sabato 30 novembre 2013

FATA MORGANA

E' stato nell' ottobre del 2002 mentre navigavamo col Samadhi, guidato da Jock l'autopilota, al largo del Marocco verso le Canarie.
Quella mattina, alla fine di un turno di guardia, aspettando che la luce del sole si facesse faticosamente strada tra densi banchi di nebbia dove l'orizzonte del mare sfumava in un cielo sempre piu azzurro, mi apparve a dritta una lunga gialla costa sabbiosa a non piu di tre quattro miglia e parallela alla nostra rotta.
A dritta !!
Sorpresa e panico !
A dritta doveva esserci l' Atlantico sconfinato per miglia e miglia e poi l' America !
Che diavolo era successo ?
Chiamai fuori i due amigos che mi accompagnavano in questa loro prima esperienza atlantica, Lia e Luigi.
 - Guarda un po la...-
 - Cavoli, ti sei troppo avvicinato al Marocco ! -
 - Ma la bussola dice che andiamo a sud. Forse che questa notte abbiamo avuto l' inversione dei poli ? E' prevista, ma cosi veloce ? -
 - Dove ci mette il GPS ? -
 - Aspetta, ecco. A 150 miglia dal Marocco. Che dovrebbe stare alla nostra sinistra. -
 - Allora cos' e' quella , un' isola ? C' e' sulla carta ? -
 Portai fuori in pozzetto la carta stesa intera sul tavolo.
 - Noi siamo qui. Isole non ne vedo segnate. E' spuntata fuori questa notte ? Come l' isola Fernandea al largo della Sicilia ? -
E rigiravo la carta sottosopra nei due sensi senza che riuscissimo a capacitarci di una tale diavoleria.
Il diavolo appunto. Ma non si sentiva puzza di zolfo. Quasi quasi mi venne la tentazione di controllare il gorgo di discesa dell' acqua in un lavello. Nell' emisfero nord gira in senso antiorario. Se gira orario, e' contro natura; allora c' e' diavolo a bordo. Poi ricordai che la legge di Coriolis vale sulla terraferma. Su una barca in movimento il gorgo si forma nei due sensi a seconda dei movimenti appunto della barca.
Intanto la costa gialla era sempre la', a dritta, tangibile. E la vedevamo in tre.
 -Le Canarie - disse Lia - siamo gia arrivati. -
 - Dici ? - dubbio...
Ripresi sulla carta le coordinate del waypoint che avevo posizionato a Graziosa, la prima isoletta presso Lanzarote.
Nada. Sia la carta che il GPS ce la davano ancora lontana.
Insomma, costeggiavamo questa misteriosa costa sconosciuta. In lontananza alle due estremita' sfumava senza piu contorni  come fosse un promontorio proteso verso di noi.
Poi, piano piano comincio' a delinearsi il confine tra mare e cielo e la terra gialla sembrava fluttuasse in cielo.
Da gialla divenne grigia.
Poi in modo sempre piu impercettibile, azzurra.
E infine scomparve, fusa nell' azzurro del cielo.
Miraggio !  Scherzo da prete.
Qualcuno, che doveva aver studiato al seminario, aveva posizionato sulla nostra dritta un gigantesco specchio convesso e ci aveva fatto vedere la costa marocchina, forse a scopo propagandistico. L' azienda di soggiorno di Casablanca ? Vai a sapere.
Del resto il cervello interpreta cio che gli occhi fotografano, in base alle esperienze caricate nel suo database.
Miraggi.
Come quando con Walter, collega di lavoro e CNSAS, si girovagava nella notte con sci e pelli a 3500 metri su un ghiacciaio presso il sito dove poi fu trovata la mummia di Oetzi, perche avevamo perso la traccia che doveva portarci al rifugio Similaun.
Si girovagava senza costrutto tra i crepacci che comparivano all' improvviso alla luce delle frontali.
Decidemmo saggiamente di fermarci, scavando una truna e aspettando il giorno dopo.
Mente stavamo li intirizziti masticando frutta secca e impedendoci di dormire, si vedevano delle luci scendere sul crinale di una cima.
 - Sono guide alpine con torce che vengono a cercarci - dicevamo convinti.
Invece erano stelle luminose che sembrava si muovessero lungo il crinale a causa di miriadi di cristallini di neve che lo risalivano spazzati dal vento.
Oltre un dosso lontano si stagliava un chiaro alone di luce bianca.
 - E' il faro del rifugio Similaun - azzardava Walter.
  - No . E' la luna che sta sorgendo - replicavo.
Ma non sorgeva mai.
Il giorno dopo si vide che era il faro della stazione a monte della funivia Kurzras.
Avevamo fatto un lungo giro idiota per trovarci infine al punto di partenza. Amen.