni di guardia.
 Sorge la luna piena. Ci guarda e pare che sogghigni.
9-9
Cefalonia. Meglio entrare in porto e metterci in banchina all' inglese. Ok.
 Nel pomeriggio camminata al laghetto Melissani. Una specie di cenote, laghetto sotterraneo che si percorre in 10 minuti in barca a remi, previo ticket, sfiorando le stalattiti con la testa. Mi ricorda un' altra remata simile ma piu lunga, in una grotta di Palma di Majorca - Baleari ai tempi del Samadhi. Si procedeva al buio verso una lontana musica sinfonica e infine si accedeva ad una sala ipogea illuminata dove c' era veramente una orchestrina di archi e flauti . Molto romantico.
10-9
Affittata moto enduro 150 cc Suzuki. Prima tappa all' acropoli Micenea di Krany, sito archeologico presso Argostoli. Anche qui blocchi e mura di notevoli dimensioni del tipo poligonale e lineare.
Tappe successive contornado la costa nord di Cefalonia tra spiagge e nuotate.
In chiusura giornata salgo da solo in moto all' antica acropoli di Sami da dove una muraglia ciclopica segue in discesa il pendio della collina per qualche centinaio di metri. Perche ?

12-9
Lasciata Cefalonia, grande e bella isola, ci portiamo velamotore a Vathi - Itaca, mitica isola del giramondo nostro antesignano Ulisse. Attracco in banchina.
Vento fastidioso da NW. Grande rientro di monoscafi, ressa alle banchine e scene turche.

domenica 4 settembre 2011

DELFI

29-8
Domani si parte. Preparativi.
30-8
Raggiunto Galaxidi, grazioso paesino old time presso Delfi. Mare piatto, poco vento, tanto motore.
31-8
Visita a Delfi, l' oracolo piu famoso del mondo greco antico. Si legge che ai tempi dei tempi alcuni pastori della zona notavano che le pecore che sostavano presso alcune rocce venivano presedalle convulsioni. Le persone anche, anzi cominciavano a parlare di cose passate e future e si comincio a dire che un Dio parlasse per bocca loro.
Nacque cosi il culto dell' oracolo di Delfi, anche perche la cosa fu istituzionalizzata da una certa classe sacerdotale e tutta quell' area pietrosa e in forte pendenza ebbe uno straordinario sviluppo edilizio. Divenne una cittadina con tanto di anfiteatro e stadio olimpico oltre ai templi dedicati ad Apollo e Atena.
Il tutto funziono' piu o meno bene finche con l' avvento del cristianesimo Teodosio decreto la fine di queste superstizioni pagane e tutto cadde in rovina.
Le rovine sono li ancora oggi e costituiscono nuovamente un forte richiamo turistico.

Sinceramente, dopo Micene, questo complesso archeologico non mi ha colpito piu di tanto. Troppi rimaneggiamenti, sovrapposizioni, greci, romani, bizantini. Si e' perso l' assetto originario.
Una cosa ho notato che mi ha meravigliato alquanto: le mura poligonali alla base del tempio di Apollo presentano in alcuni punti un accostamento delle pietre con diverse curve e con andamento serpentiforme. Accostamenti quanto mai precisi. Vorrei togliere una pietra e vedere se combacia allo stesso modo con l' altra per tutto il suo spessore. Virtuosismi da scultore, in questo caso.

 Da giovane mi ero dilettato nella scultura di una panca da giardino ricavata da un blocco di porfido. Ci sono voluti giorni, punta scalpello e mazzotto. Piu i cerotti sulle nocche per i colpi fuori segno. Ogni due giorni dovevo ripassare le punte nella forgia al calor rosso e ridarle la tempra. Poi mi decisi a comperare punte widia.
Nel caso di Delfi eravamo gia nell' eta del ferro, ma le punte widia erano di la da venire. Vorrei che nei musei , oltre a tanto vasellame e bigiotteria, venissero esposti di piu i ferri del mestiere dell' epoca, tanto per capire meglio come campava quella gente.
In particolare il popolo bue.

sabato 3 settembre 2011

MICENE

28-8
Domenica archeologica. In autobus a visitare gli scavi di Micene, vecchio desiderio finalmente realizzato. Nonostante avessi letto gia molto su questa antica citta riscoperta da Schliemann, trovarmi di fronte alla Porta dei Leoni, alle sue mura ciclopiche e all' incomprensibile architettura della tomba di Atreo e' stata un' esperienza da ricordare.


Ora centomila domande mi si affollano nella mente. Se le mura ciclopiche di Paleocasrto a Nisiros,costruite con incomparabile maestria, risalgono al 700 ac, queste di Micene risalgono il tempo fino al 1300 ac. E le dimensioni dei blocchi hanno qualcosa di assurdo. Che bisogno c' era nell' eta del bronzo di tagliare blocchi di quella stazza e innalzare mura larghe 6-7 m ? Mica esistevano ancora cannoni ed esplosivi. Nemmeno catapulte. I guerrieri lanciavano frecce, lance, sassi con le fionde, contro le quali sarebbe bastato un muro di mattoni. Non capisco la megalomania dei Micenei, degli Atridi in particolare o degli umani di quell' epoca in generale. In effetti c' e'stato un tempo nel processo evolutivo degli umani, dove diverse costruzioni erano caratterizzate da un accentuato gigantismo. Vedi i Cromlech, i Dolmen, Stonehenge, le Piramidi, la piattaforma di Baalbeck, Cuzco, Tihuanaco, i Mohai dell' isola di Pasqua, etc.
 E' come se uscito dai tempi bui della preistoria, padrone ormai della Natura, l' homo faber volesse affermare la propria potenza o perlomeno impressionare i vicini, nemici e non. Il tutto a prezzo di inumane fatiche.
Per esempio , tornando a Micene, vorrei capire perche in una regione e sulla stessa collina della fortezza dove predomina la pietra calcarea grigia, tutto il complesso e' costruito con un conglomerato estratto chi sa dove. Forse una cava nei pressi...nel quale caso blocchi giganteschi devono essere stati trascinati su per la collina. Ha senso ?
La cupola della tomba a tholos detta di Agamennone poi, mi fa girare la testa. Un' ogiva alta 13 m, seminterrata, cerchio dopo cerchio di pietre aggettanti verso l' interno posate con rara precisione. Il portale sormontato da due enormi architravi in pezzo unico ed esageratamente larghi. Come li hanno innalzati fin lassu ? Il lungo corridoio d' ingresso che segue il profilo del pendio dove i blocchi sono accostati con tale accuratezza che si direbbero tagliati con moderne seghe a filo diamantato. All' inizio di tale corridoio si nota il blocco piu grande di tutto il complesso. Mi viene in mente Baalbeck in Libano. Triliton.


Non riesco a farmene una ragione: tredicesimo secolo ac, eta del bronzo. Comunita floride, surplus alimentare, sovrapopolazione, megalomania dei dirigenti o citta e regioni in guerra tra di loro, povera economia di sussistenza , pecorai e scarsi prodotti agricoli ? Comunque sia avevano il tempo e le forze per costruire tali esagerazioni. Sono li. Testimonianza reale e tangibile. Che possiamo dire ? " Non ci sono piu gli uomini di una volta".
Proseguono le ricerche.

CORINTO

27-8
Tutta al notte ha soffiato. Non c' e' stata la calma prevista dal meteo. Una notte di dormiveglia tenendo d' occhio la posizione tramite una stellina che passeggiava nel vetro del tambucio a seconda dei brandeggi sull' ancora.
Poi il sole. Al largo ancora frangenti. Un caffe' veloce e via. Arrancando con i due motori contro onde e vento teso copro le tre miglia fino all' ingresso del Canale. Vediamo che succede... faccio segno a dei pescatori che mi prendano la cima per affiancarmi alla banchina. Sopra di me la Torre di Controllo tace. Nessun segno. Dormono ? O mi vedono e mi stanno chiamando via radio ? Per antiche eperienze cerco sempre di evitare di farmi sentire via radio. Ti dicono ogni volta di no, qui non si puo, prova altrove, non ci rompere le palle al momento della merenda etc. Meglio buttarsi e presentare il fatto compiuto. Poi discuteremo guardandoci negli occhi !
Infatti ecco che esce un omino: - Che vuoi fare ? Dove vai ? -
- Vorrei fare il Canale se e' possibile. Chiamate voi al momento giusto ? Quando oggi, domani ? Preferirei domani e rimanere qui alla banchina. -
- Passa in ufficio a pianoterra della Torre -
Ok. Concordiamo cosi il passaggio tra un' ora. 215 euro, prendere o lasciare. Prendo.
Ed eccomi poco dopo a 4 nodi incassato tra due alte pareti di roccia di cui non si scorge il bordo. Passo sotto diversi ponti dove turisti assiepati lungo le ringhiere mi fanno filmati e foto. E io a loro. Tre miglia di lunghezza, 25 m di larghezza,profondita' 7 m. Si passa a senso unico.


Stretto di Corinto
 In breve sbocco nel golfo di Corinto. Se alla partenza avevo vento teso e onda corta, qui lo stesso vento di NW e' ancora piu teso con onde alte e rabbiose. Che faccio ? Con il binocolo cerco di capire come si presenta il porto di Corinto. Si vede un lungo muraglione di cemento e a sinistra un altro di sassi. Poco dopo mi infilo a ridosso del cemento. Lunghe banchine vuote, un pescatore, onda che va e viena anche qui. Cerco di lanciare una cima su una bitta ma un militare arrivato in auto mi nega l' ormeggio. Ok. Mi infilo allora nella stretta apertura del porticciolo di sassi. Tutto pieno. Barche arrangiate in ogni dove e in seconda fila. Ma ormai sono dentro, cascasse il mondo fuori non torno. Lancio una cima a un omone barbuto che me la lega ad un anello d' angolo di un pontile galleggiante. E rimango cosi, teso su questa cima attestata alla prua sinistra di Andromeda che brandeggia qua e la nel poco spazio al centro del porto. Guarda, guarda...una grossa boa in corrispondenza della prua di dritta...acchiappata ! Cosi va meglio. Un francese mi chiama dal pontile. Se voglio, lui sta lasciando il suo posto in banchina perche e' il suo turno per passare il Canale. Merci beaucoup ! Ancora a prua e cime a poppa. Perfetto, come un fagiolo nel baccello !
Che dire ? Aiutati che Dio ti aiuta. Oppure, la fortuna aiuta gli audaci. O, memento audere semper. Confesso che questo detto Dannunziano, sotto sotto mi rimescola alquanto. In realta c' era ben poco da fare di alternativo. Questa era la sola opzione logica e razionale. E come tutti i bricoleurs che necessariamente ragionano in termini di rette, triangoli e cerchi, la Razionalita' innanzitutto.
 Bene , sistemata la barca, nel pomeriggio giro di 15 Km in bici per visitare gli scavi della vecchia Corinto. Non sono riuscito a trovarli. Massacrato dal sole feroce e dalle salite interminabili ho trovato conforto abbuffandomi di fichi maturi rossi e bianchi che crescono un po dappertutto.
Serata con l' omone barbuto. Si chiama Johnatan, nato in Cornovaglia e greco per elezione. Ha girato pure lui tutto il mondo, dal Giappone alla Mongolia, dall' Australia al sudamerica facendo mille lavori. Per quattro anni ha avuto una fidanzata italiana di nome Francesca. L' ha portata in India. Hippies ?


Jonathan


venerdì 2 settembre 2011

UNA GIORNATA

26-8-2011
6,30. Una notte di raffiche. Arrivano a ondate tra un periodo di calma e l' altro. Comincia ad albeggiare. Bisogna muoversi approfittando della calma attuale.

 Motori. Sciogliere le drappe di poppa e lasciarle affondare controllando che non si ipiglino nei timoni o nelle eliche. Via anche le cime di prua. Andromeda spinta dal vento si scosta dalla banchina arretrando fino in acque libere. Esco dal porto. Anche fuori soffia da nord, buono per fare rotta su Salamina, al traverso. Solo fiocco. Con il sorgere del sole il vento prende forza, compaiono i primi frangenti e si fila che e' un piacere sotto il bel cielo sereno tipico della Grecia. Innesto l' autopilota cosi da fare un po di colazione. Un buon caffe e' proprio quello che ci vuole. Quindi attacco i lavoretti di corvee: ritirare i parabordi, addugliare le cime, lavare il ponte a secchiate e spazzolone, il tutto legandomi qua e la con il moschettone della cintura di sicurezza.
Sono solo. Non si sa mai, un giramento di testa, un movimento inconsulto tra gli sballottamenti dell' onda al traverso e pluf ! Vedere Andromeda che si allontana incurante e inconsapevole tenendo diligentemente i 260 gradi impostati sull' autopilota... Quindi, legarsi ! Alle sartie ,alle cime alle draglie. Si, alle draglie. Michel, il francese, diceva che se le draglie non reggono il peso di un uomo e' inutile montarle.
Michel...ondata di ricordi. Ai tempi del Samadhi. Avevamo navigato insieme dall' Andalusia al Marocco. Lui aveva un monoscafo di 10 m e faceva coppia fissa con Annie, una signora di ferro, paraplegica dalla vita in giu a causa di un incidente automobilistico di tanto tempo prima, quando era mamma di un bimbo di 3 anni. Di professione insegnante, cresciuto il bimbo si era imbarcata con questo Michel, giramondo, musicista e mistico per vocazione. Sulla barca si muoveva senza problemi a forza di braccia, si calava in mare dalle scotte del boma lascato in fuori e tirando di braccia risaliva. Veniva anche sul Samadhi issandosi allo stesso modo e pinneggiava qua e la per il largo pozzetto come un' otaria. Poi si sedeva alla barra e facevamo le regate contro Michel. Il Samadhi era un catamarano da corsa, non c' era storia, ma lei ad ogni bordo e ad ogni incrocio dove Michel restava inesorabilmente indietro, gli faceva i gestacci e gli dava dell' incapace. Ma questo e' amore.

Per contro lui, quando lei si lamentava che le toccava sempre fare i piatti, le ribadiva serafico: - C' est la nature. -
Salamina si avvicina. Devo passare tra la punta sud e un gruppo di grossi cargo ancorati a ridosso.

 Un elicottero continua ad incrociare tra Egina e la costa e poco dopo vengo sorpassato da un sommergibile della Marina Greca in emersione.

 Dopo Salamina mare libero finoallo strettodi Corinto. Sempre vento da nord tra alti e bassi; ogni tanto mi metto al timone per guadagnare di bolina. Anche i gabbiani sopra di me veleggiano di bolina risalendo il vento con una facilita invidiabile. Grazie, loro possono spaziare su tre dimensioni, zigzagare in quota, picchiare a pelo d' onda, sfruttare in modo magistrale ogni piccola variazione del vento con minime inclinazioni delle remiganti e della corta coda. In aliante si possono fare piu o meno le stesse cose ma in modo molto grossolano e nonostante sia un velivolo tra i piu sicuri in ambito volo a vela ( deltaplano, parapendio ) ogni tanto qualcuno si schianta. Pero finche non ti schianti e' bellissimo veleggiare in primavera tra una termica e l' altra sopra quegli antichi atolli corallini emersi che sono le Dolomiti. Cloche, pedaliera e un occhio sul variometro.
 Ti senti un albatros !
Salamina lontana di poppa. Poche miglia all' ingresso est dello stretto di Corinto. Il vento rinforza e passa a NW. Mare spruzzato di frangenti. Dove vado? Un' occhiata alla carta... ecco, un ridosso in zona Kerkires a sud dello stretto. Ok. Fare le cose per bene e con calma. Poggiare quasi in fil di ruota, innestare autopilota su questa rotta, allascare gradualmente la scotta del fiocco e gradualmente riavvolgerlo morbido senza che sbatta mentre sta gonfio a prua. Motori, occhio al profondimetro e andiamo all' ancoraggio. Do fondo su 4 metri. - Roccia ! - mi dice un sub nei pressi interpellato in proposito. Per il momento va bene cosi. Il meteo dice che verso il tramonto calera'. Stare in campana !

POROS - ATENE

15-8 Via da Poros, un po a vela e motore,raggiungiamo Angistri e ancoriamo in una baietta a sud dell' isola. Canoa in acqua, doppio una punta oltre la quale ritrovo l' ormeggio dove stavo anni fa con Pandora. Allora c' era solo una banchina di cemento dove potevano agganciarsi non piu di tre barche. Ora e' sorto un porticciolo di gozzi, un bar ristorante e una strada sterrata, anche troppo trafficata. L'intenso odore di resina dei pini di allora non si sente piu.



16-8 Un colpo al cerchio e uno alla botte. Vale a dire un giorno in baietta deserta per Andrea e un giorno tra la gente per Paola. Cinque miglia e ci spostiamo a sud di Egina, a Perdika. Non c' e' posto ma riusciamo ad ormeggiare ugualmente tra due cime che Paola porta a terra a nuoto e due ancore a queste contrapposte. Perdika e' un paesino di altri tempi, casette , vicoletti, lungomare con localini, supermarket. Tra i vicoli, diversi alberi di fichi finalmente maturi. Gnam. Chiusura di serate al bar internet con Paola davanti a due bottigliette di aspro crazi ( vino bianco ) e pistacchi.
17-8 Giro di vento nel corso della notte. Siamo tesi sulle ancore con la poppa vicino agli scogli. Via ! Solofiocco percorriamo il lato sud di Egina e parte del lato est poi a motore ci affianchiamo all' inglese alla banchina dei traghetti a Aya Marina. In alto sulle colline si stagliano le colonne del tempio di Afea, come a Capo Sounion. In banchina sta gia ormeggiato un monoscafo battente bandiera spagnola. Viene da Barcellona e il suo skipper e' un omone barbuto piuttosto agitato che sbraita per niente con i suoi famigliari che neanche gli danno retta. Qui si starebbe bene per qualche giorno ma dando un' occhiata al meteo ci rendiamo conto che dobbiamo ripartire e raggiungere la costa a sud del Pireo. Via di nuovo, sia noi che gli spagnoli. Randa due mani piu fiocco, stringendo al massimo il NE becchiamo l' insenatura di Vouliagmeni dove ci aggangiamo alla boa di chi sa chi, presso un marina privato di motos-cafoni. Serata e cena in paese.

18-8 piangendo solo un pochino convinciamo l' omino del marina a farci un rifornimento di acqua. Segue grande bucato. Nel pomeriggio il vento rinforza fino a 20 nodi gia in rada. Andrea e Nadia scendono a terra e si piazzano in spiaggia. Rosa e Paola poco dopo idem. Io sto di guardia , tra le raffiche.
19-8 e 20-8 Di guardia tutti i giorni mentre la troupe va e viene. Al tramonto un calo di vento mi consente un giretto in gommone alla piscina coperta.
21-8 Colazione. Parziale calma di vento. Il meteo conferma la parziale calma. Allora via dalla boa, scappiamo mentre Eolo si fa un pisolo ! A motore risaliamo la costa entrando in due porticcioli dove pero gli omini ci negano l' ormeggio. Finalmente riusciamo a metterci all' inglese in un megaporto nuovo ma semiabbandonato poco a sud del Marina Kalamaki. Segue uscita tutti insieme. Paola prende un taxi per l' aereoporto. Questa sera sara gia a Berlino. Noi proseguiamo con un trenino fino a Kalamaki e finiamo in una pizzeria italiana. Cameriere greco.
22-8 Alba. Vento un po calato e girato a nord. Non siamo piu schiacciati sulla banchina. Motori e via di nuovo. In un' oretta arriviamo al Marina Kalamaki e ormeggiamo di prua controvento ad un pontile nel varco di un pettine. Giornata di lavoretti, compere e spiaggia per i ragazzi.

23-8 Sono sdraiato supino a testa in giu nelle cloache di Bombay all' interno di uno scafo nell' estrema poppa per fissare un bullone della scaletta da bagno, quando mi sento chiamare dall' esterno. Sono due impiegati del Marina su un barchino che mi invitano in ufficio con loro, fornito dei documenti necessari. Risultato: 76 euro al giorno senza acqua ne luce. E venerdi devo sloggiare per il rientro delle barche della Jonian. Merda ! La Grecia sta in crisi e tutti si danno alla pirateria !
24-8 Sveglia alle 6, armi e bagagli ,la famiglia mi abbandona. Questa sera saranno gia tutti a Merano.
Ancora una volta ho rimaaasto solo ! Mattinata in centro con la bici, banca, Vodafon , olio motori. Il vento ulula in continuazione e fa suonare in concerto le sartie e le drizze di cento barche.
25-8 Pagati 3 giorni di ormeggio. In cash. Problemi greci con la Visa

martedì 30 agosto 2011

PORTO RAFTI - POROS

31-7-2011
Giornata in aereoporto. Elena parte e arrivano Rosa Rita, mia moglie, Andrea, mio figlio e Nadia , la sua ragazza.
1-8 colazione , spesa , pranzo e puntata a Petalion, randa , fiocco e motore. SE 2 bf. Sole feroce. Ma al tramonto da feroce diventa timido e gradevole giusto per una nuotata e una passeggiata sotto pini resinosi e lungo una spiaggetta di ghiaia a massaggiarsi i piedi.
2-8 Come da previsioni alle 3 di notte arrivano le prime raffiche da nord. Tiriamo fino alle 6, recuperiamo a fatica le 2 ancore e solofiocco facciamo rotta su Lavrion. 4 ore con vento 5 bf. Ormeggiamo prua-poppa in banchina nel porto. Nel pomeriggio segue sgobbata per rifornimento gasolio con 2 carrelli da supermarket ad un distributore per auto. Sgobbata condivisa con William, olandese della barca vicina con lo stesso problema.
3-8 Lavrion e' stata una sosta tecnica per rifornimenti vari. Via da Lavrion , dopo 5 miglia ancoriamo in rada sotto il tempio dedicato a Poseidone a capo Sounion. E' la terza volta che ancoro qui e il posto e' sempre molto suggestivo e accogliente. Naturalmente saliamo doverosamente al tempio ma non abbiamo piu vergini da sacrificare.


4-8 Giornata di relax sotto il tempio. Nuotatine e passeggiate. In rada e' un continuo via vai di barche a vela che sostano anche per poche ore. Molte sono state prese a noleggio e si vedono manovre da principianti. Me le ricordo. E' una fase dove sono passato anch' io, tanti anni fa.
5-8 Ore 6,30 del mattino. Il sole deve ancora sorgere. Calma di vento e nell' acqua limpida si vede il fondo. Ne approfitto per spedare da solo la Danfort. Poco dopo lo sferragliare della catena fa svegliare la troupe. Salpiamo anche la CQR che viene issata con una grossa pietra incastrata tra unghia e catena. Si va. Randa e fiocco, vento da N 10 nodi, in mattinata ci facciamo le 30 miglia fino a Hydra dove ero gia stato negli anni '80. Ancoriamo nella baietta di Mandraki su 23 m e con due cime che Andrea porta a nuoto e lega sugli scogli a poppa. Molto bravo.
6-8 Sabato. Rosa Andy e Nadia se ne vanno in paese. Lavoretti a bordo. Domani arriva Paola, mia figlia, da Berlino. Tre barche di napoletani casinari fanno casino fino a mezzanotte.
7-8 Arrivata Paola con aliscafo dal Pireo. Vado a prenderla in bici e ci facciamo la strada di ritorno Hydra porto > baia Mandraki uno in canna e una in sella.
8-8 Due ore di vela e ci trasferiamo in rada nell' isoletta di Dokos di fronte alla spiaggia dell' asinello. I napoletani come un incubo ci seguono fino qui.
9-8 Via da Dokos ci ficchiamo in banchina a Ermioni, paesino sulla costa, raccolto e concentrato. Acqua , viveri, bagnetti e passeggiate sulla punta alberata. Verso sera in banchina non rimane piu un posto libero. Ermioni e' un paese molto ambito da velisti e motos-cafoni.
10-8 Ritorno a Dokos. La prassi e' , un giorno nella civilta e uno nella natura. Natura matrigna: se questa notte il vento gira, occhio agli scogli !
11-8 Si sapeva gia. Il vento e' girato a nord e la poppa sta verso gli scogli. Buio. Sono le 4. La luna e' tramontata e l' ancora ara nella sabbia. Gia siamo sui 2 metri. Sveglia alla truppa, motori, verricello, ancora. Nella notte cerchiamo un altro ridosso zigzagando tra le barche alla fonda, qualcuna senza luce. Nada. Mettiamo la prua su Ermioni e ci facciamo l' alba controvento sballottando sulle onde. A Ermioni diamo fondo in rada su 2 metri tra le raffiche. La banchina e' stipata di barche. Oggi a riva e' giorno di mercato. Nel pomeriggio troviamo posto in banchina, lato esterno, ma non e' piu come la prima volta. Con vento da NE si balla coi lupi. Ululando.
12-8 Veleggiata verso est. Ancoraggio meridiano in graziosa baietta dove vorremmo passare i prossimi due giorni. Invece il vento gira a SW e dobbiamo scappare. Finiamo cosi a Poros. Altra baietta che ricorda la Liguria. Pini e cipressi. Uscita serale al bar degli albanesi. Kalinikta.
13-8 Giornata tranquilla. Rosa e paola si fanno un ora a piedi fino a Poros paese. Mi aggancio di poppa a due blocchi di cemento sommersi, ma sono leggerini e li porto a spasso qua e la sul fondo a seconda della direzione del vento. Nel pomeriggio una sorpresa: ancora vicino a noi un catamarano "Maldives 32" di nome Pandora. E proprio lui ! Il primo che avevamo noleggiato in Grecia negli anni '80 quando eravamo giovani e scoppiettanti.

giovedì 25 agosto 2011

RIPRESA DI CONTATTO

25-8 Atene. Navigatori e aspiranti navigatori... A voi !
Dove eravamo rimasti ? All' Emilio di Kos.
Poi sono seguite le descrizioni di Elena, L' Acquatica, alle quali vorrei aggiungere qualcosina di cui lei e Paola non si sono rese conto.(forse)
Dopo Patmos avevamo puntato un buon ancoraggio nell' isolotto di Farmakonisi, di fronte alla costa Turca.
Ma Farmakonisi e' risultata essere un' isola militare con accesso negato.
Immagino che i militari di guardia abbiano visto arrivare Andromeda e siano seguiti commenti del tipo: ma vedi i soliti turisti imbranati, sarebbe da sparargli due cannonate , una per scafo.
Ed ecco partire dalla caserma sulla collina, tra nuvoloni di polvere, una jeep con due militari armati di megafono!
- Ebbene, se voi suonerete le vostre trombe, noi suoneremo le nostre campane !-
A pochi metri dal molo, mando le due ragazze a prua, in bikini MOLTO succinto...
Li hanno ammazzati li' sul posto !
Proprio un ottimo equipaggio.
Il 3-7 nell' isola di Arki scrivevo: "le ragazze con ardita azione da commandos scendono a nuoto tenendo sacche impermeabili sulla testa e ritornano con scorte viveri, nonostante sia domenica."

Visto? Altro che maschietti !
Bene. Centomila particolari ve li raccontero' qualora ci trovassimo a quattrocchi.
Passiamo ora al diario di bordo dopo la partenza di Elena.

martedì 28 giugno 2011

NEWS

E' un po di tempo che non compare piu niente , eh ?
Ma le navigazioni tra queste isole sono proseguite ugualmente.
Con Elena, navigatrice oceanica dalla Nuova Caledonia in poi, per la terza volta su Andromeda.
Scrive meglio di me, quindi le news le trovate per il momento su "Acquatica Vagabonda"
Ciao belli.

venerdì 10 giugno 2011

CONSIDERAZIONI

9 - 5
Mediterraneo ritrovato. M' ero quasi scordato di com' era fatto. E' proprio blu, soleggiato, acque chiare.
Almeno qui nell' Egeo.
Dopo dieci anni di oceani, da prendere sempre con oculato impegno, qui tutto e' piu facile, gradevole. Le maree soni irrilevanti, le correnti non danno pensiero, i percorsi sono brevi, giornalieri da un' isola all' altra. Niente piu notti in dinette con un occhio solo. Porti e rade dappertutto.
C' e' il Meltemi, quando arrivera'. Lo conosco.
E qualche sfuriata tipica mediterranea che ti fa rendere conto che il mare, dovunque, e' sempre da prendere con rispetto.
Per dirne una : dove ho trovato le onde piu cattive negli ultimi dieci anni ? Nella rotta Sardegna - Spagna.
Era il settembre 2006. Eravamo partiti io e Renzo da Stintino puntando Minorca alle Baleari dove mi aspettava mio fratello Carlo.
Le previsioni meteo erano buone. A fine giornata, a 25 M da Minorca gia stavo in collegamento telefonico quando si e' alzato uno Scirocco via via sempre piu furioso !
E le onde, appunto, in breve si sono alzate a dismisura; gli spruzzi passavano sopra la tuga. Non c' e' stato niente da fare ! Issato un fiocchetto da tempesta siamo stati spinti tutta la notte e il giorno successivo per 180 miglia fino a Barcellona !
Ma non tutti i mali... etc. A Barcellona c' erano grandi feste sulla Rambla e ci siamo trovati benissimo. Andromeda al sicuro al Real Club Maritimo, dove gia avevo fatto scalo per un mese ai tempi del Samadhi e della Lia.
Benebene. Intanto qui a Kos tra tutti questi andirivieni di caicchi carichi di turisti, le musiche, le spiagge, la gente allegra, mi sembra di essere un pensionato in vacanza.
Cosi' per non godermela troppo vedo di smaltire qualcuno dei miliardi di lavoretti della galassia Andromeda.
Ogni sera al tramonto arriva in bicicletta Emilio. Si siede sulla panca qui di fronte e lancia manciate di granoturco tritato ai colombi. Sono una ventina, sempre quelli, ormai li conosco anch' io uno per uno. Arrivano al volo dalle mura del Forte dove vivono prima ancora che Emilio scenda dalla bici. Sicuramente stanno di vedetta tutti assieme o ne mettono uno tirato a sorte.


Emilio e' greco, nato a Kos nel 1912. Ha 98 anni. 99 entro quest' anno ! (ragazzi, venite a vivere a Kos che si campa a lungo)
Parla italiano ed e' un libro di Storia vivente. Racconta di quando a Kos c' erano diverse famiglie di italiani, rimasti per un periodo di 30 anni. Dice che e' stato il periodo migliore per la sua isola. C' era lavoro per tutti; sono state fatte strade , ponti, bonifiche e la produzione agricola era merce da esportazione.
Dopo il '45 tutto si e' fermato. Le famiglie italiane sono tornate in Italia e nonostante la Grecia avesse raggiunto la sua autonomia, niente piu e' stato fatto.
Ora si vive di turismo. Le campagne abbandonate.
Dice - Se per un anno si ferma il turismo moriamo tutti di fame ! Compresi i colombi ! -
E' passato attraverso due guerre mondiali e partecipato nella seconda alla battaglia di El Alamein. Spedito poi in Spagna , Francia, Italia, Russia.
Dopo il proclama di Badoglio dell' 8 settembre qui sull' isola i tedeschi ammazzavano e deportavano.
- Brutta la guerra - ricorda - Aiutavamo gli italiani a scappare in Turchia. Li portavamo di notte a remi a Bodrum, l' antica Alicarnasso, uscendo dal porto quando non c' era la luna, in silenzio, immergendo i remi piano piano, che non si sentisse lo sciaquio.-
- Nel '33 c' e' stato un tremendo terremoto. Morti e feriti a centinaia ! Quello che non e' crollato in seguito alle scosse e' stato spazzato via poi dall' onda di tsunami. -
- Avevo 20 anni - continua - ero in casa quando la terra ha cominciato a tremare. La porta non si apriva. Perche' hai chiuso a chiave ? grido a quello che stava di la. non l' ho chiusa . Si e' incastrata ! A quei tempi ero grande e grosso. Sollevavo da terra 300 chili ! L' ho buttata giu con una spallata e via di corsa ! -
Emilio. L' indistruttibile.

mercoledì 1 giugno 2011

KOS - KOS

31 - 5

Isole Greche a un tiro di cannone dalla costa Turca.
Nel '95 veleggiavamo in queste acque su un catamarano noleggiato a Marmaris. Era un periodo di tensioni tra Grecia e Turchia e le navi militari delle due fazioni incrociavano giorno e notte al limite delle acque territoriali. Per noi era tutto un cambiare bandierine di cortesia.
Oggi le cose paiono appianate.
Pserimos. A sette miglia da Kos e poche altre da Bodrum.
Ancorato nelle baia di Vathi, costa est.
Visita ad allevamenti ittici. Questi sono costituiti da grandi cerchi galleggianti del diametro di 10 - 15 m che sorreggono un saccone di fitta maglia che sta immerso per una ventina di metri. All' interno vivono e crescono sciami di pesci argentei . Di che tipo ? Orate ? Spigole ? Faremo ricerche. Anche sui capitali investiti, sulla resa del tutto e in quali tempi. (ma che curiosi !)
Il progetto sembra buono. Probabilmente una fetta del finanziamento arriva dalla Comunita' Europea.
Ma perche la Grecia sta in grave crisi economica e si parla sempre piu sulla disgrazia che esca dal euro ?
Dico disgrazia perche potrebbe poi seguire il Portogallo, la Spagna e a ruota l' Italia. Effetto Longarone.
Incrociamo le dita e stiamo allegri.
Spostiamoci a Kalimnos, l' isola dei pescatori di spugne.
Puntiamo dapprima nel sud ad uno scoglio di nome Nera.
Ale lo vede bene come posto ideale per pescare, io lo vedo male come ancoraggio.
Sul lato est si apre una insenatura. Una micro spiaggetta in fondo. Due banchine di cemento ai lati. Un sentiero sale verso una chiesetta. Silenzio.
Ci affianchiamo alla banchina di sinistra...No. Grossi massi prominenti toccano lo scafo.
Diamo ancora per avvicinarci di poppa. Il vento gira e ci spinge contro i massi.
Bisognerebbe tesare una cima sulla banchina opposta e tenere la barca a centro rada. Ma in quel mentre arriva un caicco di turisti che, largo com' e' e con grossi palloni riesce ad affiancarsi alla banchina. Subito dopo ne arriva un' altro.
Salpiamo l' ancora e ce ne andiamo. A Vlikathia Cove, due miglia a nord-est.
Una specie di fiordo, molto invitante, protetto, due spiagge, un contorno di casette per turisti ancora chiuse, un bar , una taverna.
- Hic manebimus optime ! - come disse Quinto Fabio Massimo "Cunctator", il temporeggiatore, mentre teneva sotto scacco Annibale ma senza mai impegnarsi in una battaglia definitiva.

 Fu destituito.
Quindi noi resteremo qui solo fino a domani.
Visitiamo un piccolo museo sulla raccolta delle spugne, pericolosa e redditizia attivita fino a qualche decina di anni fa.
Il custode e' anche l' ultimo "spugnaro" dell' isola e non manca di illustrarci le procedure di lavaggio delle spugne oltre a tutti i suoi diplomi e riconoscimenti.


Cielo sereno. Aria immobile. A Vlikathia il tempo e' sospeso. Se guardi l' orologio vedi che le ore trascorrono ma il sole sembra sempre fisso alla stessa altezza.
Una magia. C' era riuscito solo il biblico Giosue'. Lo teneva fermo a braccia alzate per vincere una battaglia contro i palestinesi di allora, prima che facesse buio.
Prima del buio, ritorna finalmente Alessandro da una delle sue cacce subacquee. Due bei pesciotti, il cui destino finale era essere mangiati. Loro stessi ne hanno mangiati altri per vivere e crescere.
Chi mangera' gli umani per vivere e crescere ? I vermi.
A meno che non si facciano cremare, gli umani. Che spreco. Non c' e' riciclo. Almeno spargere le ceneri sui campi, un po di potassio per la vegetazione.
Il giorno dopo. Ci spostiamo nel porto di Pothia, capoluogo di Kalimnos.
- Siamo tornati nella civilta'- dice Ale.
In effetti stando in banchina abbiamo a pochi metri il traffico sostenuto della strada che contorna il porto e un serrato viavai di gente tra negozi e ristoranti. Pero nel complesso Pothia si presenta bene: una cittadina di basse case che si allungano in una piana racchiusa tra due colline di roccia calcarea, sormontate dall' immancabile monastero.
Piu oltre spiccano vette ancora piu alte. Sembra di stare in Dolomiti.
Andiamo a vedere. In motorino.
Comincia a piovere, cielo nero , la giornata butta male.
Ma io vado lo stesso. Da solo, con l' impermeabile, il casco e i sandali con i calzini, come un tedesco bavarese.


Scopro cosi che Kalimnos e' un santuario di arrampicata: centinaia di vie su tutta la costa ovest, tutti monotiri spittati da chi sa chi, e di tutte le difficolta'.
La roccia e' ottima, prese sicure, clessidre e microappigli per tutti i gusti. Ho provato.
Nonostante la pioggia diversi klimbers sono impegnati un po dappertutto e per l' occasione scelgono le vie asciutte sotto i tetti. 
C'è un giovinetto che arrampica con una gamba di legno. Fanatismo arrampicarorio!
Cavolo, con Paolo Cavagnetto, guida alpina di Biella,  qui avremmo fatto affari !
Ma e' morto.
 Caduto con due clienti dall' Aguille Noire in fase di calata in doppia. Dicono che ha ceduto una sosta. Peccato.
Con lui avevamo in progetto di portare la gente ad arrampicare vivendo in barca, come avevo gia fatto alle Calanques con i colleghi di lavoro.
Un progetto scaturito durante una settimana di scialpinismo tra i fiordi della Norvegia, zona Lofoten - Svartissen, vivendo appunto su un monoscafo di 14 m. 
Pace
Per qualche giorno quest' isola ci tiene avvinti a se' ma si avvicina per Ale il tempo di riprendere l' aereo da Kos x Rodi.
Ci riportiamo a Pserimos, questa volta a ovest nel porticciolo del paese.
Anche qui tutto bello, tutto carino, ma pochi turisti, le case con le persiane sprangate, i ristorantini con l' omino che ti aspetta e ti tira quasi per le maniche (corte).
Il momento clou per loro e' quando attraccano a meta giornata i caicchi provenienti da Kos. Ma le orde di turisti che sciamano per l' abitato si limitano a qualche bevuta e qualche ricordino.
In barca da loro friggono gia fior di grigliate. Tutto compreso.

Qui Kos. Alessandro e' partito ieri.
Mo' mi invento qualcosa...

domenica 22 maggio 2011

TILOS - KOS

21 -5

21,30 Altre tre isole. Nisyros , Yali, Kos.
Nisyros e' stata una vera scoperta. E' un vulcano in fase di quiescenza ma con l' ultima bocca eruttiva, al centro della vecchia caldera, dove si aprono diverse fumarole maleodoranti, come a Pozzuoli. Inoltre in un tratto di costa a sud dell' isola si nuota tra acque fredde e calde, tant' e' che negli anni 20 era stato costruito un complesso termale di cui rimangono ancora i ruderi.
In virtu' del suolo vulcanico l' isola e' molto piu verde delle altre e terrazzata in ogni dove, segno che e' stata abitata fin dall' antichita'.


Infatti un complesso murario assolutamente impressionante troneggia su una collina a Paleocastro, sopra Mandraki. Si tratta di una grande muraglia a elle del tipo megalitico o ciclopico risalente al settimo secolo avanti Cristo o prima ancora. Le pietre di cui e' costituito sono enormi, di basalto, perfettamente rifinite e accostate con i giochi di incastro che si riscontrano su tutte le antiche mura megalitiche in giro per il mondo, da Cuzco a Tihuanaco, Baalbeck, Micene etc. e anche in diverse localita' d' Italia.
Si dice che i costruttori di simili meraviglie siano stati i Pelasgi, popolazioni del periodo antecedente la civilta' Minoica.
Siamo nell' eta' del bronzo: scalpelli di rame o di bronzo su rocce di granito e di basalto? Rampe di terra per trascinare blocchi di qualche tonnellata a 10, 15 m di altezza ?
Centinaia o migliaia di persone impegnate in uno sforzo inumano e a cui bisognava provvedere al sostentamento tramite altre centinaia o migliaia di persone, agricoltori, allevatori etc.
Un grosso progetto unitario, esagerato su un' isola cosi piccola. Per difendersi da chi, da cosa ? Da altri umani, da colate laviche ? Mah...


Attualmente a Nisyros si contano quattro paesini: due sulla costa nord, Mandraki e Paloy, e due a 400 m di quota arrocati quasi in bilico sui bordi strapiombanti della vecchia caldera.
Strana isola.
A Mandraki dove arrivano i traghetti non c' e' neanche un vero porto, solo una banchina di cemento. E il paese e' quanto mai articolato tra vicoletti, scalinate, saliscendi, quasi un labirinto, sovrastato da una parete rocciosa sulla quale si innalzano un monastero bizantino e i resti di un castello dei tempi delle Crociate.
Paloy e' un paese ancora piu piccolo che si affaccia su un porticciolo dai fondali di 2,5 m dove trovano rifugio, oltre alle barche locali, diversi velisti tra cui noi con Andromeda, ormeggiati come gli altri, poppa in banchina e ancora a prua.

Qui siamo rimasti due giorni girovagando in lungo e in largo su scooterino a noleggio.

Poi siamo stati attratti dall' isoletta di fronte. Yali.
Assomiglia a Lipari, tutta di pomici bianche tagliate a gradoni per prelevarne il materiale e quindi completamente snaturata. Come a Lipari ci immaginavamo allegre scivolate sui ripidi pendii di polvere, ma una volta dato fondo presso una rampa con nastro di carico, ci siamo resi conto che il cantiere e' in funzione e non era il caso di andare a rompere le scatole ai lavoratori.
Cosi ci siamo dirottati con tender e motore su una secca nei paraggi dove Ale si e' immerso per provvedere alla cena. Rien a faire.
Nel frattempo un monoscafo ha ancorato presso di noi. Sorpresa: lo skipper e' nato a Merano, vissuto a Bolzano e risiede a Venezia. Eccoci tra concittadini, qui in fondo al Mediterraneo.
Un caso che mi ricorda un viaggio in Scandinavia fino all' isola di capo Nord. Dall' alto della scogliera ci eravamo calati in due con corde, per dirupi e valloni verso il mare sottostante per fare il tuffo di mezzanotte con il sole all' orizzonte. Sugli scogli giu in fondo si vedevano due figure muoversi qua e la. Scendiamo. Ci avviciniamo. Erano due tirolesi della val Pusteria. Come dire, montanari, stessa razza, stesse idee balzane.
Bene. Da Yali a Kos. Ieri mattina. Piu vela che motore.
Kos ha un porto circolare con una stretta entrata, un laghetto. Forse un vecchio cratere. L' ormeggio si paga.
Poi con la barca al sicuro e' seguita una giornata in moto percorrendo l' isola quasi in tutta la sua lunghezza ( 50 km ) da una spiaggia all' altra. Alberghi, sdrai, ombrelloni.
Interessante la puntata sui monti verso Pili e Zia, specie in una valletta fitta di cipressi da dove si raggiunge a piedi su ripido sentiero un castello o un eremo bizantino arrocato su un cocuzzolo.

Infine, abbuffata di capretto e bagnetti a Paradise beach.

mercoledì 18 maggio 2011

RODI - TILOS

16 - 5 - 2011

21,00 Siamo in banchina nel microporticciolo di Livadi, isola Tilos.
Io e Alessandro di Bolzano che nel lontano 2006 alla partenza di Andromeda era venuto per un breve tratto in Adriatico.
Ora e' ritornato in barca, ma alla fine di un lungo viaggio quanto mai interessante attraverso tre oceani e una miriade di terre incognite.
Ma almeno si e' visto Rodi citta' nuova, dove compaiono un po fuori luogo alcune costruzioni tipiche del ventennio fascista, quando l' Italia voleva spezzare le reni alla Grecia. E Rodi antica, la Rodi dei cavalieri contornata da imponenti mura medievali che ora non possono piu impedire gli assalti anzi, che attirano le fiumane di turisti che sbarcano ogni giorno da grosse navi da crociera.


Dopo Rodi con una cavalcata di 30 miglia, tutte di bolina, abbiamo acchiappato il sicuro ridosso della baia di Alimnia, isoletta deserta, ex zona militare e sede di antichi insediamenti di monaci greco ortodossi.
 Si conservano ancora due piccole cappelle all' interno delle quali sono approntati un altarino, candele, fiammiferi e tutto attorno alle pareti sono appesi quadretti votivi e vecchie icone, alcune di un certo pregio.

Lo sport acquatico preferito da Alessandro e' la pesca subacquea. Bardato di tutto il necessario, muta, boetta, fucile etc, scompare lungo le scogliere per due tre ore e non torna mai a mani vuote. Gnam!
Qui a Tilos invece ci dedichiamo alle scarpinate. Col bus verso l' interno, a Megacorio, e ritorno a piedi, sette km, unico incontro tre asinelli.
Nel minuscolo abitato di Livadi si respira una gradevole atmosfera di pace e serenita' che ricorda molto Castellorizo, come e' stata resa bene dal regista nel film Mediterraneo.
Ma domani ce ne andremo, approfittando del vento da sud.

martedì 10 maggio 2011

MARMARIS - RODI

8-5- 2011

21,00 Da Marmaris a Rodi. 25 miglia. Una mattinata, un po a motore un po a vela.
E' stato un peccato lasciare la Turchia. Non so il resto, ma Marmaris l' ho trovata moderna , allegra e vivibile. Gia ero stato qui nel '95, su catamarano a noleggio per visitare l' Anatolia che mi aveva dato una certa impressione di arretratezza ,un po ruspante. Ora invece puo dare dei punti a molte localita turistiche italiane.
Sopratutto noto un contrasto: come alle Maldive in Turchia c'e' un buon 90% di musulmani pero a Marmaris niente donne velate, birra e alcool liberamente nei negozi e nei bar e anche se il muezzin si sgola, nei suoi orari, pochi si infilano a pregare nelle moschee. Come da noi, solo quattro vecchiette alla messa del mattino.
Un tale di qui mi ha confessato che loro non sentono molte affinita con gli arabi. E' vero, hanno invaso questo territorio ai tempi di Gengis Khan e insieme alla superiore cultura araba ne hanno acquisito anche la religione sostituendo i califfati con i sultanati, ma in qualche modo si sentono diversi e vivono ancora delle vecchie glorie dell' ex impero ottomano culminato con Solimano il Magnifico quando, con l' esercito alle porte di Vienna, fece tremare l' Europa.
Bene, qui Rodi, Grecia. Mare nostrum.




 Gira l' euro. Siamo a casa. Fine del giro del mondo. Cinque anni, dopo i cinque precedenti del primo giro con il Samadhi. E' stata un' epopea. Per quanto ne possa scrivere e raccontare, difficilmente riuscirei a trasmettere la mole di fatti, esperienze ed emozioni intercorse in questo periodo.
Non resta, per gli interessati, che far capo a questo blog risalendo di pagina in pagina il diario di bordo del lungo viaggio di Andromeda.

sabato 30 aprile 2011

MALDIVE - TURCHIA

29 - 4 - 2011

21,00 Rieccomi a voi. Quasi due mesi dopo. E allora ?
E' andata in porto l' opzione cargo.
In senso letterale: il cargo BBC EVEREST della SEVENSTAR e' arrivato questa mattina nel porto di Marmaris - Turchia con 18 barche caricate in coperta due settimane fa a Male'.



Piu veloce del previso. O piu veloce dei pirati. Le ultime mail prevedevano l' arrivo per il 4 maggio, poi per il 30-31 aprile e improvvisamente per il 28 !
Stavo in Italia. Ho dovuto prendere un volo strangolato il 26 per il rotto della cuffia, disdicendo una serie di impegni tipo Filmfestival di Trento e una via di quarto sulle Odle.
Tutto il contrario di quando lo aspettavamo alle Maldive. Avremmo dovuto caricare le barche il 16 marzo, slittato poi al 30, quindi al 5-6 aprile. Infine lo ho visto arrivare appunto due settimane fa . Circa. Da solo, perche' i companeros uno alla volta se ne sono tornati a casa.
Sono contrattempi che navigando a vela conosciamo bene ma, guarda un po, capitano anche alle grosse navi a motore.
Ok. Diciamo che il programma di questa primavera prevedeva un rientro in Mediterraneo, dopo cinque anni attorno al globo, giusto in questo periodo; via Oman, Yemen, Eritrea, Sudan, Egitto, Suez.
Cosi' e' stato. Alla faccia dei pirati.
Si puo dar seguito quindi ai prossimi programmi in nota.
E ne abbiamo per altri 50 anni.
Ugh !


venerdì 4 marzo 2011

MALDIVE

 3-3-2011

18,00  Vi racconto le Maldive.


Quando vi arrivate con un volo charter, gia all' aereoporto c'e' l' omino con il cartello del vostro resort che vi carica il bagaglio su un motoscafo e vi porta velocemente in albergo. Qui e' gia pronto l' aperitivo di benvenuto, bagaglio in camera, aria condizionata, doccetta e mezzora dopo siete gia in spiaggia stesi sullo sdraio con un altro drink in mano all' ombra di una palma davanti ad una meravigliosa laguna contornata da coralli dove si spegne il possente respiro dell' oceano.
Quando invece alle Maldive arrivate via mare con la vostra barca a vela, le cose vanno diversamente.
Non c' e' una banchina di accueil, si deve ancorare su 20 m in zona cargo a nord di Male' la capitale e aspettare gli ufficiali addetti al cler-in.
Poi si puo ancorare a Ulumele, 5 miglia piu a nord, su 10 m assieme ad altri veleros alla fine della pista di decollo dei jet.
A Male' si va con i ferryboat locali. Dopo 4-5 giorni di sosta free, scatta un obolo di 500 euro di permesso permanenza Maldive anche se ve ne andate il sesto giorno. Il permesso dura 3 mesi. Oltre non si puo stare, immagino per non intasare di troppa gente l' arcipelago.
Male' e' un' isola di due km quadrati ma conta 100.000 persone. Un bel concentrato di umanità. Una piccola Hong Kong.
Pero'  a me fa un' impressione strana: che ci fa questo fitto agglomerato di case, tutte queste persone di ogni nazionalita' indaffarate e in continuo movimento a piedi e a nuvole compatte di motociclisti che sfrecciano tra i vari ingorghi di auto, qui in mezzo all' oceano Indiano?? Sembra di stare in un film di fantascienza, tipo postnucleare, dove i superstiti del pianeta si sono radunati nell' ultimo lembo di terra vivibile e cercano assurdamente di tirare avanti come ai vecchi tempi.
 In realta' Male' e' il motore che fa funzionare la prima voce del PIL della Repubblica delle Maldive. Il Turismo. L' arcipelago e' quanto mai vasto e i resorts non si contano, anzi sono in continuo sviluppo. Rappresentano il "sogno" per chi se lo può permettere, per la maggior parte di persone di una certa eta che vogliono provare un breve anticipo di Paradiso pur essendo ormai a ridosso del Paradiso definitivo e per l' eternita'. Orbene, c'e' un Arcangelo che si occupa di gestire questa bella cosa: SEVERINO, tour operator  per le Maldive e per la zona di Bali. (severinello@hotmail.com) Contattatelo e vi trasportera' in volo in una meravigliosa dimensione. Che non si puo descrivere. Bisogna esserci stati.

Ora siamo ai primi di marzo, la stagione turisti durera un mese e mezzo poi arriva il monsone di SW con vento forte ,piogge e burrasche. Chi sta qui in barca a vela, provvede a cambiare aria in tempo. Noi idem. Vedremo dove e come.

martedì 1 marzo 2011

SRI LANKA - MALDIVE

16-2
16,30 Ri- partiti ! Verso Cap Comorin. 198 M. Vento contro 10 n. Randa e motori alternati ogni 2`ore.
Siamo in quattro: io , Grazia, Angelo ( famoso radioamatore ) e Igino il medico, amico di Maurizio. Che se ne vola a casa da Colombo.


19-2
16,30 Ha senso tenere ancora le miglia percorse giorno per giorno? No. Troppi bordi a stretti zig-zag contro il vento sul naso. Fai un sacco di miglia per niente e sulla carta avanzi in modo ridicolo. Allora ci si consola osservando le coste dell' India che sfilano lentamente all' indietro come in un film. Si incontrano spesso pescatori dai variopinti turbanti nelle loro barchette spinte da basse vele latine legate ad una lunga canna di bambu. Sono spinte nel contempo anche da una lunga canna di ferro piazzata a poppa; un fuoribordo alla estremita che sta a bordo e una grossa elica all' estremita in acqua.
La meraviglia di Cap Comorin baciato dal primo sole dell' alba che fa risplendere decine di templi a cupola, a guglie, antichi palazzi, il faro e la schiena di una grande statua che da uno scoglio guarda la citta'
Peccato non si possa sbarcare. Senza visto non se ne parla e ormai a Galle ci premeva partire, dato che cominciavamo ad ammuffire.
Voglio vedere come va a finire. Siamo appena all' inizio di una costeggiata di 1200 miglia e solo a Mumbay pare sia possibile fare una sosta di emergenza gasolio, previo permesso del Port Master. India proibita.
Si continuerebbe poi costeggiando Pakistan, Iran, Oman; un largo giro per evitare i pirati sempre piu presenti nel Mar Arabico.

21-2
7,00 Pescatori dai variopinti turbanti eh ! Si, folcloristici ma fastidiosi come mosconi. Si affiancano ad Andromeda sbatacchiandole contro, si aggrappano e vorrebbero salire in corsa. Chiedono food, alcool, sigarette e a altre droghe come non bastassero le foglie di betel che gli lasciano i denti impiastricciati di rosso.
Da due giorni c' é festa sulla costa: musiche , canti, fuochi artificiali.
Ieri notte siamo stati assaltati da quattro giovinastri ubriachi. Si sono accostati in malo modo : aggrappati al bottazzo volevano salire a tutti i costi e non c'era modo di dissuaderli. E' seguita una specie di collutazione a colpi di remi e di gaffe tra urla e schiamazzi da ambo le parti. Mi hanno strappato due draglie e si stavano portando via il salvagente con la boetta. Finalmente poi, data una prua verso il largo ad Angelo che stava al timone e piu giri ai motori, si sono sganciati e allontnati nella notte.
Ora ci stiamo armando: spade , machete, coltelli, razzi, bombe molotov, fiocine. C'est la guerre!




23-2
9,30 Ragazzi, volte le prue, stimo puntando le Maldive. Che e' successo? E' successo che ieri, ancorati fuori dal porto di Cochin, dopo una estenuante giornata di trattative interessando anche i consolati di Roma e di Nuova Dehli, l' accesso al porto rimaneva negato. No visa, no entry.
Allora inutile proseguire verso nord, prevalendo ancora i venti contrari. Inoltre il mondo arabo e' in subbuglio. Ora ci si e' messa anche la Libia e i quattro velisti americani sequestrati dai Somali al largo dell' Oman, sono stati uccisi.
Io intanto sto acciaccato. Dovendo riparare uno strappo sulla randa ,a causa dell' onda fuori porto in zona ancoraggio navi, sono caduto dal boma. Contusioni al piede, alla testa , all'anca e alle costole sulla schiena. Non fatemi ridere che mi fa male.






24-2
16,30 Raggiunto l' ottavo parallelo in rotta diretta verso Male'. Navigazione variegata; vela motore, piovaschi, temporali, vento da tutti i settori e piatte prolungate.
Non ci facciamo mancare niente.


27-2
19,00 Quattro giorni per fare 377 miglia. Troppi. causa piatte micidiali negli ultimi tre. Ci siamo fatti fuori quasi tutto il gasolio e la bottiglia di rum.


Ma ora siamo all' ancora a nord dell' aereoporto presso Male'. Domani facciamo il cler -in. Notte.
3-3-2011