domenica 1 aprile 2012

MY SELF

20-3
Via da Mandraki Sailing Club con Andre' , vicino di barca ammiratore dei Catana.

5 M fino a Benitses. Ormeggio di fortuna ad una piattaforma galleggiante di legno.
Spiaggia e bagnetto in mare.
21-3
15 M verso Igumenizza. Motore. Sereno. In banchina con la fiancata destra ad un pelo dalle cozze taglienti.
Passeggiata nella city e cena di commiato. Elena torna in Italia. :-(

25-3
Cinque giorni a Igumenizza dietro a un rimorchiatore ormeggiato alla stessa banchina.
 Dopo cinque giorni devo puzzare come il pesce perche un tale del rimorchiatore viene a chiedermi quanto resto e quando me ne vado.
 Ok. Del resto questi greci sono poco comunicativi, come i francesi. Tirano dritto, pare che niente li interessi, vivono delle loro vecchie glorie passate. Infatti dappertutto locali, hotel, negozietti riportano nomi di 2000 e piu anni fa: Andromaca, Elena, Minos etc.
Quindi cambio aria. 15 M e mi sposto a Sajada sulla costa a nord di Igumenizza.
Minuscolo paesino a ridosso del confine albanese, un porto dall' entrata a filo degli scafi di Andromeda. All' interno un solitario monoscafo a vela oltre alle solita barche da pesca.
Sul fronte, una fila di ben cinque ristorantini che gia si stanno affollando di greci.
 E' domenica. C' e' la crisi ? Mangiamo finche' ce n' e' !
Penso che ci andro' pure io, se non altro per compensare il freddo e la faticaccia di poco fa: e' successo che in piena rotta traghetti l' elica del motore di destra ha incontrato un grosso telo di nylon semisommerso.
 Soluzione, muta da 3 mm e giu in acqua col coltello a tagliare le varie filacce avvolte alle pale. Che palle !
31-3
Passato anche marzo. Riparto e torno a Corfu.
Pure qui a Sajada mi pare di stare al confino per chissa' quali colpe.
Il paese e' piccolo e la gente mormora. Chi sara', cosa vuole quel piccolo italofrancese tutto solo su quella barca doppia cosi' grande ?
Appena arrivato un tale dell' autorita portuale e' venuto a interrogarmi da dove venivo e quanto intendevo rimanere.
- One week- ho sparato.
A stento si e' trattenuto dal dirmi, no possible, e per una settimana ha sequestrato i miei documenti in ufficio.
Nel tran tran quotidiano sempre uguale di questo abitato di pescatori mi sento un elemento estraneo.
Una mosca nel piatto. Kalimera, jasas, kalispera. Contatti zero.
Ma ecco che, esagerando, anche dal letame spuntano i fiori.
Un giorno arriva un giovanotto con la sua barca da pesca e mi si affianca in banchina. lo aiuto con le cime. E' un tipo sveglio dall' occhio vivo. Mi guarda la barca, chiede di questo e di quello e segue una bella chiacchierata tra due che non sanno l' inglese, tipo io Tarzan, tu Jane.

Finisce che mi fa un caffe greco e io uno italiano con la moka, girando il mondo attraverso le foto del computer.
Un altro giorno ricapita in porto e viene a mangiare le sue cose in pozzetto da me perche si sta piu comodi.
 Mi porta pure i pasticcini e anche lui corregge il caffe' col rum.
Si chiama Dioniso. 34 anni, una moglie e tre figlia Corfu, l' ultimo di 4 mesi. Ora ha comperato la televisione.
Provo a spiegargli che:
Non c'e' due senza tre
ed il quarto vien da se'.
Mi guarda storto.
L' altra barca a vela che staziona in porto si chiama Amede. Un Janneau 29 di un certo Antonio, greco che e' vissuto per 15 anni a Zurigo. Parliamo tedesco.
Vive a Corfu con la moglie svizzera e fa di frequente la spola con Sajada per faccende sue.
Mi consiglia, se vado a Kerkyra, di mettermi all' ancora nella grande baia a SW del vecchio Forte. Ma il barometro e' in caduta e il meteo promette forti venti da sud per i prossimi giorni.
Cosi, dopo una bella veleggiata, rieccomi ormeggiato al Mandraki Sailclub in attesa che il vento si riporti a nord. Mandraki costa una cifra.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ciao, a presto!