Come si sta alle Antille nella stagione degli uragani ?
Bene. L’ Aliseo cala mediamente sui 15 nodi. Si veleggia
soft tra un’ isola e l’altra, l’aria è più calda e più umida tanto da provocare
un piacevole stato di abbiocco continuo.
Ma quando arriva un Uragano sono cazzamar…ops, volatili
per diabetici !
Nell’ agosto del 2004 il Samadhi stava in rada a S.
George’s nell’ isola di Grenada con Marco e io abbioccati sopra. Marco spingeva
per andare a vedere le cascate, io invece, già da troppo tempo in quest' isola
spingevo per salpare verso le Testigos. Anche perché dall’altra parte
dell’Atlantico verso l’arcipelago di Capo Verde si stava formando un uragano
troppo vicino all’equatore.
Uragano denominato Ivan.
Uragano denominato Ivan.
Salpammo per Testigos. Isolette tropicali, semideserte,
una bella spiaggia di sabbia fina e un cartello che indicava “ Bar Ristorante Erotica”.
Ivan intanto cresceva. Ci portammo allora più a ovest a Porlamar nell’ isla Margherita e qui ritrovammo diversi amigos velisti che seguivano la stessa rotta.
Ivan aumentava di potenza e rimaneva ancora troppo a sud.
Ivan intanto cresceva. Ci portammo allora più a ovest a Porlamar nell’ isla Margherita e qui ritrovammo diversi amigos velisti che seguivano la stessa rotta.
Ivan aumentava di potenza e rimaneva ancora troppo a sud.
Ci portammo ancora più a ovest a Playa Caldera nell’
isla Tortuga ancorando di sera al buio su 3,6 metri sulla scia luminosa di un
grosso monoscafo a cinque ordini di crocette talmente fornite di lampadine da
sembrare un albero di Natale.
Il giorno seguente scrivevo sul diario : in kayak tra le
barche. Due francesi confermano che Ivan avanza rimanendo a sud in modo
preoccupante. Radio Venezuela dice 8 gradi e 50 primi a nord dell’
equatore. Stato di preallarme per la costa orientale. Bomberos all’ erta !
Ci portammo a Cajo Herradura a ovest, in fondo
all’isola. Ivan ormai era passato a classe cinque, il massimo e stava investendo
Grenada. Scrivevo il 7-9 alle quattro di
mattina : si salpa per Marina di Carenero sulla costa venezuelana con l’
augurio di arrivare in tempo !
Qui giunti a fine giornata riprendevo ascrivere : ore
19,30. Pessime notizie. Ivan il Terribile è passato su Grenada. Disastri nella baia di S. George’s. Un catamarano di
45 piedi scodellato e capovolto come una tortilla ! Barche ammucchiate in secca
! Giuseppe Sili di Red Angelina, barca in ferro di 14 metri, scaraventata sulla
strada di fronte al supermarket Foodland, dopo che 60 metri di catena si sono
sgranati con violenza dal barbotin ! Persa l’ ancora. Perso il fuoribordo.
Perso il morale. Nessuna notizia di Paolo Nomade, Renato, Gino. Noi qui
incrociamo le dita e ci trastulliamo nelle parti basse secondo noti rituali
scaramantici !
Mi raccontava poi Giuseppe di essere rimasto nove giorni
a difendere col machete la sua barca dagli assalti della popolazione che andava
a depredare il Foodland. Popolazione uscita di senno, data la situazione
apocalittica dove il 90 % delle abitazioni erano state rase al suolo e tutti si
aggiravano allucinati in cerca di alimenti ma soprattutto di acqua potabile.
Alla fine c’è voluto l’esercito, venuto da fuori, per riportare un po di ordine
piazzando addirittura nidi di mitragliatrice e imponendo il coprifuoco !
Notare una cosa : supponendo che Ivan, come tutti i suoi
fratelli uragani sarebbe salito a nord, tante barche dalla Martinica e isole
vicine furono portate al sicuro a Grenada.
Bueno. Nel cantiere di Prikley Bay tutti i monoscafi sugli invasi furono scaraventati con effetto domino uno sull’ altro ! Un groviglio di vetroresina e alberi divelti.
Bueno. Nel cantiere di Prikley Bay tutti i monoscafi sugli invasi furono scaraventati con effetto domino uno sull’ altro ! Un groviglio di vetroresina e alberi divelti.
Da noi al Carenero il cielo divenne nero come la pece e
scaricò mezzo oceano di acqua mista a grandine. Facemmo finalmente il pieno del
serbatoio e tutti i bucati del caso. Due giorni dopo, tutto tranquillo. Il
mare, un olio.
Salpammo per le isole Los Roques. Qui ci raccontarono che Ivan
era passato 60 miglia a nord. Che il cielo era nero come l’ inchiostro solcato da
fulmini e saette nel frastuono parossistico di un vento impossibile ! Le noci
di cocco volavano in orizzontale ! Fuori dalla barriera corallina correvano
velocissime alla luce dei lampi onde gigantesche ! Parte delle barche si sono
salvate cacciandosi tra le mangrovie, allacciate con ragnatele di cime a creare
un sistema elastico per contrastare la furia delle raffiche. Lungo le coste
delle isole dell’ arcipelago il mare sconvolto aveva ammucchiato folte siepi di
rami corallini.
Poi Ivan risalì verso la Jamaica producendo enormi danni
pure lì e si spense infine nel Golfo del Messico mentre tutte le popolazioni
sulle coste si aspettavano il peggio. Come sappiamo il peggio arrivò tempo dopo
con l’ uragano Katrina.
Ivan & Katrina. Bella coppia |