martedì 24 settembre 2013

PLAVA LAGUNA

Plava laguna ( laguna blu) sta a un miglio a sud di Parenzo.
Ottimo ancoraggio, buon tenitore su fondo di fango dove mi posiziono su 2 -3 metri con 25 metri di catena.
Un buon rifugio a 15 minuti di navigazione dalla boa di Parenzo dove mi reco spesso per visitare la cittadina, per la mostra di Piri Reis (?) e per  lo sbarco - imbarco degli amigos che vengono a trovarmi.

A Plava Laguna comincio' nei primi anni 70 - udite udite - la mia carriera di velista, noleggiando a ore un Flying Junior, piccola deriva randa e fiocco, con la quale si andava a bere un bicchiere a Funtana e ritorno.
Andò cosi: in una triste serata d'inverno stavamo in tre amici davanti a una birra alla Forst di Merano e gia pensavamo all'estate.
- Allora dove si va in giugno ?-
- A Ponza. Bella isola. C'è gnocca-
- E come, in traghetto? Costa!- eravamo squattrinati.
- Allora a remi. Remiamo a turno-
- Si? Sono settanta chilometri dal Circeo. Ti ci vedi? -
- A vela. Il vento è gratis-
- E se soffia contro?-
- Le barche a vela possono avanzare anche controvento- Lorenzo la sapeva lunga.
A me questo fatto pareva incomprensibile. Qualsiasi cosa galleggi sull'acqua se ne va necessariamente nella direzione del vento. Com'è che una barca a vela che mezzora fa stava laggiù, ora con questo vento che soffia in quella direzione me la trovo qui davanti??
Mistero.
Il giorno seguente mi comperai un manualetto di vela e, meravigliato, svelai l'arcano.
Nel corso dell'inverno lo imparai praticamente a memoria. Sapevo tutto. 
In primavera,  durante una breve vacanza nella Jugoslavia di Tito, noleggiammo a Plava Laguna il nostro primo Flyng Junior e partimmo decisi, vento in poppa. Dieci minuti dopo eravamo rovesciati in mezzo al mare! Una cosa è la teoria e un'altra è la pratica.
Comunque da quel giorno ne facemmo parecchia. Ogni pomeriggio due ore di vela, doverosamente finalizzate a un giro tra le bettole della costa. un bicchiere a Fontana, uno al bar del campeggio e un altro tornati in porto. Sicchè continuo a considerare la vela, piccola o grande che sia, come mezzo per recarmi nei posti che desidero. E' vero che mi sono fatto anche diverse stagioni di regate, per affinare la tecnica, ma queste competizioni da fighetti non sono nelle mie corde. Con l' ultima che ho vinto sul Garda, ho chiuso.

Plava Laguna sempre tranquilla finche' ...dal diario di bordo:
" 17-9-2013. Forte vento di bora nel corso della notte. All' erta sulla tenuta dell' ancora. Dormire con un occhio solo in dinette. Al mattino le raffiche si fanno furiose. Il fiocco avvolto male, si gonfia in una sacca a meta' dello strallo. Lotta titanica per avvolgerlo come un salame con tre drizze mentre piove a dirotto e l' ancora ara per alcune decine di metri. Infine, missione compiuta. Braccia esauste.
Ma ecco che mentre sto riprendendo fiato, un monoscafo rosso, rotte le cime alla boa, se ne va spinto dal vento attraverso la baia.
Salta sul tender e corrigli dietro ! Fortunosamente lo acchiappo all' ultimo momento legandolo ad un pontone prima che finisca su un muro.
Poco dopo arrivano due barche. Una da un centro sportivo di skilift sci-acquatico.
 - Non si puo ormeggiare qui ! - esordiscono.
 - La barca non e' mia. Se ne stava andando a sfracellarsi sul muro ! -
Sull'altra barca c' e'  l' omino responsabile della boa. In silenzio si rimorchia il monoscafo su un' altra boa e chi si e' visto si e' visto.
Dovigenia. Ma un grazie  mai ?
Il vento gradualmente cala. Giornata tranquilla.
Verso sera mi prende la strana sensazione che avro' visite nel corso della notte. Non ne vedo il motivo. E' vero che sto da solo, ancorato nel centro della baia, ma i dintorni sono fortemente antropizzati; alberghi, bar, ristoranti e due porti banchinati ai lati dell' ingresso. Ad ogni buon conto accendo luci e allarmi vari.
Verso mezzanotte mi svegliano alcuni rumori insoliti. Accendo le luci in cabina, metto fuori la testa dal tambucio. Nada.
Al mattino sorpresa ! Il battellino e' ancora legato al suo posto, fuoribordo ok. Ma il nodo sulla bitta non e' la gassa che uso solitamente. E un nodo bastardo (gassa bastarda) stretto attorno alla bitta in modo che non possa scapolarla. Non e' da me.
Allora qualcuno e' veramente stato qui ! Perche ?
Ipotesi : uno scherzo.
Un avviso - occhio che ti possono fregare il fuoribordo - il battellino no perche e' tutto una toppa.
Un' emergenza del barcarolo alla boa vicina, uscito a pescare di notte. Tornando, potrebbe non aver trovato alla boa la sua barchetta  per tornare a riva. Quindi potrebbe essersi servitodel mio battellino, zitto zitto, rimettendo poi tutto a posto. Pure io in certe circostanze ho dovuto procedere in tale modo.
Mistero...


domenica 15 settembre 2013

L' ISTRIA

E' come aver tirato i remi in barca.
Dopo anni di navigazioni oceaniche, questa stagione e' trascorsa in piccoli cabotaggi lungo la costa Istriana e nel golfo del Quarnaro toccando varie isolette ma non oltre Premuda.

E' stato bello. Caldo, facile , vacanziero, con amici , canoiste e non,  che si avvicendavano di settimana in settimana facendo base a Pola.
A parte gli scarichi fognari che a volte impestano l' aria, Pola e' una citta' da vedere.
 Antica di 2000 anni, con un' imponente Arena Romana - ci fanno ancora finti scontri tra gladiatori e altre manifestazioni musicali - il tempio di Augusto, palazzi Bizantini, Veneziani e Austroungarici.

Da rivivere anche Cittanova con le sue mura sul mare, Parenzo, Orsera, Rovigno, Lussino, sempre formicolanti di turisti - 600 per metro quadro - e la riscoperta di altri paesi tipo Valun, Cres, Rabac.
Ma ripetutamente visitate sono state le isolette di Ilovik, Premuda, Unije e Sansego, l' isola di sabbia.
 Susak, o Sansego, tra le altre ha questa curiosa particolarita' : completamente composta di sabbia piu o meno compatta, e' ricoperta da una fitta foresta di canne le cui radici tengono il tutto insieme come una solida rete, impedendole cosi di sfaldarsi. Queste sabbie pero poggiano su una base di roccia calcarea, di cui son fatte le altre isole come del resto tutta l' Istria.
Suolo Carsico. Percorso da una miriade di fenditure dove l' acqua piovana percola, si insinua nelle crepe, e scorre fino ad uscire gelida in mare, dove stai nuotando lungo la riva tra caldo e freddo.
Sull' isola di Cres c'e' un lago di acqua dolce, Valun, riserva idrica, proibito avvicinarsi, il quale, piu basso del livello del mare, pare venga costantemente rifornito per vie sotterranee di acqua proveniente dalla costa.
E' risaputo che l' acqua che scorre sulla pietra calcarea riesce col tempo a disciglierla nei suoi punti piu teneri allargando cosi le fenditure fino a creare veri fiumi ipogei.
Il calcare e' carbonato di calcio. Molecole composte da atomi di carbonio e atomi di calcio.
Divaghiamo...?
Why not ?
Ok. Roccia di origine prevalentemente organogenica. Comparsa in seguito alla comparsa della vita su questo pianeta.
Composta, pensa un po, da miliardi di scheletrini di organismi unicellulari, diatomee, radiolari, polipetti corallini, come micro ossidiseppia depositatisi nel corso di milioni di anni sui fondali marini per spessori di anche 3000 metri e spinti poi lentamente in superficie da forze tettoniche. Vedi le Dolomiti.
Quindi una roccia molto particolare che non ha niente a che vedere con  il resto della crosta terrestre.
Se ne prendi alcuni blocchi e li arroventi sul fuoco di un grande falo' e poi li getti in una buca piena d' acqua, vedi che fumando e sfrigolando, letteralmente si squagliano e si disfano in una poltiglia bianca e puzzolente.
Che cos' e' ? Calce viva !
Ottimo legante da secoli per ogni tipo di costruzione in pietra. La si puo ottenere anche arroventando conchiglie. Sempre carbonato di calcio e' !
Un altro bel effetto della pietra calcarea lo si riscontra quando strati di questa subiscono un fenomeno di subduzione, cioe' vengono spinti a considerevoli profondita' sotto la crosta terrestre.
Tali allora sono le pressioni ed il calore, per centinaia di migliaia di anni, che per il calcare avviene una metamorfosi, si trasforma, cristallizza e quando ri-esce in superficie che cosa e' ?  Marmo !
La Vita su questo pianeta si e' sviluppata su base carbonio.
 Su un altro pianeta potrebbe esistere su base silicio. Ma forse ci stiamo arrivando noi umani dato che il substrato di ogni microprocessore, origine di ogni intelligenza artificiale, e' appunto il silicio.
A questo proposito cercate sul web e leggetevi la "Singolarita' " prossima ventura. Trovate qualcosa in merito anche qui sotto a destra alla voce "non solo mare ".
Dicevamo, vita base carbonio. Infatti di che cosa abbiamo bisogno per campare ?
Dobbiamo introdurre in noi i carboidrati, pane , pasta, etc, indispensabili per il ricambio costante nell' organismo tra cellule vecchie e nuove...
Achtung: ogni chimico ti dira' che ai primordi, dopo 300 mila anni che protocellule e cellule si scindevano facendo capo al poco carbonio presente in temporanee pozze d' acqua ( una delle ipotesi ), risulto' ad un certo punto piu facile impadronirsi del carbonio della cellula vicina.
 Fagocitare una cellula.
 Un' ameba che ne fagocita un' altra.
 Pesce grande mangia pesce piccolo.
I felini, carnivori, che mangiano gli erbivori che mangiano vegetali, cereali, dunque carboidrati.
Gli umani che mangiano i pesci,gli erbivori, mangiano i felini tipo gatti - a Vicenza - e quanto altro e si mangiano anche tra di loro, brutti cannibali !


Insomma, la Vita in tutte le sue forme, che prosegue facendo capo a se stessa.
Una bella condanna, vista dai puri di cuore del "volemose ben ".
Cosi e'. Come un comandamento.
Ma torniamo alla nostra bella Istria. Terra di lecci - quercus ileus - quercioli, pini e presso ogni insediamento umano, ulivi e fichi. Pane e fichi.
 E tutto attorno un fitto sottobosco percorso da ife di micelio e generoso nella buona stagione di funghi porcini.
Buoni con la polenta. Gnam !
Firmato: l' Istriano.