sabato 19 settembre 2015

MITIKAS

“Quando mattutina apparve Aurora dalle rosee dita”, gia da tempo avevo lasciato il rifugio Agapitos e avanzavo in faticosa ascesa verso Mitikas, la vetta dell’ Olimpo.
L’ avevo accennato nel post precedente. Detto e fatto.
Dopo la salita del Psiloritis , la cima piu alta di Creta, la scorsa stagione, non potevo mancare la montagna piu alta e famosa della Grecia. Avevo mancato in giugno la cima di Karpatos ma su quella è salito mio figlio Andrea quando stavamo tra quelle isole. Non posso fare tutto io !
La salita all’ Olimpo è stata come un gradito regalo per il mio compleanno, avvenuto il giorno prima, con due giornate di cielo terso, neanche una nuvoletta, considerando che l’ Olimpo è anche famoso per essere sempre coperto e nascosto da nubi spesso temporalesche.
Logico. Gli Dei non amano rendere noto ai mortali il loro menage quotidiano, fatto di litigi, ripicche e corna, su cui Omero vi ha ricamato malignamente su, sia sull’ Iliade che sull’ Odissea. E quando Zeus si incazza sono fulmini e saette !
Bene. Dodici ore di camminata in due giorni e la pompa ha tenuto anche stavolta.
Relazione per i velisti montanari: da Litohoro sulla costa si sale in auto al parcheggio di Prionia. Da qui, tre ore di salita tirata tra le cacche dei muli, unico mezzo per i rifornimenti al rifugio Agapitos. 2100 m.

Quindi altra salita per tornanti oltre la linea degli alberi fino all’ anticima Skala. 2600 m.
Da qui si scende per roccette di primo e secondo grado ad una stretta sella dove in un passaggio che si spalanca su sinistri burroni è stata posata una fune fissa per qualche metro. Per chi vuole preseguire in sicurezza, esistono in vari punti spit e anelli di calata.
Sempre su roccette si risale infine alla punta Mitikas. 2918 m.

 Il panorama , manco a dirlo, è spettacolare e lo sguardo puo spaziare dall’ entroterra della Tessaglia al mare giu in fondo presso Litohoro.
Al ritorno si puo scendere sull’ altro versante e tornare al rifugio Agapitos percorrendo una lunga cengia da camosci, detta Zonaria, sui ripidi pendii sotto le due cime.
Questo il percorso che ho seguito io. Esistono poi le varianti.
Naturalmente dopo un’ estate in barca dove le gambe non si usano, ora sono ridotto come un vecchietto di novantaquattro  anni e mi muovo curvo a piccoli passettini. Non ho piu il recupero della giovinezza di 40 anni fa.
Amen. L’ importante è andare.
Fin che si può.
Del doman non v’ è certezza.



3 commenti:

Anonimo ha detto...

ma! che nomi e che posti ci stai snocciolando! viene il mal di testa a starti dietro. ciao. rob
e.... anche il fiatone

Maurizio ha detto...

Compleanno Olimpico, augurones !!!!!
bellissimo vederti in cima !!
maurizio

Anonimo ha detto...

Auguri ritardatari