martedì 28 giugno 2011

NEWS

E' un po di tempo che non compare piu niente , eh ?
Ma le navigazioni tra queste isole sono proseguite ugualmente.
Con Elena, navigatrice oceanica dalla Nuova Caledonia in poi, per la terza volta su Andromeda.
Scrive meglio di me, quindi le news le trovate per il momento su "Acquatica Vagabonda"
Ciao belli.

venerdì 10 giugno 2011

CONSIDERAZIONI

9 - 5
Mediterraneo ritrovato. M' ero quasi scordato di com' era fatto. E' proprio blu, soleggiato, acque chiare.
Almeno qui nell' Egeo.
Dopo dieci anni di oceani, da prendere sempre con oculato impegno, qui tutto e' piu facile, gradevole. Le maree soni irrilevanti, le correnti non danno pensiero, i percorsi sono brevi, giornalieri da un' isola all' altra. Niente piu notti in dinette con un occhio solo. Porti e rade dappertutto.
C' e' il Meltemi, quando arrivera'. Lo conosco.
E qualche sfuriata tipica mediterranea che ti fa rendere conto che il mare, dovunque, e' sempre da prendere con rispetto.
Per dirne una : dove ho trovato le onde piu cattive negli ultimi dieci anni ? Nella rotta Sardegna - Spagna.
Era il settembre 2006. Eravamo partiti io e Renzo da Stintino puntando Minorca alle Baleari dove mi aspettava mio fratello Carlo.
Le previsioni meteo erano buone. A fine giornata, a 25 M da Minorca gia stavo in collegamento telefonico quando si e' alzato uno Scirocco via via sempre piu furioso !
E le onde, appunto, in breve si sono alzate a dismisura; gli spruzzi passavano sopra la tuga. Non c' e' stato niente da fare ! Issato un fiocchetto da tempesta siamo stati spinti tutta la notte e il giorno successivo per 180 miglia fino a Barcellona !
Ma non tutti i mali... etc. A Barcellona c' erano grandi feste sulla Rambla e ci siamo trovati benissimo. Andromeda al sicuro al Real Club Maritimo, dove gia avevo fatto scalo per un mese ai tempi del Samadhi e della Lia.
Benebene. Intanto qui a Kos tra tutti questi andirivieni di caicchi carichi di turisti, le musiche, le spiagge, la gente allegra, mi sembra di essere un pensionato in vacanza.
Cosi' per non godermela troppo vedo di smaltire qualcuno dei miliardi di lavoretti della galassia Andromeda.
Ogni sera al tramonto arriva in bicicletta Emilio. Si siede sulla panca qui di fronte e lancia manciate di granoturco tritato ai colombi. Sono una ventina, sempre quelli, ormai li conosco anch' io uno per uno. Arrivano al volo dalle mura del Forte dove vivono prima ancora che Emilio scenda dalla bici. Sicuramente stanno di vedetta tutti assieme o ne mettono uno tirato a sorte.


Emilio e' greco, nato a Kos nel 1912. Ha 98 anni. 99 entro quest' anno ! (ragazzi, venite a vivere a Kos che si campa a lungo)
Parla italiano ed e' un libro di Storia vivente. Racconta di quando a Kos c' erano diverse famiglie di italiani, rimasti per un periodo di 30 anni. Dice che e' stato il periodo migliore per la sua isola. C' era lavoro per tutti; sono state fatte strade , ponti, bonifiche e la produzione agricola era merce da esportazione.
Dopo il '45 tutto si e' fermato. Le famiglie italiane sono tornate in Italia e nonostante la Grecia avesse raggiunto la sua autonomia, niente piu e' stato fatto.
Ora si vive di turismo. Le campagne abbandonate.
Dice - Se per un anno si ferma il turismo moriamo tutti di fame ! Compresi i colombi ! -
E' passato attraverso due guerre mondiali e partecipato nella seconda alla battaglia di El Alamein. Spedito poi in Spagna , Francia, Italia, Russia.
Dopo il proclama di Badoglio dell' 8 settembre qui sull' isola i tedeschi ammazzavano e deportavano.
- Brutta la guerra - ricorda - Aiutavamo gli italiani a scappare in Turchia. Li portavamo di notte a remi a Bodrum, l' antica Alicarnasso, uscendo dal porto quando non c' era la luna, in silenzio, immergendo i remi piano piano, che non si sentisse lo sciaquio.-
- Nel '33 c' e' stato un tremendo terremoto. Morti e feriti a centinaia ! Quello che non e' crollato in seguito alle scosse e' stato spazzato via poi dall' onda di tsunami. -
- Avevo 20 anni - continua - ero in casa quando la terra ha cominciato a tremare. La porta non si apriva. Perche' hai chiuso a chiave ? grido a quello che stava di la. non l' ho chiusa . Si e' incastrata ! A quei tempi ero grande e grosso. Sollevavo da terra 300 chili ! L' ho buttata giu con una spallata e via di corsa ! -
Emilio. L' indistruttibile.

mercoledì 1 giugno 2011

KOS - KOS

31 - 5

Isole Greche a un tiro di cannone dalla costa Turca.
Nel '95 veleggiavamo in queste acque su un catamarano noleggiato a Marmaris. Era un periodo di tensioni tra Grecia e Turchia e le navi militari delle due fazioni incrociavano giorno e notte al limite delle acque territoriali. Per noi era tutto un cambiare bandierine di cortesia.
Oggi le cose paiono appianate.
Pserimos. A sette miglia da Kos e poche altre da Bodrum.
Ancorato nelle baia di Vathi, costa est.
Visita ad allevamenti ittici. Questi sono costituiti da grandi cerchi galleggianti del diametro di 10 - 15 m che sorreggono un saccone di fitta maglia che sta immerso per una ventina di metri. All' interno vivono e crescono sciami di pesci argentei . Di che tipo ? Orate ? Spigole ? Faremo ricerche. Anche sui capitali investiti, sulla resa del tutto e in quali tempi. (ma che curiosi !)
Il progetto sembra buono. Probabilmente una fetta del finanziamento arriva dalla Comunita' Europea.
Ma perche la Grecia sta in grave crisi economica e si parla sempre piu sulla disgrazia che esca dal euro ?
Dico disgrazia perche potrebbe poi seguire il Portogallo, la Spagna e a ruota l' Italia. Effetto Longarone.
Incrociamo le dita e stiamo allegri.
Spostiamoci a Kalimnos, l' isola dei pescatori di spugne.
Puntiamo dapprima nel sud ad uno scoglio di nome Nera.
Ale lo vede bene come posto ideale per pescare, io lo vedo male come ancoraggio.
Sul lato est si apre una insenatura. Una micro spiaggetta in fondo. Due banchine di cemento ai lati. Un sentiero sale verso una chiesetta. Silenzio.
Ci affianchiamo alla banchina di sinistra...No. Grossi massi prominenti toccano lo scafo.
Diamo ancora per avvicinarci di poppa. Il vento gira e ci spinge contro i massi.
Bisognerebbe tesare una cima sulla banchina opposta e tenere la barca a centro rada. Ma in quel mentre arriva un caicco di turisti che, largo com' e' e con grossi palloni riesce ad affiancarsi alla banchina. Subito dopo ne arriva un' altro.
Salpiamo l' ancora e ce ne andiamo. A Vlikathia Cove, due miglia a nord-est.
Una specie di fiordo, molto invitante, protetto, due spiagge, un contorno di casette per turisti ancora chiuse, un bar , una taverna.
- Hic manebimus optime ! - come disse Quinto Fabio Massimo "Cunctator", il temporeggiatore, mentre teneva sotto scacco Annibale ma senza mai impegnarsi in una battaglia definitiva.

 Fu destituito.
Quindi noi resteremo qui solo fino a domani.
Visitiamo un piccolo museo sulla raccolta delle spugne, pericolosa e redditizia attivita fino a qualche decina di anni fa.
Il custode e' anche l' ultimo "spugnaro" dell' isola e non manca di illustrarci le procedure di lavaggio delle spugne oltre a tutti i suoi diplomi e riconoscimenti.


Cielo sereno. Aria immobile. A Vlikathia il tempo e' sospeso. Se guardi l' orologio vedi che le ore trascorrono ma il sole sembra sempre fisso alla stessa altezza.
Una magia. C' era riuscito solo il biblico Giosue'. Lo teneva fermo a braccia alzate per vincere una battaglia contro i palestinesi di allora, prima che facesse buio.
Prima del buio, ritorna finalmente Alessandro da una delle sue cacce subacquee. Due bei pesciotti, il cui destino finale era essere mangiati. Loro stessi ne hanno mangiati altri per vivere e crescere.
Chi mangera' gli umani per vivere e crescere ? I vermi.
A meno che non si facciano cremare, gli umani. Che spreco. Non c' e' riciclo. Almeno spargere le ceneri sui campi, un po di potassio per la vegetazione.
Il giorno dopo. Ci spostiamo nel porto di Pothia, capoluogo di Kalimnos.
- Siamo tornati nella civilta'- dice Ale.
In effetti stando in banchina abbiamo a pochi metri il traffico sostenuto della strada che contorna il porto e un serrato viavai di gente tra negozi e ristoranti. Pero nel complesso Pothia si presenta bene: una cittadina di basse case che si allungano in una piana racchiusa tra due colline di roccia calcarea, sormontate dall' immancabile monastero.
Piu oltre spiccano vette ancora piu alte. Sembra di stare in Dolomiti.
Andiamo a vedere. In motorino.
Comincia a piovere, cielo nero , la giornata butta male.
Ma io vado lo stesso. Da solo, con l' impermeabile, il casco e i sandali con i calzini, come un tedesco bavarese.


Scopro cosi che Kalimnos e' un santuario di arrampicata: centinaia di vie su tutta la costa ovest, tutti monotiri spittati da chi sa chi, e di tutte le difficolta'.
La roccia e' ottima, prese sicure, clessidre e microappigli per tutti i gusti. Ho provato.
Nonostante la pioggia diversi klimbers sono impegnati un po dappertutto e per l' occasione scelgono le vie asciutte sotto i tetti. 
C'è un giovinetto che arrampica con una gamba di legno. Fanatismo arrampicarorio!
Cavolo, con Paolo Cavagnetto, guida alpina di Biella,  qui avremmo fatto affari !
Ma e' morto.
 Caduto con due clienti dall' Aguille Noire in fase di calata in doppia. Dicono che ha ceduto una sosta. Peccato.
Con lui avevamo in progetto di portare la gente ad arrampicare vivendo in barca, come avevo gia fatto alle Calanques con i colleghi di lavoro.
Un progetto scaturito durante una settimana di scialpinismo tra i fiordi della Norvegia, zona Lofoten - Svartissen, vivendo appunto su un monoscafo di 14 m. 
Pace
Per qualche giorno quest' isola ci tiene avvinti a se' ma si avvicina per Ale il tempo di riprendere l' aereo da Kos x Rodi.
Ci riportiamo a Pserimos, questa volta a ovest nel porticciolo del paese.
Anche qui tutto bello, tutto carino, ma pochi turisti, le case con le persiane sprangate, i ristorantini con l' omino che ti aspetta e ti tira quasi per le maniche (corte).
Il momento clou per loro e' quando attraccano a meta giornata i caicchi provenienti da Kos. Ma le orde di turisti che sciamano per l' abitato si limitano a qualche bevuta e qualche ricordino.
In barca da loro friggono gia fior di grigliate. Tutto compreso.

Qui Kos. Alessandro e' partito ieri.
Mo' mi invento qualcosa...