lunedì 31 agosto 2015

AAARGH !!

“AAARGH !!  Credevate che io non tornassi ! “  Cosi urlò Ulisse rivelandosi ai Proci dopo venti anni di peregrinazioni sui mari. Poi seguì la strage che sappiamo a colpi di frecce e di lance.

Bene. Dopo un anno di peregrinazioni rieccomi a lanciare strali, di gomma, da questo blog.
In marzo, a inizio stagione, Andromeda stava in secca a Heraklion, Creta.
Ridipinta e rivitalizzata tornava in mare, verso est con antichi e nuovi compagni che si avvicendavano nelle varie tratte: Elena. Mio figlio Andrea e mio fratello Carlo. Poi Roberta; Vincenzo e famiglia; Margherita con due amiche Mara e Francesca. E gli sposini Stefano e Cristina.
Ad est di Heraklion, interessanti le soste a Malia, Ajos Nicolaos e Sitia. Soste dovute in parte al maltempo ma soprattutto per aver modo di visitare l’ entroterra e l’altro lato di questa grande isola. Autobus e auto a noleggio.
Da Sitia, sotto Meltemi in un suo momento buono forza 4-5, si arrivava alla brulla isoletta di Kasos. Isola dimenticata, fuori dai grossi percorsi turistici, anticamera di Karpatos, affioranti entrambe tra Creta e Rodi nel canale piu ventoso dell’Egeo. Kasos, isola di capre e infiniti terrazzamenti anche nei posti piu impervi. Si dice che anticamente la sua popolazione sia salita fino a 11000 abitanti. Poi seguì un genocidio di settemila persone durante l’ occupazione turco ottomana e gli scampati si dovettero convertire alla legge del Profeta Mohamed.
Karpatos invece è piu verde, boschi di conifere che si estendono su in alto fino ai suoi 1500m , segno che piove abbastanza di frequente. Strade da brivido sugli strapiombi percorse con Andrea su due moto enduro fino all’Olimpo, che non è la sede degli dei, ma il nome del paesino piu alto arrocato su un cocuzzolo, per spompare il piu possibile i nemici saraceni durante la salita.

Da Karpatos, in un altro momento di relativa calma del Meltemi, si approdava nell’ isoletta di Kalchi. Da qui l’ idea era di risalire controvento giostrando tra le isole del Dodecanneso ma , ripartiti da Alimnia altra isoletta deserta, venivamo spintonati da un forza sei, solo fiocco, all’ estremo sud di Rodi. Amen. Non è rimasto che risalirne la costa sottovento, giorno dopo giorno a piccole tappe da una spiaggia all’altra fino alla città dei Cavalieri nel porto del proverbiale Colosso.
Si dirà: perche voler risalire il Dodecanneso controvento ? Perche il catamarano Andromeda è una barca valida, un Catana 42s, the best; è una cosa che si poteva fare e si è fatta.
Dunque il Dodecanneso ripercorso come nel 2011 dopo il rientro dalle Maldive, vedi i post arretrati, fino a Samos quando i tempi erano piu tranquilli e ancora non era cominciata la tragedia di gente disperata o opportunista che ogni notte con ogni mezzo passa dalla Turchia su qualsiasi costa che si chiami Grecia . Le novità invece,  esplorativamente parlando , ricominciano con Fournoy, Icaria, Chios, Psara e le Sporadi occidentali dopo aver attraversato l’ Egeo verso ovest.
Fournoy: isoletta frastagliata con tre piccoli centri abitati. Micro negozietti stile anni 50. Poco traffico, capre, spiaggette raccolte tra cui quella bianca di marmo sotto una vecchia cava dove troneggiano ancora i cilindri scolpiti per le colonne di antichi templi.

Icaria: l’ isola dei confinati politici, aspra e montuosa, da motocross. Poche spiagge, acque calde termali e chiesette ovunque.
Chios, l’ isola del mastice. Ricavato dalla pianta del lentisco, di una specie che cresce solo qui. Monopolio a suo tempo della repubblica di Genova soppiantata poi dai soliti turchi (mammaliturchi !) Con questo mastice ci si fa di tutto: dalle colle ai prodotti farmaceutici, cosmetici, dolci ed esiste anche un caffè al mastice. De gustibus.. Caotica Chios capoluogo ma molto caratteristici, ognuno a modo suo i paesini dell’ interno.
Psara: micro isoletta delle sorprese. Porto gratis, acqua gratis, corrente gratis. Idem WI FI e dappertutto nell’ unico paesello esistente. Tutto molto ben tenuto e con bei vialetti in pietra tra una spiaggia e l’ altra.
E poi l’ arcipelago delle Sporadi occidentale. Nella fattispecie Skyros e la Chora, Scopelos e le vespe e Skiathos con gli aerei che ti fanno il contropelo. Isole molto verdi di conifere , latifoglie, sempreverdi e dai paesi che ormai si discostano come tipologia da quelli tradizionali greci , come alle Cicladi e che assomigliano piu, come dice Margherita, a quelli del meridione d’ Italia.


Intanto tutto questo lo sto scrivendo da Skiathos. L’ esplorazione continua.