domenica 10 gennaio 2016

SALOMONE

. - Gatto ! Gatto ! – esclamò all’ improvviso il cacciatore ! –
E tese il braccio indicando un gattino sul tornante del vialetto che stava annusando alcuni piattini lasciati dalle gattare di Barcellona tra i cespugli.
Salomone, giovane labrador maschio di circa un anno, dal pelo color whiskey, subito drizzò le orecchie, puntò il muso in quella direzione e partì come una freccia !
Il gatto si infilò tra felci e bassi cespugli con rapidi scatti a zig zag per far perdere le tracce ma Salomone ne sentiva l’ odore e non mollava.
Il cacciatore poteva seguirlo dal tramestìo che si sentiva nel sottobosco e dall’ ondeggiare dei cespugli mossi dal cane nella sua concitata ricerca. Poi silenzio..
Salomone cominciò ad abbaiare. Lui lo raggiunse, ricoprendosi di spine, alla base di un albero. Il cane puntava il muso in su verso una biforcazione di rami dove il gatto, la schiena inarcata e il pelo dritto, soffiava spaventato.
Allora il cacciatore si arrampicò a sua volta. Il gatto si portò su una biforcazione piu in alto. E lui dietro. Poi il gatto si spostò su un ramo laterale ma qui, vedendosi perso mentre il nemico continuava ad avanzare, spiccò un salto nel vuoto a zampe larghe come uno scoiattolo volante e dopo un volo di sette metri, via di nuovo tra le felci con il cane freneticamente dietro !
Fino all’ albero successivo.
La sera, tornati in barca , Salomone gli si accocolò vicino, appoggiò il testone sulle sue gambe e gli lanciò uno sguardo di eterno amore.
La barca, un monoscafo di 13 metri, ed il cane erano dell’ amico Marco, conosciuto per caso nel porto di Canet e Roussillon in Francia, quando stava svernando con un catamarano Crowther 39 insieme a Claudio Lia e Walter nell’ anno 2003.
Marco doveva assentarsi per un mesetto e gli chiese se poteva tenergli Salomone traslocando nella sua barca che stava al Real Club Maritimo di Barcellona.
 Ok. Solidarietà marinara.
Ma tenere un cane in barca è un impegno non indifferente. Doveva portarlo fuori quattro o cinque volte al giorno, dal mattino presto alla sera tardi col buio. Salomone era giovane e esuberante, il mondo era ancora tutto da scoprire, tirava il guizaglio come un cane da slitta e lo faceva correre fino a spolmonarsi.
Lo abituò subito a girare libero ma tornando veloce ai suoi richiami.
 In breve, giravano nel traffico di Barcellona liberi e giocondi alla faccia dei regolamenti. Salomone aveva afferrato subito il concetto : ai semafori si fermava come tutti gli altri passanti, aspettava il verde e attraversava sulle zebre. Poi poteva seguire a piacimento gli odori lungo i marciapiedi e marcare qua e la il suo territorio.
Quasi ogni giorno lo portava sulla collina del Montjuic a caccia di gatti per fargli smaltire un po di energie e lui gliene era immensamente grato.
 Sulla collina c’ erano delle fontane e vasche di acqua piuttosto profonda, ma Salomone, da bravo labrador ci si tuffava spensieratamente dentro tanto che poi non riusciva a uscirne a causa dei bordi troppo alti. Lui lo doveva salvare ogni volta tirandolo per il collare.
 La caccia ai gatti per il giovane cane era un bel gioco e quando riusciva a bloccarne uno tra le zampe non lo mordeva, ma come fanno i gatti coi topi, lo lasciava per poi riprenderlo. Si divertiva un mondo.
Certamente tutto questo per i gatti era un brutto trauma, ma così si ripristinavano i ruoli immutabili della Natura. Cani e gatti. Lupi e felini.
Da sempre, come predatori si sono contesi le risorse alimentari dei territori nei quali convivevano .
 Anche gli umani guarda caso predatori per eccellenza, ancora oggi si contendono le risorse energetiche del sottosuolo e del resto del pianeta sgozzandosi e bombardandosi vicendevolmente e allegramente.
Salomone coi gatti ci giocava. Un giorno ne adocchiò uno seduto su un muretto del Forte in cima alla collina. Come al solito partì al galoppo ma ad un metro dal muretto si fermò di colpo, sconcertato ! 
Il gatto era un grosso maschio guercio da un occhio e con un’ orecchio sbrindellato.
 Non mosse un pelo. Lanciò al cane dall’unico occhio sano un’occhiata di sommo disprezzo e quando Salomone cominciò ad abbaiare , come dire “ allora muoviti, corri che giochiamo “, gli girò la schiena e se ne andò lungo il muretto per i fatti suoi.
Infine Marco tornò alla sua barca.
Navigando lungo il sud della Spagna si ritrovarono tempo dopo dalle parti di Ibiza alle Baleari.
Salomone al cacciatore fece grandi feste.
 Marco invece gli disse che gli aveva rovinato il cane: andava a nascondersi quando vedeva spuntare il guinzaglio e ogni volta che scorgeva un gatto partiva a razzo con strattoni così violenti che Marco una volta era finito lungo disteso sull asfalto della strada.
  Povera bestia !