sabato 11 ottobre 2014

ALIENI


Sentite un po questo fatto.  Sono le dieci di sera e stiamo ancorati in una tranquilla baietta dell’ isola DIA a una decina di miglia a nord di Iraklion- Creta.
Lo riporto dal diario di bordo.
10-10-2014
Siamo in dinette io, mio fratello Aldo e Iliana e ci guardiamo alcune foto al computer.  Elena è fuori a guardare le stelle.  Improvvisamente lancia un grido !
-          Claudio, Claudio, vieni a vedere !  -
Oh cavolo, che sarà mai ?!  Esco e la trovo in piedi a prua che mi indica una vaga luce bianca baluginare a intermittenza sotto la superficie dell’ acqua poco lontano sulla sinistra.
-          Claudio, che cosa è ? –
-          Mah, è una medusa, se ne trovano a volte che lanciano segnali luminosi ma piu che altro ai tropici. –
Aldo conferma.  Vediamo se si muove… Ma pare che rimanga sempre allo stesso posto.  E’ la barca che si muove brandeggiando a destra e a sinistra tesa sulla catena dell’ ancora. 
 Inoltre l’ intermittenza della luce segue una scansione fissa, un lampo ogni mezzo secondo.
Partono le piu strane congetture.
-          E’ un faro che da qualche parte riflette la luce fin qui. –
-          E’ un aereo che passa sopra le nuvole con i suoi lampeggianti. –
-          E’ un’astronave aliena atterrata qui sotto acqua che trasmette con altre in orbita. –
-          E’ un animale marino di origine sconosciuta. –
Porto fuori la fionda e il sacchettino dei sassi.  Se è un animale vediamo se si sposta.  Se sono alieni vediamo se rispondono al fuoco. Ne lancio una decina.  Si sentono i sassi che cadono nell’acqua al buio piu o meno in quel tratto ma la luce continua imperterrita a lampeggiare ogni mezzo secondo.
Le rispondo allora lampeggiando con un faro nella sua stessa lingua come nel film incontri ravvicinati del terzo tipo… Nada.
Decisione:  andiamo col battellino a vedere da vicino.  Aldo si mantiene a pagaiate sulla verticale della luce che pare stia sul fondo,  Elena illumina con un grosso faro la superficie dell’ acqua e io vi tuffo la testa guardando sotto con la maschera.  La luce pare posata sul fondo, a circa cinque metri e vista così è una luce blu.
Decisione:  Elena si spoglia infila la maschera e scende in profondità.
Attimi di suspance….e riemerge con un aggeggino cilindrico delle dimensioni di un dito mignolo, per metà trasparente con un led all’ interno che continua a lanciare i suoi lampi.
Lo portiamo in barca.  Non si vedono interruttori.  Solo dal fondo di plastica emergono appena due spuntoncini di filo metallico.  
Capito !  Lo laviamo con acqua dolce, lo asciughiamo bene nella zona dei fili e la luce si spegne.  Si riaccende al contatto dell’acqua di mare che fa da interruttore tra un filo e l’ altro.
E’ un sistema di segnalazione che sta sui giubbetti di salvataggio in caso di caduta in acqua col buio.
Ok.  Lo abbiamo messo fuori sul tetto dentro un vasetto di vetro con un po d’acqua come luce di ancoraggio.
Vago senso di rammarico. No astronave, no mostro marino ma una banalissima lucetta elettronica prodotta dagli umani.
Elena però è contenta .  Si è fatta il desiderato bagno di notte.  Ad ogni bracciata si accendevano miriadi di lucine del plancton . In cielo, la luna piena.

Il mare è in amore.