venerdì 3 settembre 2010

BALI

Vi racconto di BALI. Isola di grossi contrasti, come esci dal Marina e dirigi verso Kuta o Denpasar, due dei centri maggiori, ti ritrovi nel flusso senza scampo di un traffico caotico, smog alle stelle, tra centinaia di moto, auto, furgoni che ti sorpassano a destra a sinistra, sui marciapiedi, senza regole. Sembra di stare in un film di fantascienza visto anni fa - i Sopravissuti, si chiamava, con Charlton Heston - atmosfere da Blade Runner. La cosa straordinaria e' che in un tale caos non si vedono incidenti di sorta, le auto perlopiu sono integre e senza ammaccature. Ognuno guida il proprio mezzo con la stessa espressione assorta e apatica del vicino, non si sentono grida, recriminazioni, solo qualche colpetto di clacson ogni tanto. Sara' per il caldo micidiale, non vale la pena scaldarsi ulteriormente per un sorpasso pericoloso o una frenata brusca. Poi si arriva in centro, tra un ingorgo e l' altro. Non si vedono isole pedonali ma dappertutto ai lati delle vie e'un brulichió di microattivita' di ogni genere: bancarelle, mercatini,baretti, ristoranti alla buona da un tavolo o due. Spuntano pero qua e la anche locali piu scic con tanto di aria condizionata lindi e lustri che sembra di nuovo Australia. Per fare quattro passi fuori dal traffico rimane la spiaggia. Rinomata quella di Kuta a sud dell' isola centro e raduno di surfisti e non; si noleggia una tavola per 3 euro e ci si butta sulle prime onde che qui arrivano morbide al rallentatore e tanto il fondo e' di sabbia. Ogni sera Kuta esplode in fase parossistica: discoteche a tutto volume, luminarie, il traffico invece di scemare aumenta senza rimedio, inbonitori ad ogni angolo e volantini di massaggi proposti ogni tre metri. Ma e' cosi scassata questa gente che ha bisogno di tutti questi massaggi? E cosa succedera' mai poi dietro le tende in fondo alla stanza? Bali per le sue dimensioni e' un' isola sovrapopolata. Conta quattro milioni di abitanti e sicuramente circolano quattro milioni di veicoli perlopiu moto, naturalmente giapponesi, che sfrecciano a ondate compatte ( 600 x metroquadro) tra un semaforo e l' altro. Tra le diverse isole dell' Indonesia Bali conserva peculiarita' proprie che non si riscontrano altrove. Per esempio le danze balinesi come la danza Barong, Legong,Kamek etc. Piu che danze sono rappresentazioni di antichi miti del Pantheon Indu. Direi , con i dovuti distinguo, il corrispettivo delle nostre opere teatrali. L e coreografie, i costumi e le maschere sono un profluvio di colori, dorature, lustrini. Il tutto accompagnato da incessanti musiche e suoni di cimbali, flauti, gong e xilofoni. Interessante la danza Legong  eseguita da due graziose danzatrici che si muovono insieme molto sinuosamente, una di fianco all' altra in modo speculare, con movenze accuratamente controllate, roteando spesso gli occhi e con giochi di mani e dita che sembra vogliano dire chissa' cosa.
La mitologia Indu e' quanto mai varia e articolata. Presente in ogni luogo sotto forma di altarini dove non mancano mai offerte composte da bastoncini di incenso, caramelle, fiori, a volte monetine. Tutto questo per ingraziarsi la buona sorte, almeno per la giornata in corso. E chi si dimentica dell' offerta quotidiana? Sicuramente vive male in uno stato di fastidiosa tensione aspettandosi il peggio in ogni momento della sua vita precaria. Gli altarini piu grandi riportano dipinte scene di personaggi come Visnu, Krisna etc. come i vasi greci riportavano scene di vita dell' Olimpo. Ogni casa che se lo puo permettere ha un altarino o piu nel proprio cortile e ogni famiglia fa capo a uno dei diversi grandi templi costruiti secoli fa in vari punti dell' isola. I templi. Sono luoghi di pace, oasi di silenzio in mezzo al casino generale, con fontane, laghetti, prati verdi di erbetta rasata all' inglese. Vi si accede attraverso enigmatici portali che devono avere un significato importante. Immagina una costruzione di una certa altezza in pietra lavorata e scolpita con scene di personaggi in bassorilievo e statuette incastonate nelle nicchie. Il tutto di forma triangolare con il vertice in alto. Immagina ora che da tale vertice una grande spada pratichi un taglio netto in verticale verso il centro della base e separi quindi le due parti di un paio di metri. Ecco, questo e' l' ingresso tipico di tutti i templi e anche l'accesso a strade o proprieta' private. Viaggiando all' interno dell' isola il paesaggio si fa quanto mai dolce e accattivante. Tra un paesino e l' altro si attraversano lunghi tratti di lussureggiante foresta tropicale, coltivazioni a terrazze di riso, bananeti, palme da cocco e tutta una varieta di piante e frutti a noi sconosciuti. oltre i mille metri si passa nel regno delle fragole e dei laghi. La montagna piu alta di Bali e' un vulcano di 3000 metri. Munirsi di scarponi, giacca e maglione. Magari anche qualcosina per una offerta a Visnu. Ma la marea montante islamica avanza anche qui. Gia' l' Indonesia e' uno stato a maggioranza islamica e sebbene a Bali indu e mussulmani convivano da una cinquantina di anni, gli adepti del Profeta non riescono a sopportare un tale bordello e in pieno centro a Kuta compare una lapide che riporta i nomi delle vittime di un grave attentato, a matrice islamica, in una discoteca. Anche a Bali per cinque volte al giorno si sente il muezzin che invita i fedeli alla preghiera, perfino nei supermarket, e sempre piu nei centri di potere vengono assunte persone fedeli al Corano. Quindi un Nuovo Ordine avanza, l' ordine intransigente e coercitivo di Allah !
Diceva De Andre " Gli uomini della sabbia hanno profili di assassini, richiusi nei silenzi di una prigione senza confini "
 Sic transit gloria mundi.

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