lunedì 3 dicembre 2018

ATOLLI. TAHITI


Siamo seri. Riepiloghiamo:
La Terra prosegue nella sua storia da 4 miliardi di anni.
 Da un antico caos iniziale, nella situazione attuale vive una fase dove diverse gigantesche placche della crosta terrestre scivolano le une sulle altre ,in un continuo divenire, su una massa di materiale piu fluido che sta sotto. Scivolano, stridono, premono provocando tremori e dove le pressioni di contatto tra una placca e l' altra si fa insostenibile, la roccia fonde e fuoriesce in superficie con paurose esplosioni !
Dappertutto. Anche dai fondali oceanici. Sfrigolando e friggendo tra enormi vampate di fumo e vapori bollenti, parte della roccia fusa si accumula fino ad emergere dalla superficie del mare e si innalza in uno spettacolare vulcano!
Finita la furia il vulcano collassa in quella che è definita la sua camera magmatica. A volte collassa solo in parte lasciando emergere una porzione del materiale effusivo piu o meno al centro di una circonferenza di rocce gia in via di raffreddamento. Se anche queste rocce tendono poi a inabissarsi, il cerchio si mantiene comunque sulla superficie del mare in virtù del corallo che vi cresce incessantemente sopra.
E' nato un Atollo !
Un' isola circondata da una laguna racchiusa tutto attorno da una barriera di roccia calcarea continuamente lavorata dalle onde . Questo fenomeno di eruzioni cutanee della crosta terrestre è presente in tutti i mari e oceani del pianeta e, se prendete un mappamondo, si vede che la malattia è stata piuttosto intensa nella zona tropicale della Polinesia francese.
Tahiti, BoraBora e altre isole ne sono un classico esempio.
La prima volta che con Lia, navigatrice oceanica, arrivammo a Tahiti fu con il Samadhi. Catamarano da corsa, abitabile solo negli scafi. Ponte libero in listelli di legno. Unico motore un fuoribordo da 25 HP. Albero ruotante a profilo alare e fiocco autovirante. Bompresso e gennaker. Timoni a barra in presa diretta. L' autopilota agganciato ad una barra teneva anche le burrasche. Si chiamava Jock.
Il giorno dell'arrivo scrivevo:
2-5-2005 ore 7. Notte di cacca (era la mia espressione di allora ). Ma se scorri il diario di bordo, le notti di cacca sono una costante tanto da essere nella normalità delle cose. Va bene, ora lo sappiamo e ne terremo conto: iscrizione alla Bocciofila !
Poi si leggono ora per ora frasi di questo genere – mare mosso. continuiamo solo fiocco. forse vento cala. se cala su la randa ! È calato. su la randa ma dopo aver rifissato una stecca fuoriuscita dalla sua vagina e liberato la drizza arintorcinata sulle crocette.
E finalmente alle 23,00..grande chiarore della città di Papeete sulla linea dell' orizzonte a prua. E il lampo del faro di Punta Venus che racchiude la baia di Matavai.
5,30. Aspettando a secco di vele che faccia chiaro. Intanto faccio ripartire il motore che stava cagionevole per l' umidità.
 8,00. In banchina prua-poppa in pieno centro a Papeete.
16,30. A me Papeete va a genio. Caro impestato ( un caffè e un pompelmo 7 euro ) ma tutto molto ordinato, bello , funzionale. Molto svizzero, per essere franco-polinesiano !
 Anche la temperatura è un po piu gradevole ,specie verso sera quando rinfresca alquanto.
 Alle Marchesi il caldo era caldo per ventiquattro ore ma lì eravamo a ridosso dell'equatore a 9 gradi sud. Qui siamo scesi a 17 sud, motivo per cui Tahiti è il posto di vacanza per eccellenza tra i granosi del pianeta che qui arrivano con ogni mezzo, dalle grandi navi da crociera alle decine di voli giornalieri.
Poi, ultimi, ci siamo noi : i peones che girano il mondo spinti ”a gratis” dal vento.
Intanto stare in banchina ci costa l' equivalente di 20 euro al giorno. Amen.
Papeete è una città multietnica a maggioranza francese, polinesiana e cinese. Ma i polinesiani di qui sembrano un po piu svegli dei loro connazionali degli atolli, i quali hanno una strana aria rilassata e spenta.
Qui giunti dunque , con Lia e navigatori come Rodolfo del Freccia, Nicoletta e altri, ci demmo alle esplorazioni via terra, che sono il motivo per cui uso la barca a vela come mezzo di spostamento da un continente all' altro.

Esplorazioni a piedi, in bici, in canoa, in autostop. L' autostop a Tahiti viene facile: in pochi minuti di attesa c'è sempre un pick-up che ti fa salire sul cassone aperto posteriore o in cabina dove seguono poi interessanti chiacchierate. Tra queste si finisce fatalmente a parlare di politica. Pare che anche a Tahiti ci sia un movimento indipendentista. La voglia di staccarsi dalla Francia si fa sempre piu forte tra il popolo bue che ha eletto malauguratamente un presidente di questo avviso. Tres bien. Così dopo un primo periodo di malgoverno finiranno tutti in miseria come quelli dei Caraibi abbandonati dagli inglesi o quelli delle Nuove Ebridi che hanno ripreso a mangiare noci di cocco in tutte le salse per non morire di fame. Bravi merli !
Visitammo diverse località dell' isola come l' antico paesino di Tautira alla fine di una strada sulla costa nord di Tahiti Iti. Definito da R.L.Stevenson “ la Valle dell' Eden”. Non si puo che dargli ragione. Il posticino è incantevole, molto Polinesia old time e la gente pure, a giudicare da come cantavano ispirati nella vecchia chiesa cattolica.
E poi Tehaupoo dove si svolgono campionati di surf su onde gigantesche.
Il museo Gauguin presso Taravao dove l' artista francese si dice cercasse nuove atmosfere, nuovi colori...Secondo me cercava la gnocca !
14 luglio , festa della Bastiglia. Per i tahitiani è diventata una festa dell' indipendenza (futura, forse). Ma io vado a farmi una camminata in montagna. Dopo un paio di chilometri attraverso la città e la sua periferia, imbocco a lato di una valletta una stradina sterrata chiusa da una catena, tipo strada forestale. A pochi metri una croce. Si sarà schiantato qualcuno ? Piu avanti un ' altra croce.. e un' altra ancora. Una Via Crucis ! Alla nona stazione un bivio. Lascio le croci e proseguo sull' altra. Avanti e avanti sotto palmizi e alberi frondosi mentre salendo l' aria rinfresca, arrivo ad una casetta. Nessuno in giro. Solo una gallina e una gatto col suo micino. Proseguo su un sentierino appena accennato interrotto di continuo da tronchi caduti di traverso e arrivo dopo una mezzoretta ad una sorgente protetta da alcune lamiere. Sono ormai lontano, fuori dal mondo e proseguo ancora oltre su per la montagna nel fitto del bosco.
Improvvisamente compare un cane ! Ci guardiamo per qualche secondo in silenzio. Tipo Rottweiler, pelo lucido, aspetto sano, ci deve essere il padrone nei paraggi.. E infatti un tipo sulla quarantina è seduto sotto un mango a prendere il fresco. “ Bonjour”. “ Bonjour”. Quattro frasi smozzicate in francese, quando questo mi chiede in perfetto italiano di dove sono ! Rimango a bocca aperta !
Nino M. italiano emigrato anni fa a Sydney e ora in vacanza in Polinesia.
Italiani nel mondo.
Ragazzi, abbiamo passato quasi due mesi a Tahiti con due puntate alla vicina Moorea. Un periodo fitto di avvenimenti e scoperte. Dovrei riportare passo passo il diario di bordo o lanciarmi in meticolose descrizioni ma chi legge non ne puo riportare le stesse impressioni, rivivere atmosfere e risentire odori e profumi.
Bisogna esserci stati !
Tanto che anni dopo ci sono ritornato con Andromeda, catamarano piu comodo, quattro cabine doppie ognuna con bagno e doccia e due singole, due motori diesel eccetera eccetera. Per un periodo ancora piu lungo attraverso gli ancoraggi in laguna delle isole della Società.
Et bien. Bisognerebbe ritornarci. Ancora una volta. Si accettano adesioni. Merci.