venerdì 3 maggio 2013

CABO VERDE


Mi chiedono spesso: ..ma in questi 12 anni in giro per il mondo quale e' stato il posto piu bello, quello che ti e' piaciuto di piu ?
E' una domanda che mi fa cadere le braccia.
 Non si gira il mondo su un mezzo antico e lento come una barca a vela solo per andare in posti da cartolina. Per questo basta un volo aereo, che costa anche meno, verso Bora Bora, Bahamas, Maldive dove ti ficcano in un resort o villaggio turistico tutto compreso e ti puliscono anche il culetto.
La barca a vela consente invece esplorazioni capillari del mondo di questa epoca, che e' gia diverso da quello di 15 anni fa, vedi resoconti di altri navigatori, e sara' ancora piu diverso tra altri 15 anni.
Nel 2003 scendevamo con il Samadhi dalle Canarie verso le isole di Capo Verde.
A bordo avevamo due colombi di nome Rob&Angy. Tubando tra di loro lui le diceva -  vedrai a Capo Verde; la vegetazione tropicale, la brezza dell' Aliseo, i frutti succosi ed esotici a portata di mano, l' allegria della gente..-  Io stavo zitto.
Approdammo a Palmeira, capoluogo dell' isola di Sal, l' isola del sale.
Niente verde. Quattro acacie e palme rinsecchite su un suolo rosso arido e sabbioso in gran perte proveniente dal Sahara.
Scendiamo col battellino e alcune tanichette per fare acqua e un nugolo di poveracci locali molto abbronzati si spintonano tra di loro offrendosi di portarci le tanichette in cambio di qualche monetina. Ne diamo una a testa a quattro di loro e andiamo all' unica fontana pubblica del paese.
Qui staziona una fila interminabile di donne , ragazzini e bambini ognuno munito di secchi pentole e quanto altro.
 Ma noi siamo i Bianchi coi Soldi, rara opportunita' , e i nostri quattro si dirigono direttamente alla fonte cacciando in malo modo chi gia teneva sotto il secchio. Esterefatti, vorremmo sprofondare !
L' arcipelago delle isole di Capo Verde e' stato una colonia Portoghese. Due secoli fa, uno scalo dove raccogliere gli schiavi da portare nelle Americhe. Sicche' ora la popolazione e' composta da un misto di varie etnie africane a maggioranza Gambia e Senegal, che sta poche miglia a est.
Nel 1975 il portogallo ha concesso l' indipendenza, senza tanti ripensamenti, e mancando cosi un minimo di supporto economico i capoverdiani si sono trovati ad arrangiarsi con poco o niente.
Contributi europei sono stati stanziati per fornire le isole di energia eolica ma pare che in assenza di tecnici e una buona gestione, funziona un generatore su quattro. L' importante era far partire il progetto, smistare un po di mazzette, montare le torri e le pale e chi s' e' visto s' e' visto. Come da noi in terronia.
Il verde di Capo verde lo si puo trovare sulle alture.
Ad una certa quota dove si raccoglie l' umidita' dell' oceano e' possibile organizzare coltivazioni di vario genere e qui la flora e' veramente tropicale. Pure la fauna.
Durante un giro in pullmino nell' isola di Sao Nicolau attraversavamo la via principale dei paesini sotto una fitta rete di ragnatele punteggiata qua e la da grossi ragni che si stagliavano netti contro il cielo. Ragnatele tese da un lato all' altro della strada sfruttando le regnatele di cavi telefonici, illuminazione e TV degli umani. Una bella simbiosi : noi forniamo i supporti e voi ci eliminate gli insetti fastidiosi.
A sud di Palmeira emergeva in lontananza la forma precisa di un vecchio cono vulcanico. Il monte Leste.
 A me e Walter, compagno di arrampicate alpine e collega CNSAS, maturo' subito il prurito di salire fino al cratere. Borraccia d' acqua, corda , scarponi e via.

Cammina cammina, stava a 5-6 km, si vedevano presso la base del cono due puntini in movimento.
Cammina cammina, in questa pietrosa landa desolata calcinata dal sole feroce, i due puntini parevano persone.
E infatti ecco due giovanotti tutti impolverati, sui 20 anni, col cappuccio della felpa calcato in testa.
 Ognuno con un mazza in mano, cercavano le bombe sferiche di basalto e porfido scagliate intorno a suo tempo dal vulcano. A colpi di mazza le riducevano in tanti pezzi delle dimensioni di un sampietrino che venivano ammucchiati qua e la finche un pick up non fosse venuto a raccoglierli. Per farne cosa ?
I selciati spaccagomme in salita che gia avevo visto a Palmeira. Duro lavoro. Non voglio sapere quanti escudos ne ricavavano.
 Il vero lavoro, dicevano i contadini cinesi del prima e dopo Mao, e' il lavoro fisico. Tanto che chi sapeva usare il pallotoliere e veniva temporaneamente distaccato per organizzare le squadre di lavoro, ne riportava un notevole sollievo.
 Quindi, quando un politico di casa vostra abbassando il finestrino dell' auto blu vi dira', vado a lavorare, fategli una grassa risata. Poi sputategli in un occhio.
Di ritorno dalla scalata vediamo arrivare una nuvola di polvere. Poco dopo dalla nuvola ne emerge il pullmino che la produce. Si ferma e ne scendono una dozzina di turisti italiani. Stanno in un villaggio turistico dove tutto e' costruito ad hoc, non manca nulla, basta pagare, ma tutto e' falso e artificiale.
Scendono e ciabattano in giro con le infradito sulle pietre taglienti e roventi di questo suolo lunare, lo sguardo perso e perplesso del...ma dove siamo capitati ?!          
  Capo Verde ?

3 commenti:

Maurizio ha detto...

C'è chi va in vacanza e chi si dedica al viaggiare.
Vacanza viene da "vacazio" "vacazione" cioè mancanza o periodo di vuoto, un qualcosa che non c'è, dopo un "prima" che viene prima ed un "dopo" che segue a ruota. Il pima e dopo, di solito lo chiamano lavoro.
Viaggiare é una dimensione, un modo di essere, di vivere di vedere la vita e la gente.
Una lista di vuoti redatta da cervelli vuoti ci puó stare, una classifica di giorni vissuti esplorando il nostro piccolo pianeta mi sembra difficile.
Siamo di passaggio.
Val la pena darsi una mossa.

Anonimo ha detto...

Mi viene in mente una signora seduta accanto a me sul volo per Buenos Aires. Non sapeva neanche collocare vagamente sulla mappa il paese che stava andando a visitare (ma l'Argentina confina col Brasile?).

Anonimo ha detto...

Invece "E poi?" quante volte te lo hanno detto e scritto?
E poi?
perlezza