“Quando mattutina apparve Aurora dalle rosee dita”, gia
da tempo avevo lasciato il rifugio Agapitos e avanzavo in faticosa ascesa verso
Mitikas, la vetta dell’ Olimpo.
L’ avevo accennato nel post precedente. Detto e fatto.
Dopo la salita del Psiloritis , la cima piu alta di
Creta, la scorsa stagione, non potevo mancare la montagna piu alta e famosa
della Grecia. Avevo mancato in giugno la cima di Karpatos ma su quella è salito
mio figlio Andrea quando stavamo tra quelle isole. Non posso fare tutto io !
La salita all’ Olimpo è stata come un gradito regalo per
il mio compleanno, avvenuto il giorno prima, con due giornate di cielo terso,
neanche una nuvoletta, considerando che l’ Olimpo è anche famoso per essere
sempre coperto e nascosto da nubi spesso temporalesche.
Logico. Gli Dei non amano rendere noto ai mortali il
loro menage quotidiano, fatto di litigi, ripicche e corna, su cui Omero vi ha
ricamato malignamente su, sia sull’ Iliade che sull’ Odissea. E quando Zeus si
incazza sono fulmini e saette !
Bene. Dodici ore di camminata in due giorni e la pompa
ha tenuto anche stavolta.
Relazione per i velisti montanari: da Litohoro sulla
costa si sale in auto al parcheggio di Prionia. Da qui, tre ore di salita tirata
tra le cacche dei muli, unico mezzo per i rifornimenti al rifugio Agapitos.
2100 m.
Quindi altra salita per tornanti oltre la linea degli
alberi fino all’ anticima Skala. 2600 m.
Da qui si scende per roccette di primo e secondo grado
ad una stretta sella dove in un passaggio che si spalanca su sinistri burroni è
stata posata una fune fissa per qualche metro. Per chi vuole preseguire in
sicurezza, esistono in vari punti spit e anelli di calata.
Sempre su roccette si risale infine alla punta Mitikas.
2918 m.
Il panorama , manco a dirlo, è spettacolare e lo sguardo puo spaziare
dall’ entroterra della Tessaglia al mare giu in fondo presso Litohoro.
Al ritorno si puo scendere sull’ altro versante e
tornare al rifugio Agapitos percorrendo una lunga cengia da camosci, detta
Zonaria, sui ripidi pendii sotto le due cime.
Questo il percorso che ho seguito io. Esistono poi le
varianti.
Naturalmente dopo un’ estate in barca dove le gambe non
si usano, ora sono ridotto come un vecchietto di novantaquattro anni e mi muovo curvo a piccoli passettini.
Non ho piu il recupero della giovinezza di 40 anni fa.
Amen. L’ importante è andare.
Fin che si può.
Del doman non v’ è certezza.
3 commenti:
ma! che nomi e che posti ci stai snocciolando! viene il mal di testa a starti dietro. ciao. rob
e.... anche il fiatone
Compleanno Olimpico, augurones !!!!!
bellissimo vederti in cima !!
maurizio
Auguri ritardatari
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