Nel lontano 1660 venne fondata a Londra
la Royal Society intesa a promuovere lo sviluppo della conoscenza
della natura. Nomi famosi ne hanno fatto parte , come Isaac Newton,
Michael Faraday, Alessandro Volta, Charles Darwin, Albert Einstein,
Stephen Hawking e molti altri.
James Cook, nume carismatico di noi
velisti esploratori, nel 1769 volle attribuire la Royal Society come
nome di una vasto arcipelago di isole inesplorate nel bel mezzo del
Pacifico, durante il suo viaggio con l' Endeavour. Brigantino a Palo.
Tahiti, Moorea, Huahine, Raiatea ,Taa,
BoraBora, Maupiti, Mophelia e via navigando.
Naturalmente nei miei due viaggi non
potevo mancare un doveroso e approfondito pellegrinaggio in questa
parte del mondo, considerata ancora un antico retaggio del perduto
Eden ! Di sicuro il fascino della Polinesia non ha eguali. Vi
tornerei volentieri per la terza volta. A costo di restarci . Secco !
A Tahiti ho gia dedicato un post.
Scarno, necessariamente. Meriterebbe un libro, ma tanti ne sono gia
stati scritti da altri. Invece Moorea...
Moorea è un sogno. Alti picchi di
montagne attorno a baie incantate. Ci arrivammo la prima volta io e
Lia col Samadhi il 19 luglio del 2005. Dal diario :
Ore 11. Costeggiato il reef a nord
di Moorea, entriamo nella baia di Cook e diamo fondo di fronte al
paesino di Pae Pae.
Silenzio. Solo il chicchirichì dei
galli. Folta vegetazione sulle rive. Acqua ferma sulla quale si
specchiano i picchi vulcanici che contornano la baia. Siamo in una
cartolina!
Ore 20. Moorea è un'isola di
artisti. Deve essere l' aria o chissachè , ma molti aspetti e cose
di qui presentano caratteristiche fantasiose. Sarà la calma e la
bellezza dell' isola, il vivere tranquillo senza la fretta di
Papeete, pare che la testa si metta a funzionare in modo diverso,
come nei sogni. A me per esempio è tornata la voglia di intagliare
il legno o scolpire la pietra. Bien. Puo essere . Ma dopo la lista
dei lavori sul Samadhi. Bonne nuit.
Tutto idilliaco dunque ? No. Il 21
scrivevo :
Questa mattina abbiamo avuto l'
amara sorpresa di trovare quattro cagnolini appena nati in una
scatola presso un bidone delle immondizie. Erano ancora vivi e ancora
di piu dopo aver leccato mezzo cartone di latte. Li abbiamo lasciati
all' ombra sul retro del supermarket dopo aver avvertito una signora
cinese che lì lavora. Se domani non ci saranno piu, evitare il
ristorante cinese per qualche tempo.
Tre anni dopo, venduto il Samadhi,
rieccomi con moglie e figli a Moorea ancorati nella baia di Opunhau
su un comodo Catana 42. Andromeda. E di nuovo a scrivere sole,
colori tropicali, il verde luminoso e smeraldino della vegetazione e
le mille gradazioni di blu della laguna.
Dopo Moorea , Huahine. Raggiunta in una
notte sotto un diluvio tra tuoni e fulmini. Ma Huahine merita.
16-3-2008 Oggi raid in kayak
risalendo tre torrenti della costa ovest. Molto suggestivi, pagaiando
sotto le volte ombrose della foresta. Canti liturgici in polinesiano
uscivano da una chiesa in fondo ad un fiordo. Rosetta ( gentile
consorte ) invece visitava un' altra parte dell' isola in autostop
con il resto della troupe ( sette amigos )e finivano inglobati
casualmente in una festa di matrimonio.
18-3 cosa abbiamo combinato
negli ultimi due giorni ? Di tutto un po. Esempio. Oggi ci siamo
fatti un giro allegro a Huahine Iti. La Paola e Stefano in mountain
bike, io e Rosetta in tandem. Interessante la parte est dell' isola,
una specie di Svizzera polinesiana con le villette linde e curate in
mezzo ad una vegetazione lussureggiante.
Poi ci portammo a Raiatea con una
veloce navigazione di tre ore. Il diario di bordo riporta di regola
fatti molto dettagliati, ora per ora. Troppa carne al fuoco. Cito
quindi alcuni punti salienti.
23-3 Pasqua. Ancora canti liturgici
di gran parte della popolazione di Uturoa e paesi limitrofi. Canti
che, seppure con testi diversi, ricordano loro le spiritualità di
quando erano animisti. 150 anni fa. (e cannibali )
Dopo pranzo ci
spostiamo a motore nella baia di Faaroa e becchiamo una boa della
vecchia base Sunsail. Da qui parte la spedizione. Si tratta di
portarsi in fondo alla baia con il gommone e il kayak e risalire il
fiume che si inoltra nell' entroterra con strette anse. Dapprincipio
la suggestione di seguire le rive in silenzio sotto le volte di una
vegetazione esuberante, rende tutti compresi e stupiti di questo
mondo magico! Ma presto, notando qua e la caschi di banane, papaie,
manghi, scatta in Paolo B. il ciccione, il ragionamento della panza (
Paolo è ragioniere ). La cosa è subito contagiosa e tutto l'
equipaggio del gommone passa al saccheggio piu becero ! Per prendere
una banana vengono divelte due piante con caschi interi ! Io dal
kayak non posso fare altro che strillare anatemi e maledizioni. Ma
piu avanti Stefano viene beccato in flagrante da una signora che,
lungi da essere una selvaggia polinesiana si dimostra una vera
Signora. E regala alla masnada vociante ogni ben di dio. Pompelmi
papaie, e frutti vari. Chiede se vogliamo anche banane, dopo
che sicuramente ha assistito allo scempio delle piante divelte sulla
riva di fronte.
Una figura di merda ! E ogni colpa , ogni peccato,
come a Gesù Cristo, ricade sulle spalle del comandante ! Ma
il castigo è gia in agguato. Al momento di tornare il fuoribordo si
inchioda e non vuole saperne di ripartire. Sicuramente una fattura.
Non resta che remare, come i forzati delle galere veneziane.
24-3 Siamo ormeggiati all' inglese
ad una banchina presso il centro religioso degli antichi polinesiani.
Teputapuatea. ! 1010 mb. 80% di umidità. Ormeggio in parte
guadagnato, in quanto prima ci stava una coppia di locali impegnata
a pescare e non gradivano che ci accostassimo.
Per un po siamo
rimasti lì nei pressi all' ancora, poi abbiamo forzato le cose e i
due si sono convinti a pescare dal catamarano, accettando un giro di
caffè corretto rum e biscottini. Rosetta e gli altri si sono potuti
recare così agli antichi marae trovandoli molto interessanti.
Seguirà altra visita domani.
25-3 Oggi è il domani di ieri.
Mattinata in visita al sito archeologico religioso. Una spianata di
marae, piattaforme in pietra lavica, costituenti il basamento sul
quale venivano costruite capanne ( farè ) hangar per proa e
catamarani e are sacrificali per il folto pantheon di antiche
divinità.
Pare ormai accertato che questa località, Teputapuatea,
sia stata la Gerusalemme, la Mecca di tutta la Polinesia , dalle
Hawaai alla Nuova Zelanda ed abbia avuto il suo apogeo verso il 13mo
14mo secolo. Le costruzioni stanno quasi a livello del mare, a forma
circolare e circondate da bianchi arenili. Il tutto punteggiato dal
verde di grandi Ficus, alberi di mangrovie e palme da cocco. Si
respira un' aria di pace e serenità, almeno finchè non ci si
sofferma di fronte a certe immagini e graffiti di cruenti sacrifici
che si trovano lungo il percorso didattico.
Molto vicino a Raiatea c'è l' isola di
Taa dove si coltivano, in mare nacras perlifere ( nere ) e a terra
vaniglia, dall' impollinazione dei fiori, alla stagionatura dei
baccelli
28-3 Oggi partenza soft nella calma
del mattino, a vela, solo fiocco, fino ad ancorare di fronte alle
palafitte dell' hotel antistante Tiva e paesini piu a nord . Fondo su
5 metri di sabbia bianca e barca su 90 cm dove si tocca. Una piscina.
Giretto pomeridiano al motu piu vicino a spaccare cocchi in compagnia
del cane da guardia locale. Poi sulla spiaggia dell' hotel ci hanno
fatto delle storie in quanto l' isoletta viene considerata proprietà
privata e non accettano barboni.
Bien. Il 29-3 altra mattinata di vela a
7- 8 nodi ed entrammo nella pass di Bora Bora. Diceva una ragazza del
posto : Bora Bora è un ' isola per riposarsi. Un' isola per giovani
sposini e pensionati. Infatti è circondata da motu pieni di hotel
a palafitte su lagune cristalline, attività poche, una festa di
canti e balli ogni sabato a Vaitape, insomma un' isola per
vecchietti. E' vero che si vede qualche kite surf sfrecciare verso la
barriera corallina e qualche deficiente su moto d' acqua, ma sono
casi isolati. L' impressione che dà Bora Bora è di una tranquilla
calma geriatrica. Così questa mattina ci siamo dati da fare per
aggiustare la luce di fonda in testa d' albero. Si, riparazioni
di vario genere sono una costante su una barca in giro per il mondo, come qualche giorno prima , il 3 del 4, aprile. Riparazione del
kayak con toppe di vetroresina perchè era rimasto schiacciato sotto
il peso di quel ciccione di Paolo B.
Nel pomeriggio ci spostiamo a
motore a sud-ovest dell' atollo di fronte ad un motu a forma di
mezzaluna con candide spiagge su un fondale di un metro e mezzo .
Lungo le spiagge , solo casette private, in parte abitate e con tanto di automobile nel cortile. Ma dove vanno in auto su un motu lungo due km ? La solita sindrome degli isolani che vogliono atteggiarsi a continentali !?
Lungo le spiagge , solo casette private, in parte abitate e con tanto di automobile nel cortile. Ma dove vanno in auto su un motu lungo due km ? La solita sindrome degli isolani che vogliono atteggiarsi a continentali !?
Poi ci siamo rispostati di due miglia ad est di
Punta Merida ormeggiando sotto un piovasco ad una boa di chissachì.
Con Angelo, amatore radiofilo di Velletri, è seguito un giro dell'
isola in bici. 32 km. Piu altri dieci per cercare monsieur Asdin
guida alpina di Bora Bora per salirne la cima piu alta.
Ripartimmo da Bora Bora alle sette
dell' undici aprile, molto riposati. Rotta su Maupiti ma...
Impossibile entrare. Onda grossa da
sud che frange sulla pass . Ci tocca proseguire. Mancano 688 miglia
a Suwarov. Cominciano i turni di guardia. Autopilota in azione
scodinzolando di 20 gradi.
Navigando, navigando alla fine del
giorno seguente alle 17 eravamo davanti alla pass di Mophelia. La
pass piu difficile del Pacifico. Corrente forte in uscita da 4 a 9
nodi a seconda delle maree. Praticamente una grande padella che fa
acqua da tutti i bordi con un solo beccuccio di sfiato.
Pass lunga e stretta con fondale
nero e non visibile causa tarda luce radente del tramonto. Decine di
delfini ci nuotano attorno facendo cena col pesce che esce dalla pass
e altre decine di gabbiani vi sfrecciano sopra vociando.
13-4 una
notte alla deriva a secco di vele . Bene fino alle 02 poi raffiche e
piovaschi. Siamo scaduti a sud dell' isola ad un nodo e mezzo all'
ora, recuperando poi alle prime luci, di bolina con solo fiocco.
Quindi alle 8,30 sono partito in gommone con Paolo a marcare la pass
col GPS. Corrente forte da 4 a 6 nodi. Il gommone è passato a
fatica entrando lateralmente alle rapide in uscita, violente come sul
Colorado River ! Quasi quasi metto in acqua il kayak e vado a farmi i
traversi sui riccioli ! Se non fosse che ora piove e altre raffiche
ci allontanano dall' isola.
Ore 11. cambio della marea. FATTA LA
PASS! Da brivido. Adrenalina pura ! I motori al massimo,
smanettando in continuazione sui timoni tra i paletti piantati nel
corallo sui bordi del canale , in un minestrone di vortici, entriamo
nell' atollo di Mophelia !
Ed è subito incanto !
Mophelia è un' isola selvaggia,
praticamente disabitata a parte due famiglie di polinesiani autentici
e perfettamente integrati nel loro ambiente. Càmpano di cocchi,
pesce , uova di gabbiani e di galline; hanno anche una squadra di
maialini e quindi a noi ci guardano con occhio benevolo e non
gastronomico come i missionari della prima ora.
Ogni tot mesi passa
un barcotto di 20 metri che li rifornisce di gasolio, benzina e altre
cose. Se pure vivono in una capanna di lamiera ondulata hanno la TV
,il paraboloide e alcuni elettrodomestici alimentati da pannelli
solari e un gruppo elettrogeno. Ci consentono gentilmente di
raccogliere cocchi in fondo alla punta dell' isola dove si gode di un
panorama incantevole e struggente davanti ad una laguna di acqua
bassa dove piccoli squaletti ci nuotano attorno ai piedi.
Seguirono poi giornate di pesca con ami
e fiocine. Occhio agli squali grossi. Appena fiocinato il pesce
salire sul gommone e cambiare posto di un centinaio di metri. Scambio
di pesci con l' isolano e inviti a pranzo nel suo farè assaggiando i
suoi grossi granchi del cocco.
Ah, che tempi ragazzi !
Eravamo giovani e scoppiettanti !