domenica 21 ottobre 2012

VENEZIA

Si, Venezia. Come non concludere il secondo giro del mondo su Andromeda attorno a questa magica citta?
Giusto coronamento dopo aver passato un estate tra le 1200 isole della Dalmazia e paesi dove la Serenissima tenne banco per 500 anni.

I fatti di questo ultimo tratto di navigazione li raccontero'piu avanti. O a voce qualora dovessimo incontrarci cosi per caso.
Ora Andromeda se ne sta in secca fino a marzo. E' in vendita. Ma robusta com' e' , chiunque la voglia, non avrebbe problemi a partire per altri oceani. Ci verrei anch' io.
Ciao a tutti.

martedì 14 agosto 2012

ADRIATICO 2

Qui , a Cavtat arriva in volo Marta, la bella di Alessandro.
Descrizione di Marta : i due seni piu sconvolgenti degli ultimi 12 anni. Qualcuno dira' che sono malato. Poi scopro che fa antropologia e questo a livello conoscitivo e' ancora piu interessante.
Ci portiamo a Dubrovnik. Bella citta' non c' e' che dire ma... avviso ai naviganti: state alla larga da Dubrovnik. Al ACI marina sparano 150 euro a notte, se ancori a Gruz arriva a la polizia e se dai fondo nel fiume su un metro d' acqua, le raffiche di Bora ti costringono lo stesso nel cuore della notte a dar fondo concitatamente ad una seconda ancora. Piu cime di poppa sui cespugli per il poco spazio.
Quindi avanti. Veli Zaton, isola Sipan e paesino di Luka alla boa. Carinissimo.
Quando stai alla boa puoi fare partenze di questo tipo : dal diario di bordo " ore 7. Tutto tace. Tutti dormono. Paesello in ombra ma gia il sole illumina le alture sulle colline. Una vaga bavetta spira verso il largo. Zitto zitto sciolgo le cime dalla boa, svolgo il fiocco ed esco dal porto. Sale in pozzetto Marta con gli occhietti ancora piccoli piccoli. Si guarda attorno....si guarda attorno e non si raccapezzola piu.
Poi, realizza l' accaduto; si alza anche Ale. Si va.
Si va a Mljet in localita Polace. Anche qui agganciamo un gavitello. C' e'su scritto: rist. Calipso. Su quello vicino rist. Ogigia. Risulta che Mljet sarebbe l' isola di Ogigia dove Ulisse e'vissuto con la ninfa Calypso per sette anni. Poi , si sa, la crisi del settimo anno, si e' costruito una zattera per tornare da Penelope, burrasca di maestrale e naufragio sull' isola dei Feaci, Corfu.
Devo dire che questa versione mi convince piu dell' altra che posiziona Ogigia presso le clonne d' Ercole, Gibilterra. Da quelle parti l' unica isola e' lo scoglio di Alboran. Da li a Corfu c' e' tutto il mediterraneo con i suoi venti incostanti. Vi pare possibile ? Su una zattera ?
Noi intanto continuiamo verso nord. Curzola, Loviste a Pelisac e la bella isoletta di Scedro a sud di Hvar dove visitiamo due raccolti ancoraggi e scegliamo il secondo per un tranquillo pernottamento.
Il giorno dopo nelle poche miglia da Scedro a Hvar, quel dispettoso di Eolo ci spara contro un W micidiale in progressivo aumento. Dopo vari e stressanti bordi a 2 mani di terzaroli, ci infiliamo fortunosamente nelle calme della microbaietta di Zaraca. Uff ! Sosta.
Sosta pranzo. Bagnetti. Pisoli. Fuori continua a soffiare di brutto.
Un gruppo di una decina di ragazzi percorre una ripida scogliera a strapiombo cercando un punto da dove tuffarsi. Provano di qua, provano di la, si sporgono, guardano sotto. Nada.
Quando vai sul trampolino o ti butti subito o se stai a pensarci troppo non ti butti più.
Io sto friggendo. Sono diventato acquatico durante la mia infanzia, che e' stata bellissima, tra le cascate del Rio Sinigo, un torrente che scende da 2000 m formando diverse pozze e vasche di rocce liscie dove passavamo le estati tra tuffi, roccia e immersioni.


Dico a Marta, nuoto fino alla base della scogliera, mi arrampico e mi butto da sopra.
Lei mi segue curiosa. Cosi ho fatto. Era solo un quarto grado di calcare con prese solidissime. Poi un tuffo da 10 m.
I dieci ragazzotti li ho ammazzati in un colpo solo.
Infine eccoci a Spalato via Litka a est dell' isola Solta e Milna a Brac.
Spalato, la citta' di Diocleziano. Esiste ancora il suo palazzo dove nel corso dei secoli si e' costurito all' interno in una variegata sovrapposizione di stili. Da vedere.
Ale e Marta ripartono. Proseguiranno in camper verso la Turchia. Pensa un po..
E io ? Bella domanda. ( ? ) Punto interrogativo: ha la forma di una chiave che entra nel dubbio e ti trascina come in un buco nero. Mah...

ADRIATICO

Perche non scrivi piu niente ? mi chiedono in molti.
Perche non succede piu niente di eclatante, qui nel nostro Adriatico da dove son partito nell' agosto di sei anni fa.
Niente di eclatante ma tante piccole vicende anche di un certo interesse. In fondo l' esplorazione continua.
Dopo due giri del mondo qui scopro la Polinesia dell' Adriatico. Le 1200 isole della Dalmazia di cui non so nulla e le percorro con occhi pieni di curiosita'.
Riassumendo le varie navigazioni dalla partenza di Elisabetta, vediamo come e' andata in rapido ordine cronologico.
Argostoli -Cefalonia. Quattro giorni con Roberto di Varese, antico collega di lavoro quando montavamo centrali telefoniche pentaconta.
Con lui ho scoperto la spiaggia di Lovrata a sud dell' isola. Una grande spiaggia che digrada dolcemente tanto che si puo stare su un metro d' acqua e ripulire la barca camminandole attorno.
Dopo Rob si avvicendano la mitica signora Grazia e quattro parmigiani. Umani, non forme di formaggio, anzi uno di loro ne e' produttore. Due coppie di allegroni, Alessandro, Angela, Giovanni, Patrizia. Ci facciamo il giro di Cefalonia e Itaca toccando vari porti e ancoraggi.
Via i parmigiani arrivano a farmi compagnia i Trevigiani.
La compagnia e' un ingrediente importante di questo mio navigare. Non ho la vocazione del solitario. Da solo mi rompo. Ma negli annunci la cosa viene interpretata in vari modi: c' e' chi pensa che io sia il vecchietto paraplegico che ha bisogno di una mano e paga 1200 euro al mese. Chi crede che imbarco gente per guadagnere facendo una sorta di charter. Solo in un caso farei charter; per mettere insieme un gruzzoletto, comperare un catamarano e girare il mondo per i fatti miei. Il charter e' un lavoro stressante. Devi essere a disposizione di turisti terraioli rompipalle 24 ore su 24 pulendo loro anche il culetto. No. Questa fase e' superata gia da 12 anni.
Molti si dichiarano poco velisti ma espertissimi cuochi. Cascano male. Sono anoressico.
Bene, i Trevigiani dunque. Gianni, Marco e Valeria. Spassiba bolscioj. Valeria e' originaria di Mosca. Da 20 anni in Italia conserva ancora un pervicace accento russo. Parla, e sento il vento della Siberia. Pure con loro ripeto il giro di Cefalonia, una puntata a Zacinto e poi Itaca.
Quante volte sono tornato a Itaca? Tante. Ulisse c' era tornato una volta sola e poco dopo ne era ripartito per il Folle Volo Dantesco "infin che il mar fu sopra lor richiuso ". Mah... sorgono forti dubbi sulla personalita di Penelope.
In questo giro c' e' da segnalare la graziosa baietta di ASSOS a NW di Cefalonia sovrastata dai resti di un imponente castello veneziano con antichi cannoni e colonne di tortura.


 

Seguono poi nel tempo Enzo&Lina, vecchie conoscenze di La Spezia ai tempi del Samadhi. Insieme a loro arrivano anche l' intramontabile, inossidabile Aquatica Elena, che estende l' invito all' amica Alessia del Canoa Club Bologna. Siamo in cinque e finalmente dirigiamo a nord verso Corfu via Lefkas, Preveza, Paxos.


Un bel quadretto lo ricordo alle isole Mourtos. Le acque cristalline e la paziente raccolta di minuscole telline per gli spaghetti allo scoglio.
A Corfu una ventata improvvisa mi porta via tutti. Rimane solo Alessia, come Pandora sul bordo dell' anfora.
Ci passiamo la giornata tirando il collo a un motorino fino ai 900 m del monte Pantocrator, il piu alto dell' isola, "cogliendo" frutta dai cortili , mini corso roccia e cercando il fresco sulle spiagge a nord.
Il giorno dopo ecco Alessandro di Novara. Giovanotto di belle speranze, 28 anni, viene a vivere dal vivo quello che ha letto su questo blog.
Lo metto subito alla prova. Due giorni e due notti di navigazione non stop da kerkyra a Bar in Montenegro. Ottimo il secondo giorno volando fino al tramonto sotto spinnaker.
Il Montenegro non fa parte della Comunita Europea. Avrebbe una sua moneta, ma disinvoltamente qua girano solo gli euro. Escono addirittura dai bncomat di varie banche. Si vede che conviene. E' come essere entrati in Europa da una bocca di lupo. Mi ricorda Panama dove un Balboa e' parificato a un dollaro americano. La differenza la fanno i prezzi al consumo.
In Montenegro siamo stati bene. Tanta gioventu', musica a palla sulle spiagge, paraglide che si incrociano in aria, una atmosfera da anni '60.
Poi anche Alessia ci abbandona. Io e Ale ci guardiamo nelle palle degli occhi... Andiamo a Budva. A fare gli uomini duri. Scarponi, pantaloni, maniche lunghe, ci infiliamo nella fitta macchia dell' isola di S.Nicola tra felci, spine, ragnatele fino alla sommita' di una scogliera da suicidi. Caldo atroce. Uno strano serpente ci scappa davanti. Tutto verde, lungo un metro, la testa grossa come un polso e rastremato via via verso la coda. Mai visto. Fare ricerche.
Budva sta alla latitudine di Pescara ma la Grecia antica e' presente pure qui. Pare sia stata fondata da Cadmo figlio di Agenore e progenitore di Edipo, quelo del complesso ( non musicale ) Questo Cadmo, partito alla ricerca della sorella Europa rapita dal solito Zeus, incontra una certa Harmonia, su in Illiria. Si sposano e tornando in grecia tutti e due su un carro di buoi, fondano Buthoe o Budva, dal greco bus - bue.( radice antica; poi in latino diventa bos, bovis )
Risaliamo il Montenegro.  Herceg Novi, le Bocche di Cattaro ( Kotor ), Zelenica per il cler out e Cavtat in Croazia per il cler in .

martedì 1 maggio 2012

SOLOVELA

22-4
News. Qui Fiscardo, porto carinoe raccolto all' estremo nord di Cefalonia di fronte a Itaca.
Solo vela. Naturalmente finche' c'e' vento.
Ma osservate questa strana incongruenza: capita che alcune persone prendano il mezzo tecnologicamente piu veloce, l' aereo, per andare a vivere un breve periodo sul mezzo piu antico e lento che si muove a seconda degli umori di Eolo. Perche ?
Difatti ieri, sabato 21, e' arrivata in volo Elisabetta, velista regatante conosciuta tramite annuncio su Velanet.
In base alle previsioni meteo si e' visto che conveniva partire subito e fare una notte puntando a sud.

La traversata si presenta piu fredda e umida del previsto.

Bene, il vento ci ha dato buono per gran parte del percorso finche non si e' messo contro e le ultime miglia per doppiare la punta sud di Lefkas le abbiamo coperte a motore.
Elisabetta e' una persona tranquilla; meno male.
23-4
Tra Cefalonia e Itaca c'e' un canale lungo e stretto dove il vento si immette o da nord o da sud prendendo anche forza per effetto Venturi.
Bien, oggi veniva da sud. Il divertimento di oggi e' stato tirare una serie di bordi contro vento e corrente per il puro piacere di farlo. Del resto il cielo era sereno e si scivolava a zig zag in un mare senza onde, appena increspato con qualche ochetta qua e la.
Fino a Sami.
25-4
Ieri forti raffiche da sud. Fermi tutti.
Giornata a terra e giro in moto ad Argostoli.
Qui ci capita di passare su una collinetta dove compare un monumento ricordo. Un bruttissimo ricordo.
Si tratta dell' eccidio dei militari della Divisione Acqui alla fine della seconda guerra mondiale quando dopo il proclama di Badoglio del 8 settembre, gli italiani si sono ritrovati nemici degli ex alleati tedeschi. Quesi, incazzati come vespe per tale tradimento, qui a Cefalonia sono andati giu pesanti e in modo barbaro. Di 12000 soldati ne sono sopravvissuti 1100. Tutti gli altri uccisi mitragliati dopo aver fatto loro depositare le armi con la promessa di trasferirli su altre isole. E altri contingenti lasciati affondare con le navi alla faccia della solidarieta' marinara.
Das ist Krieg ! Bello schifo ! Molto umano.
Questa mattina, via verso Zacinto.
Smotorata nelle prime ore poi un ovest 3- 4 Bf ci ha fatto filare velocemente verso Zante porto. Un grosso monoscafo che ci stava a poppa non e' riuscito a tenere il passo e man mano e' diventato sempre piu piccolino e lontano.
A Zante paghiamo due giorni alla banchina comunale perche gia si vede che Zacinto promette bene.

27-4
Venerdi sera. Uno spicchio di luna e Venere luminosa in un cielo terso dove le prime stelle cominciano a brillare.
Siamo immobili all' ancora a Kieri beach su 4 m. Un' insenatura scoperta ieri durante un giro in motorino ai due capi dell' isola.
Zacinto e' un' isola dove ritornare. Molto verde, selvaggia, irta di scogliere sul lato ovest. Digradante a collinette e piu abitata ad est.
Un' isola in piena fioritura, data la stagione, dai profumi inebrianti e dai caratteristici paesini dell' interno fermi nel tempo a decine di anni fa.

Abbiamo tirato il collo al povero scooterino 50 cc, per 60 km di saliscendi fino all' estremo nord, solo per fotografare il famoso relitto nella spiaggetta tra le rocce.
Poi c'e' mancato poco che ci toccasse spingere , senza benzina, ma i Santi aiutano e a Volimes abbiamo rifatto il pieno.
Noi pure. Aspro crazy !
28-4
Quaranta miglia per tornare a Cefalonia.
Dopodomani Elisabetta riprende un volo per l' Italia.
Vento scarso. Costeggiando Zacinto sul lato ovest non manchiamo di infilarci nella baia del relitto, tanto per vederlo da un' altra prospettiva. E' sabato e gia ronzano le prime barchette di turisti.

Infine traversata tranquilla, traverso e giardinetto, che si chiude in bellezza nel porto di Lixouri, dirimpettaio di Argostoli.
Ciao ciao.

mercoledì 18 aprile 2012

SCRIPTA MANENT

6-4
Brevemente: sciolti gli ormeggi mi sono spostato all' ancora fuori dal porto.
Il giorno seguente , veleggiata mattutina fino alla baietta di Ayos Stefanos 10M a nord.
Ancora e poppa a un pontile. Nel pomeriggio pedalata fino all' internet point di Kassiopi.
8-4
Due giorni di nuvole nere. Il vento mi entra di prua nella baia. Spero che l' ancora tenga.


 In fondo sono venuto qui per una minaccia di forza sette da NW cioe dal lato pontile dove ho legato grosse cime.
9-4
Tempaccio ! Calata seconda ancora con il tender. Grandine al mattino e neve sulle montagne.
Faccio pena. Sara' per questo che nell' unico spaccio aperto mi hanno regalato due mele e un sacchettino di zucchero!
Un fatto curioso : sulla riva sinistra della baietta stazionavano tre grandi cerchi di plastica nera adibiti ad allevamento ittico. Al piu vicino di questi avevo temporaneamente legato pure un cima che mi tenesse le prue al vento oltre alla tenuta di due ancore.
Ma quando il vento e' girato finalmente a NW i cerchi lentamente si sono mossi e sono scomparsi dietro un promontorio verso l' Albania. Non erano legati a riva !
Nel corso della giornata sono arrivate in auto alcune persone; guardavano sconcertate verso il vuoto lasciato dai cerchi e verso il mare aperto sbraitando chissache' al cellulare.
Bel mistero. Tipo i cerchi nel grano.
10-4
Passato il maltempo torno verso Kerkyra.
Sosta meridiana in graziosa baietta a NE di Guvia.
Piu tardi nel marina di Gouvia mi sparano 70 euro a notte.
 Via, via ! Un altro nylon si avvolge all' elica. Gouvia porta pegola.
Finisco cosi nuovamente all' ancora presso il Sailing Club, aspettando la ormai imminente Pasqua greco - ortodossa e le feste che dicono particolari.
11-4
Pioggia e vento da S-SE. Confinato a bordo.
Ma il giorno seguente sole e caldo. Due sbarchi e passeggiate nella city piena di turisti e bancarelle variopinte.
13-4
Brutto tempo in arrivo. Mi rificco in porto. Prime processioni della Pasqua greco ortodossa.
14-4
Notte di cacca. Strattonato dalle raffiche da ogni lato sotto violenti scrosci di acqua del cielo tra tuoni e fulmini. Miniciclone mediterraneo denominato Lucy.
Altre processioni in giornata di gente festante e distribuzione di uova sode dipinte di rosso. Fuochi artificiali in serata perche nella Pasqua greca Gesu e' risorto di sabato.
 Non capisco...e' scritto "dopo tre giorni resuscito' da morte" mah.. 

Gia abbiamo la discrepanza di una settimana sui tempi con la Pasqua cattolica. Tutto perche intorno all' anno mille e qualcosa, il Patriarca di Costantinopoli non volle riconoscere la supremazia del Papa di Roma attenendosi quindi all' originale calendario Giuliano.
Attriti mai sopiti tra impero romano d' occidente, ormai finito nel 400 e impero romano d' oriente che resse fino al 800. Scisma e solco religioso approfondito successivamente dal sacco di Costantinopoli da parte dei Crociati latini.
18-4
Sempre brutto ma ieri tregua di vento. Ne ho approfittato per andare a visitare Paleokastriza in autobus sull' altro lato dell' isola. Microporticciolo di barche da pesca, improponibile per Andromeda, salvo emergenze.
Localita' turistica di spiaggette, passeggiate nei boschi e al monastero sulla collina.
Sabato viene a trovarmi qualcuno dall' Italia. Per navigare verso sud. Diciamo, Cefalonia. A seconda del vento quanto ci si mette dall' isola dei Feaci ?
Beh, a detta di Omero i Feaci per riportare Ulisse a Itaca ci misero due giorni. Non si sa se in tratta unica o con pernottamento a terra. E' anche vero che in quell' epoca spesso si preferiva non navigare di notte, alando le barche sulle spiagge con la forza di decine di rematori.
Nella stessa epoca pero' famiglie di Polinesiani colonizzavano l' Oceania su tratte di anche 3000 M di oceano aperto tra un atollo e l' altro, a bordo di grandi catamarani.
Quindi i catamarani come concezione non sono barche moderne ma barche archeo-logiche.
 C' e' una logica: dal neolitico, tronco scavato. Canoa monossila molto instabile nei movimenti laterali. Allora lateralmente si aggiunge un bilancere e nasce il Proa. Il bilancere viene sostituito da uno scafo gemello e abbiamo il catamarano. (etim.: tronchi legati insieme)
In occidente si e' seguito un altro sistema. La barca e' stata in primo luogo un mezzo di trasporto di cose e persone. La sua stabilita' e' data dal peso delle merci posizionate possibilmente in basso in centro e lungo la chiglia. Poi quando in epoca recente Inglesi e Olandesi si dilettavano a disputare regate per puro amore dello sport velico, ecco che, via le merci, pani di piombo in chiglia, poi chiglie sempre piu prominenti sott' acqua abbassando più possibile il baricentro, fino alle lunghe derive con bulbi in uranio inerte degli odierni monoscafi da regata e da crociera. Stabilita' di peso.
Cata, stabilita' di forma.  Augh!

domenica 1 aprile 2012

MY SELF

20-3
Via da Mandraki Sailing Club con Andre' , vicino di barca ammiratore dei Catana.

5 M fino a Benitses. Ormeggio di fortuna ad una piattaforma galleggiante di legno.
Spiaggia e bagnetto in mare.
21-3
15 M verso Igumenizza. Motore. Sereno. In banchina con la fiancata destra ad un pelo dalle cozze taglienti.
Passeggiata nella city e cena di commiato. Elena torna in Italia. :-(

25-3
Cinque giorni a Igumenizza dietro a un rimorchiatore ormeggiato alla stessa banchina.
 Dopo cinque giorni devo puzzare come il pesce perche un tale del rimorchiatore viene a chiedermi quanto resto e quando me ne vado.
 Ok. Del resto questi greci sono poco comunicativi, come i francesi. Tirano dritto, pare che niente li interessi, vivono delle loro vecchie glorie passate. Infatti dappertutto locali, hotel, negozietti riportano nomi di 2000 e piu anni fa: Andromaca, Elena, Minos etc.
Quindi cambio aria. 15 M e mi sposto a Sajada sulla costa a nord di Igumenizza.
Minuscolo paesino a ridosso del confine albanese, un porto dall' entrata a filo degli scafi di Andromeda. All' interno un solitario monoscafo a vela oltre alle solita barche da pesca.
Sul fronte, una fila di ben cinque ristorantini che gia si stanno affollando di greci.
 E' domenica. C' e' la crisi ? Mangiamo finche' ce n' e' !
Penso che ci andro' pure io, se non altro per compensare il freddo e la faticaccia di poco fa: e' successo che in piena rotta traghetti l' elica del motore di destra ha incontrato un grosso telo di nylon semisommerso.
 Soluzione, muta da 3 mm e giu in acqua col coltello a tagliare le varie filacce avvolte alle pale. Che palle !
31-3
Passato anche marzo. Riparto e torno a Corfu.
Pure qui a Sajada mi pare di stare al confino per chissa' quali colpe.
Il paese e' piccolo e la gente mormora. Chi sara', cosa vuole quel piccolo italofrancese tutto solo su quella barca doppia cosi' grande ?
Appena arrivato un tale dell' autorita portuale e' venuto a interrogarmi da dove venivo e quanto intendevo rimanere.
- One week- ho sparato.
A stento si e' trattenuto dal dirmi, no possible, e per una settimana ha sequestrato i miei documenti in ufficio.
Nel tran tran quotidiano sempre uguale di questo abitato di pescatori mi sento un elemento estraneo.
Una mosca nel piatto. Kalimera, jasas, kalispera. Contatti zero.
Ma ecco che, esagerando, anche dal letame spuntano i fiori.
Un giorno arriva un giovanotto con la sua barca da pesca e mi si affianca in banchina. lo aiuto con le cime. E' un tipo sveglio dall' occhio vivo. Mi guarda la barca, chiede di questo e di quello e segue una bella chiacchierata tra due che non sanno l' inglese, tipo io Tarzan, tu Jane.

Finisce che mi fa un caffe greco e io uno italiano con la moka, girando il mondo attraverso le foto del computer.
Un altro giorno ricapita in porto e viene a mangiare le sue cose in pozzetto da me perche si sta piu comodi.
 Mi porta pure i pasticcini e anche lui corregge il caffe' col rum.
Si chiama Dioniso. 34 anni, una moglie e tre figlia Corfu, l' ultimo di 4 mesi. Ora ha comperato la televisione.
Provo a spiegargli che:
Non c'e' due senza tre
ed il quarto vien da se'.
Mi guarda storto.
L' altra barca a vela che staziona in porto si chiama Amede. Un Janneau 29 di un certo Antonio, greco che e' vissuto per 15 anni a Zurigo. Parliamo tedesco.
Vive a Corfu con la moglie svizzera e fa di frequente la spola con Sajada per faccende sue.
Mi consiglia, se vado a Kerkyra, di mettermi all' ancora nella grande baia a SW del vecchio Forte. Ma il barometro e' in caduta e il meteo promette forti venti da sud per i prossimi giorni.
Cosi, dopo una bella veleggiata, rieccomi ormeggiato al Mandraki Sailclub in attesa che il vento si riporti a nord. Mandraki costa una cifra.

giovedì 22 marzo 2012

CORFU'

14-3
6,30. Un' occhiata al cielo...sereno. Calma di vento. Via. Si va.


Venti miglia fino a Kerkyra a 6-7 nodi con E 3.
Accostiamo all' inglese nel porto vecchio, tra i pescatori. Comincia finalmente a fare caldo da maniche corte.
La giornata prosegue passeggiando per questa citta di 36000 abitanti descritta come una delle piu belle della Grecia. In effetti si fa guardare specie nella parte della vecchia fortezza in zona Esplanade e tra i vicoli che la intersecano come carrugi genovesi, anche se lo stile e' prevalentemente veneziano

. ( Genova = Venezia ? se mi sentono...) Nota negativa: troppe auto, troppo traffico.

A Kerkyra resteremo anche la giornata del 15 scendendo in autobus verso sud in visita al tanto celebrato Achillion. Si tratta della casetta al mare dell' imperatrice d' Austria Elisabetta, detta Sissi, moglie dell' imperatore asburgico Franz Josef, in arte Ceco Beppe.
In realta' la casetta e' una reggia strepitosa troneggiante su una collina folta di ulivi e di cipressi da dove lo sguardo spazia a comprendere le fortezze e la citta di Kerkyra. E al di la del mare le isolette di Paxos , Antipaxos e ancora la costa dell' Epiro fino alle lontane montagne innevate dell' Albania.
Nel parco e all' interno della reggia e' un profluvio di dipinti, reperti e statue che richiamano all' Ellenismo classico.
In particolare sia Sissi che Guglielmo II,  kaiser di Germania, dopo di lei, devono aver avuto un debole per il guerriero piu forte degli Achei: Achille.
Due grandi statue ornano il cortile che da verso il mare: Achille morente accasciato su un fianco con la freccia confitta nel tallone e Achille ritto in piedi, col cimiero lo scudo e la lancia, che guarda verso la Tessaglia con aria vagamente nostalgica.

Devo dire che Guglielmo II non si e' studiato bene l' Iliade in quanto lo scudo dell' eroe riporta solo una testa di Medusa al centro e una greca sulla circonferenza.
In realta' lo scudo era un' opera d' arte forgiata da Efesto in persona, che rendeva in cerchi concentrici varie scene e storie dell' epoca minuziosamente descritte.
Bene bene. Dopo l' Achillion avremmo un autobus alle 13,30. C' e' tempo per scendere al mare e tornare.
Ma una volta sulla litoranea scopriamo che un' altra linea di bus fa la spola tra Kerkyra e Benitses, paesino a 1500 m sulla destra. Andiamo a Benitses.
Esiste porticciolo con posti ancora liberi. Tenere nota.
In paese fervono le attivita' per la stagione in arrivo.
Ce ne stiamo seduti sui ciottoli in riva al mare sgranocchiando un panino, quando vediamo avvicinarsi un monoscafo a vela.
Dico: - Vado al porto a prendergli le cime -
Poi guardo meglio: ha l' eolico, il radar, le scritte a poppa... e' Ania ! La barca di Mira ! Ma guarda che caso!
Come entra in porto gli faccio un fischio indicando un posto libero. Mira mi fa segno verso la banchina in fondo , mi guarda meglio e mi riconosce.
Sorpresa generale, pure di Elena, Nadia e la piccola Tina che e' quella che si scompone di meno.
Li aiutiamo a scaricare i bagagli che finiscono nella sua roulotte. Verranno poi trasferiti nella loro casa nuova di Corfu.

Casa, roulotte, barca, auto e una bimba da crescere. Auguri !
Arriva il bus per Kerkyra. Ciao, ciao.
Lungo il percorso qualche km dopo ci casca l' occhio sulla cartolina per antonomasia di Corfu : la Panaja di Vlacherna ! Una cappelletta bianca su un isolotto unito da un ponte alla terraferma, che sembrano galleggiare nell' acqua immobile di una incantevole laguna.
Alt ! Scendiamo la fermata dopo e ci incamminiamo in pellegrinaggio. Foto.

Infine si torna a Kerkyra a piedi, 4 Km, parte su asfalto nel traffico e parte sul lungomare che contorna la baia a sud della vecchia fortezza.
16-3
Con calma. Sono solo 10 M. No wind, cielo sereno. Motori. Si va a Kassiopi, porticciolo e paesinoa nordest dell' isola di fronte alla cittadina albanese di Saranda.
Ormeggio in banchina , all' inglese. Ristorantino.
Pomeriggio in una spiaggia di ciottoli su due brandine e primo bagnetto della stagione. Nessuno in giro.
Si torna per altra via passando attraverso una vecchia fortificazione Bizantina costruita sulla collina che da sul paese e sullo stretto tra isola e costa, da controllare visivamente. A quei tempi. Ora abbiamo i radar.
Pure qui siamo i primi e gli unici turisti. Gli abitanti ci tengono d' occhio. Uno, piu intraprendente degli altri, il giorno dopo si ferma a scambiare quattro chiacchiere. Dopo un po lo invitiamo a bordo per un greeck coffee.

. E ci si svela un mondo ! Mike the Fisherman. 70 anni. Emigrato da Kassiopi a 15, cameriere e marinaio su navi in rotta per la Libia, la Tunisia, l' Africa occidentale, il Sudamerica, il Giappone. Pittore e imbianchino in Canada con ditta propria. Ricorda pure un periodo sul Cristina di Onassis con Jackye Kennedy e tutta quella bella gente. Pure lui ha fatto la grana. Ci invita al suo ristorante in centro paese "Family Taverna" da dove usciremo due ore dopo a pancia piena con il suo libro autobiografico e una bottiglia di bianco nello zainetto. Hic !

18-3
Lasciamo Kassiopi e torniamo a Kerkyra.
Nel porto comunale dove stavamo non c' e' piu posto.
Non ci resta che andare al Sailing Club sotto la vecchia fortezza e pagarci due giorni di ormeggio.
19-3
Perche siamo venuti ad ormeggiare a pagamento ? Per la sicurezza e perche l' altro giorno andando a Kassiopi ci ha superato un aliscafo diretto a Saranda in Albania. Esiste collegamento giornaliero Kerkyra - Saranda, 30 minuti. Quale migliore occasione per visitare finalmente Butrinto ?
Ed ecco, si era detto e si e' fatto. Aliscafo e poi taxi.
Butrinto. Antica citta greca del 700 a.C., ex capitale dell' Epiro ai tempi di Alessandro Magno, residenza di sua sorella che ne aveva sposato il re.
Insediamento Romano, Bizantino, Veneziano, per un periodo anche Turco. Insomma una sovrapposizione cronologica e stratigrafica di diversi stili e architetture.
Rimarchevoli le somiglianze delle antiche mura ciclopiche poligonali e lineari, con quelle di Paleocastro nell' isola vulcanica di Nisyros in Dodecanneso.  Si direbbero uscite dalla mente dello stesso architetto.

Tornando da Butrinto merita una visita pure Saranda. Dicono una tra le citta piu belle dell' Albania.
Si, per il centro e il lungomare possiamo confermare ma nel resto della citta e nelle periferie si vedono cose piuttosto arrangiate. Salta all' occhio la miriade di palazzine nuove e in costruzione. Alcune non finite sono crollate. Si dice fatte crollare con la dinamite per documenti non in regola. Speculazione selvaggia.
I prezzi comunque qui sono stracciati. Con quello che un albanese guadagna in Italia qui fa il signore o mette su un' attivita' in breve tempo.
Senza andare in Italia gia a Corfu molti lavoratori sono albanesi perche anche i Greci certi lavori non li vogliono piu fare.
Storia gia sentita.

A VOLTE RITORNANO

2 -3- 2012
Cu - cu ! Arieccoci.
Qui Preveza cantiere Cleopatra.
Una settimana di lavori sotto i continui piovaschi gelati di questo pervicace inverno greco e Andromeda torna in acqua.



Ci spostiamo al porticciolo di Preveza, almeno per questa notte, in quanto domani secondo il meteo e' la giornata buona per puntare a nord verso Corfu.
Siamo solo in due, io e la signora Grazia, veterana degli oceani, dalla Polinesia alle Samoa e dalla Tailandia alle Maldive. Cuoca di professione, vicina di casa a Merano e' un valido aiuto anche per tutto quanto concerne la navigazione.
3-3
Tranquilla giornata lungo la costa, un po a vela un po a motore. Sole primaverile, vento scarso.

Dopo 26 M siamo a Parga, rinomata localita turistica dove ero gia stato anni fa con amici su catamarano a noleggio
L' unico pontile del paese si rivela improponibile causa forte risacca e diverse barche da pesca gia ormeggiate sul lato migliore.
Andiamo quindi a dare fondo in un microporticciolo un miglio piu avanti dove, a suo tempo, appoggiando la sera le prue del catamarano a noleggio sulla spiaggia ci ritrovammo il mattino dopo completamente in secca, costretti ad aspettare che rimontasse la marea.
Allora era piena estate e due file di barche si fronteggiavano con le rispettive ancore piantate al centro del porto.
Un povero pescatore che doveva uscire si era ritrovato con la sua catena sotto tutte le altre ! Non ti dico le urla e le parolacce in greco che scagliava a destra e a manca nell' indifferenza genarale ! Finche' mi decisi. Infilata la maschera in tre immersioni gli spedai l' ancora e se ne andò, tuonando ancora, nero come il temporale !
Bene, della sarabanda di allora oggi non e' rimasto nulla. Sara' che siamo fuori stagione ma tre vecchie barche da pesca in banchina e due affondate nei pressi, e' una cosa che mette tristezza.
Via, via. Domani via.
4-3
Altra bella giornata di sole.
Finiamo verso mezzogiorno nel porto di Sivota,grazioso paesino di fronte alle isole Mourtos. Piu in la Corfu, tutta da scoprire.
Finalmente e' esplosa la primavera. Fioriscono le ginestre, margherite e pratoline lungo le strade, fiori di peschi e ciliegi e gia sciami di api ronzano in giro alla raccolta di polline fresco.


Siamo i primi e gli unici turisti capitati tra quattro barche da pesca e tre cabinati in rimessaggio invernale.
Uno di questi, un Oceanis 38 di nome Ania, e' di un Ceco di Praga, Mira, che ha fatto i soldi come titolare di una ditta di trasporti. Ora vive di rendita, eta' 50 anni circa, si e' comperato la barca per fare il giro del mondo. Ma l' anno scorso ha conosciuto una Ceca, Nadia. La natura ha fatto il suo corso e insieme hanno prodotto Tina.
- Ho dovuto cambiare i miei programmi. - dice rassegnato.
L' indomani ricomincia a piovere.
Rimane brutto fino al 6. La signora Grazia torna in Italia.
 Un GRANDE grazie per l' inestimabile aiuto che mi ha dato dal cantiere in poi in queste grigie lande norvegesi !
Rimango solo, a raccogliere acqua piovana pompandola dal battellino nelle bacinelle. Grandi bucati stesi sulle draglie e ulteriori risciacqui dal cielo.

Il 10 arriva Elena, Acquatica Vagabonda, in cerca del sole e pure lei si becca i 3 gradi di gelo ogni mattina.
Si riesce comunque a fare qualche esplorazione nei dintorni, nei momenti buoni.