domenica 18 febbraio 2018

FIJI


Bula bula !
E' il saluto dei Figiani, come un ciao amichevole e comunicativo.
Le Figi sono un grande arcipelago tra le Tonga e le Vanuatu. Le due grosse isole principali Viti Levu e Vanua Levu sono contornate a ovest dalla collana delle Yasawa, Mamanucas e una miriade di isolette minori tutto attorno.
I Figiani, autentici melanesiani che da generazioni abitano queste isole, costituiscono come gruppo etnico solo il 50% circa della popolazione totale. Che è successo ?
 Che nella seconda metà del 1800 le Fiji divennero una colonia britannica. E come nel resto del mondo a latitudini tropicali, pure qui fu avviata una produttiva economia basata sulla coltivazione della canna da zucchero. Dato che i melanesiani autoctoni, ex feroci guerrieri e cannibali, ritenevano essere l' aristocrazia delle isole, furono importati cospicui contingenti di lavoratori indiani.
Questi in breve tempo lavorando sodo come formiche e figliando come conigli entrarono progressivamente nelle varie amministrazioni economiche e politiche delle Fiji, preoccupando a tal punto i figiani che nel 1987 una giunta militare degli stessi riprese in mano le redini per la guida delle terre dei propri antenati !
Arrivammo in queste acque nel cuore della notte dopo alcuni giorni di navigazione dall' isoletta di Futuna. Era ancora buio davanti alla pass di Vanua Levu e rimanemmo lì davanti tirando bordi in attesa della luce dell' alba.
Poi entrammo per andare a fare l 'ingresso nelle Fiji, documenti e soldi alla mano, nella cittadina di Savusavu. Questa cittadina, capoluogo dell' isola di Vanua levu, dà subito l' impressione che invece di essere in Oceania , per una strana magìa spazio-temporale, ci si senta trasportati dalle parti di Madras in India ! Un bel salto. I colori, la gente, i chioschetti, l' andirivieni da formicaio, tutto molto continente indiano. Pure la Natura, tropicale, verde ed esuberante come nello SryLanka-Ceylon.

Eravamo in quattro su Andromeda: io, Jeanphilippe, Luciano & Lia.
Dal diario di bordo : 9-6-08... ripartiti a vela alle prime luci, raggiungiamo alle 7,30 il fiordo di Savusavu dove un barchino ci accompagna alla boa. Seguono visite da parte di varie autorità ed enti per l' ingresso alle Fiji e verso le 11 possiamo scendere a terra . Il paesino è piuttosto ruspante. Salta all' occhio la densità della popolazione indiana occupata sopratutto nel settore commerciale. Tra un negozietto e l' altro a Lia pare di riconoscere Henning di Vancouver, vecchio lupo di mare conosciuto a Fatu Hiva nelle Marchesi ai tempi del precedente giro col Samadhi. Infatti firmando il registro del Marina vedo il suo nome e Dream Hunter, cacciatore di sogni, nome della barca.
E' proprio lui, il primo catamarano all' entrata del fiordo ! 
Vado subito a trovarlo e lo vedo molto ben piazzato con la sua giovane nuova amica figiana, Anna, che gli allieta l' esistenza ! Il mondo è piccolo.
Rimanemmo alle Fiji per i tre mesi prescritti , prima di passare nella fascia clandestini.
 In questo periodo mi raggiunsero dall' Italia la mia gentile consorte e nostro figlio Andrea con un amico.
 Contornammo di ancoraggio in ancoraggio l' isola di Vanua Levu zigzagando tra i corridoi della barriera corallina. Scrivevo:
Salpata ancora alle 7,10, via verso la pass che immette in Nandy bay. 
 Pass un po agitata all' ingresso per via della corrente uscente. Un po a vela , randa e genoa e un po a motore . Vento 10 nodi. Ancorato davanti al villaggio di Nasavu. Calorosa accoglienza allo sbarco in gommone di tutta la popolazione infantile.
 Le ragazzine sono abbagliate dagli occhi azzurri di Andrea e dai suoi piercing, ricordo vivo di un loro recente passato fatto di legni nei lobi delle orecchie e di denti di cinghiale nelle narici. Nasavu è un povero villaggio di baracche di lamiere rugginose. Solo la scuola e la chiesa si presentano decenti e qui tutti i bambini ci hanno condotto con un visibile senso di orgoglio. Lasciato obolo per la scuola.
Piu avanti..ricomincia la gimcana tra i corridoi corallini antistanti la parte ovest di Vanua Levu. Tra mede che mancano e altre che compaiono dove non dovrebbero esserci, non ci si raccapezza. Comunque la luce è buona, si naviga a vista e a buona andatura. Prima del previsto usciamo dal reef, ballonzoliamo per sette miglia in mare aperto e ci ridossiamo poi all' isola di Yandua.
Dopo Yandua, magico ancoraggio, noi soli davanti ad una lunga spiaggia bianca e una salita nel fitto della boscaglia fino alla cima rocciosa dell' isola, ci portammo a nord delle Yasava, una collana di isole che scendono a sud verso il gruppo delle Mamanucas ad ovest di Viti Levu. Isole con piccoli villaggi di figiani autentici che vivono ancora di quello che offre la natura e il mare. Saltuario turismo a parte. Il clou del turismo con tanto di Resort di lusso lo trovammo alla famosa Laguna Blu. Quella del film con Brooke Shilds, verginella che sopravviveva ad un naufragio con il suo amichetto, tutti e due sempre belli e pulitini e facevano pure un figlio !

E poi.. una nota curiosa. Becchiamo un italiano del Resort. Buongiorno come va ? Lui fissa per un po Luciano e dice, Pennini ! Lo guardiamo sorpresi. Risulta che è di Ferrara e abitava tempo addietro a cinquanta metri da Luciano. Da spararsi !
Le Fiji sono state le isole degli incontri a sorpresa:
25-8 … facciamo rotta per Saweni Bay. In baia staziona una dozzina di barche . Tra queste chi ti vedo ? Il Trenta piedi Libertee di Ernesto con la sua bella. Un tedesco di Germania con cui avevo legato ai tempi del Samadhi a Los Cristianos- Canarie. Poi l' avevo ribeccato a Bequia- Caraibi ed ora qui in Pacifico. Lui da tre anni è diventato neozelandese. Si fa una stagione di lavoro in N.Z. Poi quando arriva il freddo si porta qui ai tropici.
Qui ai tropici ci raggiunse anche Renzo di Biella che gia conosceva Andromeda dal Tirreno alle Canarie.
I miei famigliari tornarono in Italia da Lautoka- Viti Levu e qui mi recai pure io per fare l' uscita dalle Fiji. Ma...!!
1-9 Figiani di emme ! Eravamo andati a Lautoka a fare l' uscita ed è saltato fuori che prima avremmo dovuto fare l' uscita a Savusavu e poi l' entrata a Lautoka !
    Ma le Fiji non sono lo stesso gruppo di isole , lo stesso Stato con capitale Suva a Viti Levu ?! Niente, o tornare a Savusavu o pagare 1500$ di multa.
 Mai ! Andremo a Savusavu. Controvento ! E ci vorranno dei giorni. Figiani di emme !!
Ci vollero otto giorni. Navigazione dura, un po a motore e a vela controvento a bordi nei canali tra il reff a nord di Viti levu. Occhio alle mede e alle grosse navi che ci costringevano troppo vicini ai coralli. Infine rieccoci a tra gli indiani di Savusavu.
Rifornimenti, scartoffie e via nella notte in rotta per le Vanuatu !
Bula bula !

venerdì 2 febbraio 2018

ESTATE 2017


Porta sfortuna il nr 17 ? Dipende se uno è superstizioso di suo, fa le corna, incrocia le dita, schiva i gatti neri e via discorrendo. Per quanto riguarda l' estate di Andromeda in Croazia devo dire che abbiamo avuto un tempo piuttosto ballerino dove l' alternanza di belle giornate ai piovaschi e ai temporali vedono questi ultimi in leggero vantaggio. Comunque la maggioranza degli amici imbarcati se ne è tornata a casa contenta, abbronzata quel giusto e con bei ricordi per l' inverno.
Ora, di solito non lo faccio, ma per rendere noto ai prossimi aspiranti navigatori che la vita in barca non è sempre tutta rose e fiori, vorrei riportare due episodi tratti dal diario di bordo, nei quali ho rischiato di perdere la barca.
Nel primo stavo ancorato nella baia di Pola. Eravamo in due . Io e mio fratello Aldo :
29-6-17 ore 6. Ecco, come previsto da Windfinder alle 22 di ieri sera si è scatenato il finimondo ! Temporale con raffiche forza 8-9. Burrasca ! La rada sconvolta da onde incrociate. La pioggia cadeva a scrosci dove non si vedeva a un metro tra cannonate di fulmini e saette da tutte le parti ! Con Aldo ho fatto appena in tempo a dar fondo alla seconda ancora che subito la prima ha cominciato ad arare verso gli scogli. Panico.
Le due ancore hanno infine tenuto a pochi metri dal disastro ! Comunque ero pronto a dar di motore per contrastare gli strappi sulle catene. Inoltre si è dovuto legare il boma e la randa con una lunga cima fino a farla diventare un salamino. Piu tardi durante una calma parziale abbiamo rifatto l' ancoraggio in zona piu sicura. Noi e altre due barche che hanno vissuto gli stessi castighi. “

Un altro temporale lo abbiamo vissuto davanti all' unico paesino dell' isola di Unje. A bordo, una compagnia di amigos trentini :
bella giornata... ma ecco che il cielo a ovest si fa sempre piu nero e cominciano a comparire lampi in lontananza. Serriamo la randa, piastra di rame in acqua, seconda ancora pronta. Comincia a piovere. Lampi e tuoni ormai vicini. Sale il vento a raffiche. Ancora tutto seminudo riesco velocemente a calare la seconda ancora che subito devo fiondarmi ai motori. Tutto attorno si è scatenato l' inferno ! Saette come cannonate esplodono a pochi metri. Un mare bianco di schiuma sotto il vento che urla ! Seminudo al timone cerco di contrastare con i motori al massimo, le raffiche che mi prendono sui due lati. Le ancore arano e siamo sempre piu vicini a riva ! Dietro di noi un monoscafo ancora piu vicino, quasi sulla spiaggia frustata dai frangenti. Con uno scatto di motore si lancia in avanti e ci viene addosso ! Veniamo colpiti dalla sua prua al centro della passerella dove è legato il kayak. Si ammaccano entrambi. Poi via di motore cercando di non finire in secca. Altre barche attorno nel grigiore di un diluvio misto a grandine lottano contro questo che posso definire un tornado. Mari esce dalla dinette e viene a chiedermi come sto lì seminudo al timone con gli occhi strizzati e bombardati da gocce che sembrano proiettili. Mi sente congelato. Infatti da congelato non sento niente, neanche il dolore di poco prima all' osso sacro in seguito a una brutta scivolata sul ponte. Poco dopo mi porta la cerata.
Lentamente la furia del vento comincia a calare e lentamente trascinando le due ancore sul fondo inconsistente ci portiamo oltre la massicciata del porto a rifare l' ancoraggio.”
Bene. Dopo questi due esempi di momenti antipatici che si possono vivere in barca, facciamo che tutto il resto del tempo viene trascorso in nuotatine, passeggiate esplorative a terra, assaggi gastronomici di varie specialità tra un isola e l' altra. E cieli tersi, sole caldo, tutti amici, uno spicchio di Paradiso in Terra.
Altro che 17 !