venerdì 2 settembre 2011

UNA GIORNATA

26-8-2011
6,30. Una notte di raffiche. Arrivano a ondate tra un periodo di calma e l' altro. Comincia ad albeggiare. Bisogna muoversi approfittando della calma attuale.

 Motori. Sciogliere le drappe di poppa e lasciarle affondare controllando che non si ipiglino nei timoni o nelle eliche. Via anche le cime di prua. Andromeda spinta dal vento si scosta dalla banchina arretrando fino in acque libere. Esco dal porto. Anche fuori soffia da nord, buono per fare rotta su Salamina, al traverso. Solo fiocco. Con il sorgere del sole il vento prende forza, compaiono i primi frangenti e si fila che e' un piacere sotto il bel cielo sereno tipico della Grecia. Innesto l' autopilota cosi da fare un po di colazione. Un buon caffe e' proprio quello che ci vuole. Quindi attacco i lavoretti di corvee: ritirare i parabordi, addugliare le cime, lavare il ponte a secchiate e spazzolone, il tutto legandomi qua e la con il moschettone della cintura di sicurezza.
Sono solo. Non si sa mai, un giramento di testa, un movimento inconsulto tra gli sballottamenti dell' onda al traverso e pluf ! Vedere Andromeda che si allontana incurante e inconsapevole tenendo diligentemente i 260 gradi impostati sull' autopilota... Quindi, legarsi ! Alle sartie ,alle cime alle draglie. Si, alle draglie. Michel, il francese, diceva che se le draglie non reggono il peso di un uomo e' inutile montarle.
Michel...ondata di ricordi. Ai tempi del Samadhi. Avevamo navigato insieme dall' Andalusia al Marocco. Lui aveva un monoscafo di 10 m e faceva coppia fissa con Annie, una signora di ferro, paraplegica dalla vita in giu a causa di un incidente automobilistico di tanto tempo prima, quando era mamma di un bimbo di 3 anni. Di professione insegnante, cresciuto il bimbo si era imbarcata con questo Michel, giramondo, musicista e mistico per vocazione. Sulla barca si muoveva senza problemi a forza di braccia, si calava in mare dalle scotte del boma lascato in fuori e tirando di braccia risaliva. Veniva anche sul Samadhi issandosi allo stesso modo e pinneggiava qua e la per il largo pozzetto come un' otaria. Poi si sedeva alla barra e facevamo le regate contro Michel. Il Samadhi era un catamarano da corsa, non c' era storia, ma lei ad ogni bordo e ad ogni incrocio dove Michel restava inesorabilmente indietro, gli faceva i gestacci e gli dava dell' incapace. Ma questo e' amore.

Per contro lui, quando lei si lamentava che le toccava sempre fare i piatti, le ribadiva serafico: - C' est la nature. -
Salamina si avvicina. Devo passare tra la punta sud e un gruppo di grossi cargo ancorati a ridosso.

 Un elicottero continua ad incrociare tra Egina e la costa e poco dopo vengo sorpassato da un sommergibile della Marina Greca in emersione.

 Dopo Salamina mare libero finoallo strettodi Corinto. Sempre vento da nord tra alti e bassi; ogni tanto mi metto al timone per guadagnare di bolina. Anche i gabbiani sopra di me veleggiano di bolina risalendo il vento con una facilita invidiabile. Grazie, loro possono spaziare su tre dimensioni, zigzagare in quota, picchiare a pelo d' onda, sfruttare in modo magistrale ogni piccola variazione del vento con minime inclinazioni delle remiganti e della corta coda. In aliante si possono fare piu o meno le stesse cose ma in modo molto grossolano e nonostante sia un velivolo tra i piu sicuri in ambito volo a vela ( deltaplano, parapendio ) ogni tanto qualcuno si schianta. Pero finche non ti schianti e' bellissimo veleggiare in primavera tra una termica e l' altra sopra quegli antichi atolli corallini emersi che sono le Dolomiti. Cloche, pedaliera e un occhio sul variometro.
 Ti senti un albatros !
Salamina lontana di poppa. Poche miglia all' ingresso est dello stretto di Corinto. Il vento rinforza e passa a NW. Mare spruzzato di frangenti. Dove vado? Un' occhiata alla carta... ecco, un ridosso in zona Kerkires a sud dello stretto. Ok. Fare le cose per bene e con calma. Poggiare quasi in fil di ruota, innestare autopilota su questa rotta, allascare gradualmente la scotta del fiocco e gradualmente riavvolgerlo morbido senza che sbatta mentre sta gonfio a prua. Motori, occhio al profondimetro e andiamo all' ancoraggio. Do fondo su 4 metri. - Roccia ! - mi dice un sub nei pressi interpellato in proposito. Per il momento va bene cosi. Il meteo dice che verso il tramonto calera'. Stare in campana !

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